Gli autori delle prepotenze
Chi è la "vittima"? Chi è il "bullo"?
Tipi di prepotenze subite
Luoghi delle prepotenze
Cause del fenomeno
La terrificante omertà
Possibili soluzioni
Difficile davvero credere che nessuno di voi abbia mai avuto a che fare, più o meno direttamente, con il fenomeno del bullismo. Risulta invece facile pensare che forse, non dando la giusta importanza ai fatti, non ve ne siete mai resi realmente conto. Ancora oggi non sono state approfondite dinamiche o problematiche del fenomeno, se non in qualche caso sporadico in cui pochi si sono impegnati in questo tipo di studio…infatti, ancora oggi, il bullismo passa inosservato.
In Italia , per queste ragioni, quasi manca una vera e propria definizione di “bullismo”, contrariamente alla quasi totalità del mondo “sviluppato” che considera ufficiale la definizione data da DAN OLWEUS: massimo esponente mondiale di bullyng.
La definizione risulta essere la seguente: uno studente risulta vittimizzato nel momento in cui viene sottoposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni di scuola e non.
Bene o male, tutti gli psicologi sono d'accordo con questa definizione che sembra inglobarle tutte, anche se ancora riusciamo a vedere solo la punta dell'iceberg: nella valutazione del bullismo come fenomeno psicologico a livello sociale, di gruppo ed individuale le idee sono piuttosto confuse. In Italia, siamo ai primi anni di studi ufficiali nonché riconosciuti dal mondo scientifico.
“ Bullismo ” e “ scuola ” non sono due termini necessariamente affiancati: abbiamo anche le strade, il pullman, gli oratori, il cortile sotto casa, il parco giochi… ma oggi, nell'era in cui il divertimento passa soprattutto attraverso le nuove tecnologie, attraverso videogames, pc e quant'altro, abbiamo la scuola come fondamentale centro di aggregazione giovanile. Il bullismo nasce appunto in quei luoghi in cui più ragazzi, più o meno coetanei, si ritrovano frequentemente.
Per queste ragioni, e solo per queste, “bullismo” e “scuola” sono due termini divenuti quasi inscindibili.
LE PREPOTENZE
Offese , esclusione dal gioco , cattiverie ingiustificate , prevaricazioni fisiche con calci e pugni o anche solo fastidiose sberlette, limitazione della libertà personale con la segregazione in una stanza contro la volontà della vittima: questi sono i principali tipi di azioni prepotenti tipiche del bullismo. Risulta difficile poterle elencare tutte con maggiore precisione poiché, come penso sappiate, la fantasia perversa di alcuni membri del branco non ha limiti stabiliti. Proprio per questi soggetti, la linea che separa il bullismo da una vera e propria microcriminalità diffusa è molto sottile. Uno dei dati più sconcertanti è che circa il 70 per cento degli alunni presi in considerazione da Roberto Nardello, in “ Il bullismo nella suola elementare”, in uno studio nelle scuole elementari, dichiarano di aver subito qualcuno di questi atti nei 3 mesi precedenti le interviste.
A QUALE CLASSE
Il bullismo si rileva già dopo la terza elementare. Non è detto che chi è bullo oggi sia poi bullo anche domani. Potrebbe esserci un rovescio della situazione con l'assunzione del ruolo di vittima da parte di colui che era persecutore. In ogni caso, qualcuno che, all'interno di una classe di elementari, medie o superiori, compie atti persecutori a danno di un compagno lo abbiamo sempre.
Secondo gli studi raccolti da ROBERTO NARDELLO nel suo libro “ Il bullismo nella suola elementare ”, la quantità di fenomeni tende a diminuire dalle prime alle ultime classi delle elementari.
In aggiunta potrei dire che alle superiori sono meno le intersezioni tra gruppi violenti e singoli vittime ( quindi ci sono meno vittime ), ma ogni singolo atto è dotato di maggiore potere distruttivo; anche perché ricordiamo che alle superiori si colpisce un giovane adolescente.
BULLSIMO MASCHILE E BULLISMO FEMMINILE
Il bullismo maschile è decisamente più frequente, decisamente più diretto e ben dichiarato. Non mi è mai capitato di sentire di ragazze che venissero picchiate da altre ragazze, mentre sono famose ( le ragazze ) per le mille dicerie che sono in grado di mettere in giro, per le mille umiliazioni indirette e dirette che riescono ad applicare sulle compagne. Si tratta ( il bullismo femminile ) di un fenomeno più psicologico che fisico…si parla infatti di bullismo indiretto: commentando, mettendo in cattiva luce, sparlando alle spalle, la vittima viene degradata a ragazza di secondo livello.
Il bullismo maschile e quello femminile hanno in comunque in comune la enorme capacità distruttiva e l'incisività sull'autostima e sulla capacità di reazione.
I LUOGHI DELLE PREPOTENZE
L'ingegno del branco non ha davvero limiti! Laddove volessero, potrebbero agire con atti di bullismo praticamente in ogni ambiente scolastico. Questo, oltre che per l'impegno e la determinazione impiegati dai bulli, è causato anche da altri due fattori: il primo è la errata struttura organizzativa della scuola che impedisce la piena sorveglianza di molti momenti e di molte zone in cui un giovane viene a trovarsi e, con la consapevolezza di tutta la classe, sottoposto ad atti violenti; INOLTRE per la presenza di insegnanti troppo spesso disattenti. La disattenzione dei professori o dei maestri non riguarda solamente lo sguardo volto dalla parte sbagliata o la mancanza di adulti in aree particolari dell'edificio; bensì anche per lo scarso valore che queste persone attribuiscono a tali eventi violenti ( ritenuti giocosi ).
Circa i luoghi delle prepotenze, i pareri degli psicologi sono molto vari, a seconda della classe presa come campione. Infatti, i pareri dei vari psicologi che hanno preso in considerazione le scuole elementari ritengono che gli spazi prediletti siano proprio i cortili, i luoghi aperti o poco controllati. Circa l'80 % dei bimbi sotto i 10 anni che hanno subito violenze dai coetanei, dicono che proprio questi spazi siano i prediletti dei loro persecutori. In questi ambiti, la cattiveria viene scatenata nei momenti di pre o post – orario scolastico, nonché durante l'intervallo. Nelle classi superiori, invece, sembra che la maggior parte delle prepotenze ( dato sconcertante ) avvenga sia durante l'intervallo sia durante le ore di lezione. Quindi, il luogo prediletto rimane per lo più la classe…in alternativa a questa rimane il corridoio nei pressi della stessa. Per ultima gli spogliatoi della palestra.
Ad ogni livello scolastico, un'area molto pericolosa è il mezzo di trasporto ( pullman, autobus, treno…etc ). Anche qui la perversione di quei giovani criminali da il meglio di sé! Anche qui la cattiveria viene usata come fosse un gioco, anche qui il silenzio dei presenti è cosa terrificante.
Consiglio personale...se potete, evitate i trasporti pubblici oppure pretendete dal comune una maggiore partecipazione di responsabili, magari costituendo un fronte genitori proprio che paghi qualcuno affinché garantisca l'ordine quanto meno sul pullman della scuola. Sui treni e sugli autobus il problema si percepisce chiaramente e lo hanno percepito anche gli enti erogatori del servizio. Per intervenire però serve denaro e organizzazione, come per es adibire ad alcuni orari specifici vagoni per gli studenti e su questi porre un controllore privato ( pagato dai genitori con l'aiuto di qualche associazione disponibile).
Per l'autobus e per il percorso fatto a piedi, davvero non ho idee, in ogni caso già risolvere il problema del treno e del pullman sarebbe tanto.
IL PESO DELL'OMERTA'
L'omertà è la vera nemica della sicurezza di un giovane, l'ombra del silenzio sulla realtà è il grande muro da superare per risolvere il problema. Inutile dire che per bypassare il muro sono necessari impegno, attenzione e sensibilità da parte degli insegnanti. Riconosco che non in tutte le ore accadono violenze nella classe, ma “ sensibilità” significa anche che il desiderio di risolvere il problema porti alla comunicazione ad altri insegnanti e ad un'azione comune con il consiglio docenti.
Un insegnate dovrebbe anche spingere il proprio alunno a parlare, a condividere a comunicare regolarmente il proprio dolore, la propria paura e ciò che è costretto a vedere e a vivere! Questo è il classico “passo gigante”, il passo più difficile ma anche quello che più ci avvicina alla soluzione del problema. Fatto questo, si evitano troppi ulteriori e spesso fatali danni all'anima della vittima.
Sapere di non essere soli, credetemi, aiuta molto. Il più sconcertante rimane il silenzio degli alunni, compagni di banco della vittima. Questi sono coscienti di assistere a violenza, a prevaricazione ( soprattutto alle medie e alle superiori ), ma il coraggio di denunciare, proprio non esiste…” non s'ha da fare”.
Anche su questo fronte bisogna battere il chiodo e spronare al dialogo e alla presa di posizione che non sia però solo apparente.
Sarebbe per questo molto utile l'utilizzo di psicologi validi, i quali dovrebbero, ma non sono, essere presenti nelle scuole; ma questo è uno dei tanti casi italiani in cui le leggi non vengono applicate. Lo psicologo non c'è e non viene richiesto: un costo che non ci si può permettere di supportare, un costo economico troppo elevato per un istituto.
BULLISMO: PERCHE'?
I motivi del bullismo sono talmente svariati da permettere agli psicologi di affermare che chiunque può assumere nel tempo sia il ruolo di vittima che persecutore. Spesso le persone attribuiscono al fenomeno del bullismo cause come le classi troppo numerose, i fallimenti e le frustrazioni, alcune caratteristiche particolari della vittima ( come il grasso, i capelli rossi, gli occhilai, buoni risultati scolastici…etc ). Questo però non è da ritenersi del tutto vero, infatti, hanno una rilevanza superiore la personalità e la capacità di reazione. Oltre questi elementi, sono da considerare come importantissimi i fattori ambientali quali il metodo usato dall'insegnante per tenere l'ordine e la sicurezza dell'insegnante nell'agire e nell'interagire in mezzo ai suoi alunni con gli alunni stessi. In poche parole è necessario che l'insegnante sia capace di distinguere i momenti in cui essere amico ( cosa importante ) e in cui essere il professore solido e deciso.
Altre variabili scatenanti il bullismo possono consistere in violenze subite durante l'infanzia, problemi famigliari passati, disturbi psichiatrici ( meno rari di quanto si pensa…fossi in voi farei un'indagine ), atteggiamento troppo permissivo o limitativo da parte dei genitori della vittima o del bullo.
Alcuni pareri attribuiscono anche alla tv un ruolo di “cattivo educatore”. Questa infatti, ridicolizzando le malefatte, le discriminazioni e sorridendo su aggressioni, su cattiverie e su prevaricazioni lasciano al bambino e al ragazzo una realtà deformata da un modello di vita commerciale. A conferma di questo basta guardare con normale attenzione molti dei cartoni animati e dei telefilm che vengono trasmessi in orario pomeridiano. I modelli educativi proposti sono estranei al modello ideale di questa società, la quale si scontra con il modello antisociale proposto dai media fino alla repressioni di quelli che, rappresentanti della parte buona della società, appaiono come i più deboli e indifesi: loro sono quelli che pagano le conseguenze di questo scontro.
LE VITTIME
I segni primi manifestati dalla vittima sono uno stato d'ansia continua e un'insicurezza prepotente nelle attività quotidiane rispetto agli altri compagni di classe. Inoltre presenta difficoltà di concentrazione e irritazione nei confronti dei coetanei della stessa sua classe.
Prima di divenire vittime, peggiorando la loro condizione successivamente, non hanno molta autostima, ma sono dotati di prudenza e di un'elevata sensibilità, spesso sono in solitudine e hanno pochi amici.
Tutto questo porta ad una reazione scarsa o addirittura nulla nel momento in cui subiscono attacchi dall'esterno, ai quali reagiscono per lo più chiudendosi in sé stessi.
I modelli di vittima attualmente conosciuti sono due: quella remissiva e quella provocatrice. È possibile che si assumano entrambi i ruoli ma in tempi diversi.
Il primo modello di vittima è caratterizzato dal “ subire in silenzio”, quindi non trovare in sé la forza di reagire, ma nemmeno il desiderio di essere trattato in quel modo.
Il secondo modello, invece, è quello che, a mio parere, mostra un disagio ancora maggiore. Qui abbiamo una vittima che, oltre ad essersi adattata alle violenze, vede in queste una fonte di soddisfazione in quanto momento in cui si trovano al centro dell'attenzione. Questi arrivano davvero a confondere la violenza con il gioco. La sofferenza però persiste, infatti, quando sono soli nella loro camera abbassano la guardia e i sentimenti prendono il sopravvento: un pianto di paura esplode nel silenzio.
Questo suo comportamento favorisce una maggiore violenza.
Nel primo caso si può parlare di crisi reattiva, mentre nel secondo caso di “Sindrome di Norimberga”.
I BULLI
La sua peculiarità e l'aggressività, sia verso i coetanei sia verso i genitori; inoltre è bisognoso di dominio. Riconosce le sue vittime in quanto verso queste ha scarsa empatia.
Ha livelli di ansia e di insicurezza relativamente bassi. Facile da comprendere come sfogando l'insicurezza verso altre persone, egli possa sentirsi meglio ogni giorno.
Sul piano social- scolastico, il bullo non arriva mai ad un livello di impopolarità come la vittima, però nemmeno giunge ad essere una celebrità.
È importante chiedersi quale sia il ruolo del bullo domani, nella società. Secondo alcune statistiche, i prevaricatori a scuola hanno una buona possibilità di incorrere in processi penali pesanti a causa dei gravi reati commessi. Quindi: il bullo di oggi è il criminale di domani !!
Il potere del bullo, a mio parere, poggia essenzialmente sull'omertà e sulla codardia dei compagni di classe. Questi infatti, secondo alcune ricerche, anche a causa dei mass media, ritengono degradante la condizione di vittima e sono portati a disprezzarla, isolarla e magari anche colpirla.
COSA DOBBIAMO FARE CONTRO IL BULLISMO
Olweus ha creato questo tipo di intervento al fine di ridurre l'aggressività e la possibilità di innescare quelle dinamiche perverse tipiche del bullismo. Tali interventi, da lui stesso sperimentati, hanno ridotto i comportamenti anti- sociali circa del 50 per cento.
Quindi è importante che:
• si crei un ambiente scolastico caratterizzato da affetto e coinvolgimento emotivo da parte degli insegnanti, nonché promozione di interessi positivi.
• Il rapporto professore – amico e alunno deve comunque trovare punti fermi che ricordino la presenza di un'autorità forte
• Pretendere dagli adulti un comportamento autorevole ( termine diverso da autoritario!)
Queste linee di condotta sono da costruire insieme, anche attraverso un programma ad hoc così strutturato:
• Consapevolezza dei genitori e degli adulti in genere e nuovi propositi per intervenire e cambiare le cose
• Inchiesta mediante questionario agli alunni, agli insegnanti e ai genitori
• Organizzazione di una conferenza all'interno della scuola stessa per presentare il problema
• Migliore supervisione durante gli orari in cui non c'è lezione
• Maggiore comunicazione tra docenti e tra docenti e genitori
• Tempestività di intervento
• Incontro tra insegnanti, genitori, bulli e vittime
• Colloqui approfonditi tra insegnanti we genitori delle vittime
In Inghilterra sono stati sperimentati con successo attività come:
• Questionari
• Brainstorming
• Discussioni
• Schede di osservazione
• Indagini
• Interviste
• Rappresentazioni teatrali
• Role-playing
• Lettura in classe e individualmente di racconti da parte di vittime di bullismo…questo aiuta l'immedesimazione nella condizione di vittima.
Il sondaggio svolto su 770 giovani dall'associazione benefica Nch
Scocca l'era del bullismo digitale
Indagine nel Regno Unito rivela: un adolescente su 5 minacciato o perseguitato via sms. Abusi e prepotenze in chat per il 5 per cento
MILANO - Banditi adolescenti, prepotenti incalliti, ragazzini che vanno a scuola con il gusto della sopraffazione in cartella. Che si tratti di naturali devianti o di deviati da mancanza di educazione e divieti, la certezza è che i bulli crescono. E mutano, e si organizzano, per colpire e offendere in maniera sempre più efficace. I bulli del terzo Millennio, infatti, non si limitano più a tormentare i compagni di scuola con insulti, aggressioni fisiche o complotti per isolarli dagli altri. Adesso perseguitano le loro vittime anche via sms, inviando loro messaggi denigratori e in alcuni casi minacciosi.
LA RICERCA - Il fenomeno è stato analizzato nel Regno Unito, dove ormai un adolescente su cinque afferma di essere stato minacciato o ridicolizzato attraverso fotografie o messaggi di testo ricevuti sul telefono cellulare. Un'indagine dell'associazione benefica a tutela dell'infanzia, Nch, che ha svolto un sondaggio su un campione di 770 giovani di età compresa fra gli 11 e i 19 anni, conclude che il 14% degli adolescenti britannici è stato vittima di prepotenze messe a segno con il telefonino. E se non cambia il target - i più presi di mira sono per lo più sempre i ragazzi brufolosi o sovrappeso - cambia lo strumento dello zimbello: i molestatori si divertono sempre più a spedire foto e messaggi che puntano a far sentire complessati. O, peggio ancora, minacciose immagini di violenza di gruppo.
MINACCE VIA SMS - «Per un bambino o un teenager, essere tormentato via cellulare può essere terrificante e può portarlo a ritenere che non ha via d'uscita», scrive la Bbc, che riporta il commento di John Carr, consulente della Nch sulle nuove tecnologie. Ricerche recenti, svolte in Italia, denunciano che lo spazio meno protetto è la classe, ancora più che il tragitto tra casa e scuola, o i bagni degli istituti scolastici. Tra le angherie, primeggiano le aggressioni verbali, che possono essere tanto pervasive da rovinare l'esistenza delle piccole vittime. Ma anche le minacce vere e proprie, le aggressioni, i furti. E adesso, grazie al libertinaggio cellulare, con il telefonino per tutti e ovunque, il nuovo tormento degli sms. E per chi ha il telefono multimediale, le foto, magari perfidamente ritoccate. O i video, brevi filmati che immortalano gesti umilianti e scene di violenza.
FENOMENO PERVASIVO - I fenomeni di bullismo diventano sempre più pervasivi: non è appena i ragazzini arrivavano a casa, potevano chiudere la porta e trovare un rifugio. Il bullismo su cellulare ha abbattuto anche questa barriera. Secondo il consulente, questo preoccupante fenomeno richiede un urgente intervento da parte di scuole e genitori affinchè il bullismo digitale non rovini altre vite. Il ministero dell'Istruzione britannico concorda. «Ogni scuola deve avere una politica anti- bullismo ed ha la responsabilità di affrontare questo problema», ha dichiarato un portavoce.
ANCHE IN CHAT - L'indagine dell'Nch ha anche rilevato che il 5% dei giovani ha subito abusi e prepotenze nelle chatroom su Internet ed il 4% è stato tormentato via e-mail. In risposta a questo dilagante fenomeno, che sta crescendo di pari passo con la diffusione sempre più ampia di telefoni cellulari, l'ente benefico lancerà un sito web interattivo denominato www.stoptextbully.com per dare sostegno e consiglio alle vittime
Il bullismo può essere paragonato ad un gioco?
NO, il bullismo è una pratica dannosa e realmente criminale: le sue intenzioni sono dettate da scopi iniziatori per la fase iniziale ma quasi da subito profondamente distruttivi verso la vittima e il gruppo; e i suoi esiti sono di portata sconvolgente.
Quali sono le sue conseguenze sulla salute?
Le conseguenze del bullismo si ripercuotono essenzialmente sulla vittima, che subisce i danni maggiori con problemi legati alla sua salute, al ruolo sociale ed all’identità personale, subendo perdite relazionali.
La forte pressione psicologica che caratterizza le azioni dei bulli, porta alla comparsa di una serie di alterazioni del benessere complessivo che interessano l’equilibrio emotivo nel privato e nei rapporti personali esterni, l’equilibrio psico-fisiologico e il comportamento concreto tenuto. La vittima, nel tempo, arriva a sviluppare diverse patologie anche d’interesse psichiatrico; in alcuni casi presenta una lunga serie di disturbi, somatizzazioni e vere e proprie malattie che possono protrarsi per un lungo periodo o divenire croniche ed irreversibili ( molto raro ), raggiungendo anche quadri clinici di severa gravità, che non cessano neppure con l’immediato venir meno della condotta persecutoria.
Gli effetti del Bullismo sulla salute si manifestano dopo un intervallo di tempo variabile, con sintomi sia di natura prevalentemente fisica o psicosomatica, sia di natura psichica.
Quali sono i principali disturbi a livello psicosomatico?
-a livello degli occhi possiamo avere annebbiamento temporaneo della vista, congiuntiviti;
-a livello dermatologico si possono riscontrare eruzioni cutanee varie come dermatosi, psoriasi, eritemi, allergie;
-nella zona cervicale si manifestano cefalea muscolo-tensiva, cervicalgie, vertigini, lipotimie;
-agli arti si può soffrire di tremori, dolori muscolari e osteoarticolari, astenia;
-a livello dell’apparato digerente si verificano gastrite, pirosi, ulcera, colon irritabile;
-a livello dell’apparato cardiovascolare si può constatare tachicardia, cardiopalmo, sincope, ipertensione e nei casi più gravi si può avere infarto del miocardio;
-a livello dell’apparato respiratorio si possono avere dispnea, senso di oppressione, tosse, crisi asmatiche;
-a livello dell’apparato endocrino si rivelano disturbi tiroidei;
-a livello del sistema immunitario si può verificare un abbassamento delle difese dell’organismo e quindi una maggiore vulnerabilità a tutte le malattie.
Quali disturbi a livello psichico si possono conseguire?
-disturbi d’ansia tra cui attacchi di panico, ansia libera, fobie;
-disturbi dell’umore che spaziano da reazioni aggressive esagerate con marcata irritabilità a manifestazioni depressive;
-disturbi dell’attenzione e della concentrazione con riduzione della memoria;
-disturbi del pensiero con fissazione del pensiero sul proprio problema, ossessività ideativa che ripercorre gli aspetti salienti di quanto accade quotidianamente;
-disturbi della sfera del sonno con risvegli multipli durante la notte, insonnia, alterazioni del ritmo sonno-veglia;
-modificazioni dell’alimentazione con anoressia e bulimia;
-disturbi della sfera sessuale;
-modificazioni del comportamento relazionale con il partner, la famiglia, sul lavoro e in società, nelle persone predisposte si verificano o si accentuano problemi legati all’abuso di alcol, droghe e farmaci;
-alterazioni della personalità con quadri di depersonalizzazione fino alla configurazione di atti estremi come il suicidio ed eventuali tentati omicidi sui mobbizzati resistenti o per vendetta sui mobber.
Fino a che punto si può conseguire un danno alla salute?
Se gli stimoli stressanti induttori di patologia permangono o si intensificano, i sintomi fin qui descritti possono organizzarsi in vere e proprie sindromi sviluppando le più diverse patologie organiche, dalle malattie auto immuni fino all’insorgenza di tumori e di disturbi psichiatrici inquadrabili allo stato attuale con il DSM IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali).
In tribunale posso dimostrarlo?
Per quanto riguarda tumori o malattie croniche molto di per sé diffuse è quasi impossibile. Questo perché sono davvero troppi gli elementi nella vita di tutti i giorni ( compreso il mondo della genetica ancora troppo poco conosciuto ) che posso dar effettivamente vita, per esempio, ad un tumore.
Non esistono teorie che consentono l’individuazione di una caratteristica unica per coloro che sono stati vittima del bullismo o altri eventi stressanti catastrofici per l’individuo.
Per quanto riguarda però gli effetti psicosomatici e gran parte di quelli psichici sopra elencati è possibile, movendosi con buoni dottori che sappiano individuare le giuste componenti del problema.
Quali disturbi di tipo psichiatrico possono derivare dal bullismo ( ma non solo… ) ?
Tra i disturbi psichiatrici che possono derivare da una condizione di bullismo possiamo includere i seguenti:
- Disturbo dell’adattamento (DA)
- Disturbo acuto da stress (DAS)
- Disturbo post-traumatico da stress (DPTS)
- Disturbi dell’umore orientati prevalentemente verso un quadro di Disturbo depressivo maggiore
- Disturbi di personalità
- Disturbi somatoformi
- Disturbi del comportamento alimentare
- Disturbi correlati a sostanze
- Disturbi d’ansia comprendenti il Disturbo di panico (DAP) con e senza agorafobia
- Disturbo d’ansia generalizzato (DAG)
- Disturbi fittizi che raggruppano persone che mostrano i più svariati sintomi perché hanno bisogno di sentirsi malate
- Disturbi da simulazione che raggruppano persone che in determinate circostanze esterne per ottenere un vantaggio fingono i più diversi sintomi e/o malattie.
Quali altre conseguenze sulla quotidianità?
In altre parole, il quadro che si prospetta in una situazione conflittuale che va avanti da diverso tempo è quella di un individuo che anche nel suo tempo libero, avrà la mente comunque impegnata a pensare quali tipi di angherie dovrà sopportare la volta successiva che si recherà a scuola; il malessere sarà diventato talmente pervasivo da non lasciare spazio ad altro. All’isolamento dal gruppo si aggiungerà quello relazionale nel rapporto con la famiglia, gli amici con l’intera società da cui rifugge perché si sente estraneo, inserito in un mondo che non lo comprende. L’individuo attivo, professionalmente capace, inserito in suo ambiente scolastico, lavorativo e sociale, acquisisce una nuova identità, l’identità dell’invalido con le conseguenze umane, sociali ed economiche facilmente prevedibili.
Nel deserto del bullismo, l’individuo perde il riconoscimento che sostiene il rispetto di sé, la solidarietà che garantisce l’autostima e, infine, anche l’esperienza dell’amore che nutre la fiducia.
Cosa devo fare?
Nel momento in cui rileviate una di queste problematiche più o meno gravi, è bene consultare il medico di base oltre a uno specialista dell'ambito in cui pensate possano essere compresi i disturbi con cui avete a che fare ( al fine di avere un riscontro certo della provenienza del problema ).
MA SOPRATTUTTO: il problema non va affrontato con agitazione... è solo un problema, e in quanto tale ha una soluzione! Voi la potete trovare!
un genitore può quindi iniziare a comunicare spesso con il figlio.
In che modo?
Il genitore deve comunicare con il figlio, spingendolo a definire tutto quello che gli accade. Ciò significa porre ordine mentale ed individuare:
- il proprio ruolo nell’accaduto e la propria esperienza;
- il pensiero predominante durante l’evento;
- quali elementi dell’incidente hanno causato maggior sofferenza e con i quali è più doloroso convivere;
- i sintomi fisici e psicologici avvertiti durante l’accaduto;
Importante è convincere il figlio che frequentare uno specialista da consultare in modo costruttivo per una più rapida guarigione è il modo migliore per iniziare il recupero della propria vita.
Indispensabile rimane anche nuova socializzazione.
A livello giuridico cosa devo sapere?
Sarebbe bene sapere quanto meno la distinzione tra danno morale, biologico ed esistenziale, nonchè i riferimenti legislativi.
( per questo CLICCA QUI )
Poi, sempre per cominciare, potreste porro la vostra attenzione sulle sentenze della sezione "in diritto..."
Cosa devo tenere sempre a mente?
Se c'è una cosa che l'uomo nella storia ci ha insegnato è che per quanto pensiamo di essere caduti in basso, per quanto l'oppressore sia potente, per quanto noi ci sentiamo deboli, per quanto la speranza ci abbia abbandonato... per quanto ci sentimo soli... NOI CE LA POSSIAMO FARE !
Ricordiamoci che non esiste l'uomo tanto potente da fermare il cuore di un altro uomo... Lo potrà illudere, lo potrà ferire gravemente; ma non potrà mai spegnere completamente la fiamma che è in lui! Tutto può tornare come era... non disperate...
BULLISMO E DISABILITA’ : IL VERO DISABILE
Essere diversi vuol dire essere sbagliati?
Assolutamente NO. << ESSERE DIVERSI NON VUOL DIRE ESSERE SBAGLIATI >>. Questa è una frase che ho sentito tanti anni fa e che credo non dimenticherò mai. Ma questa mia visione non è così condivisa come dovrebbe.
Perché la gente non condivide questa concezione di vita?
Perché la gente che guarda il disabile dall’alto in basso, credendo di essere l’essere perfetto, vedendo nell’altro l’errore della natura, la feccia dell’umanità, non è in grado di guardarsi dentro e conoscersi per concepirsi ( al pari del disabile ) come essere imperfetto.
Il vero disabile è colui che è malato nell’anima: è la “persona” che quando vede qualcuno che ha bisogno si gira dall’altra parte e ne scavalco il corpo senza provare pietà alcuna.
Ignoranza? Cattiveria? Presunzione? Stupidità? Immaturità? Maleducazione? Non saprei… forse tutte o forse solo alcune di queste. In ogni caso queste sono le disabilità vere del vero disabile.
E il bullismo che centra?
Il vero disabile, quando incontra una persona meno fortunata ( o diversamente abile ) non sa limitare il proprio animo dietro le regole, dietro il rispetto, dietro l’accoglienza… e i limiti vengono superato causando umiliazione, causando isolamento, esclusione e abbandono di chi vuole solo vivere felice, come gli altri, secondo le proprie potenzialità e le proprie aspirazioni.
Il “ meno fortunato “ non può essere portatore del suo messaggio di pace, non può insegnare, neanche a chi ha voglia di ascoltare, cosa significa vivere con quei limiti… perché il disabile vero non lo consente
Il bullo unisce il corpo e l’anima in un solo concetto e ferisce senza alcuna pietà.
Il corpo e l’anima: perché il bullo le unisce in un solo concetto?
Perché sono persone malate, oppure inette nei loro sentimenti. Sono persone che non comprendono che l’uomo è un insieme di pensieri, di sentimenti e di passione.
Non comprendono che il corpo è solo la scatola dell’ uomo, quello fatto a immagine e somiglianza di Dio.
Non comprendono che ciò che siamo dipende dalla nostra volontà, quindi dai nostri pensieri…e non dall’intelligenza o dal corpo che Madre Natura ha deciso di darci.
Il bullo quindi è un superficiale?
Pensare che il diversamente abile sia inutile significa essere superficiali. Distruggerlo nella sua integrità, umiliarlo e escluderlo senza porsi il problema dei suoi sentimenti e della sua vita… questo è essere criminali. Niente di meno.
I sentimenti sono gli stessi. Cioè?
Significa che il diversamente abile e l’abile soffrono tutti allo stesso modo perché sono dotati di sentimenti che agiscono indipendentemente dal corpo e dall’intelligenza.
Oltretutto il bullo, attaccando una persona più debole mostra tutta la sua debolezza, invece di difenderla ( manifestando una grande forza ).
Cos’è allora “ NORMALE “ ?
Ognuno è diverso dall’altro, quindi un canone di normalità non si può stabilire da un punto di vista naturale. È la pubblicità, è la moda, è la tv ed è la società influenzata da questi che pone la regole del normale.
Quale consiglio dare?
Non tiratevi indietro dal manifestare i vostri sentimenti anche ad una persona “ meno fortunata” di voi. Non pensate che non capisce, non ponetevi mille pacchi mentali su come relazionarvi… parlate col cuore e tutto finisce lì. Nulla di complesso, nulla di impossibile.
Diffondete il vostro messaggio di pace, affinché questa discriminazione nei confronti della disabilità vada piano piano diminuendo sempre di più.
Cosa fare se un mio conoscente disabile subisce prepotenze?
Bisogna innanzi tutto manifestare la solidarietà. È importantissimo questo. Poi è importantissimo denunciare l’accaduto a chi può intervenire:
• carabinieri ( CHIAMA IL 113 ) - chiedere aiuto non significa denunciare... -
• preside
• genitori del ragazzo
• propri genitori
• sosbullismo
• anmic ( associazione nazionale mutilati e invalidi civili )
A voi la scelta.
Se non denunciate siete in concorso in uno dei reati più abbietti che ci sia, e per di più contro una persona che non si può difendere…
|
Il suicidio : attenzione! | | | |
Salvati, salvami, salvaci ma soprattutto salviamoci!
- Io non escludo di poterlo fare! La mia famiglia, la società che mi è vicino, la mia fidanzata....nessuno potrebbe capirmi....e anche un amico prete mi ha sbattuto la porta in faccia!!!!!!! -
Ecco come comincia la tragedia di un giovane costretto tra le sbarre della solitudine...quegli sbarramenti fatti d'aria: inesistenti al tatto o alla vista, ma durissimi da eliminare per chi, come sesto senso, usa anche il cuore. Si rimane soli... e la frastornante presenza del silenzio ci distrugge l'anima con pesanti martellate sul petto.
E rimane il "niente".
Questo ragazzo, che veramente ha scritto queste parole, è stato investito dei chiodi e della croce che dovranno accompagnarlo per i prossimi passi, che lo hanno trafitto e che lo stanno facendo morire. La solitudine sgorga dalla mano sinistra e la rabbia dalla mano destra...in testa una corona d’indifferenza, e dal costato erompe la tristezza. Unica soluzione sembra rimanere la morte.
Purtroppo sono moltissimi in Italia quei ragazzi che pongono gli sguardi su una sola soluzione che è la più sbagliata, la più inutile: il suicidio.
Ogni anno 40 giovani al di sotto dei 17 anni (ed almeno 5 sotto i 13) compiono il suicidio, ed oltre 130 lo tentano. Nel complesso 105 studenti si tolgono la vita, e molti di più cercano di raggiungere tale scopo.
Questi dati agghiaccianti ci mostrano come, in effetti, nel nostro stato qualcosa non basti, o addirittura sia assente.
I ragazzi con età inferiore a 17 anni sono tutti quei giovani che ancora frequentano o hanno appena terminato la scuola. Quindi, a mio parere, dobbiamo focalizzare l'attenzione proprio dove, ogni giorno, i vostri figli sono costretti a stare.
Tra i banchi di scuola, il nostro sguardo si deve posizionare sui professori e sugli alunni. Come scritto in una proposta di legge del 1998, "il mondo docente non sembra attrezzato a fronteggiare problemi di tali dimensioni". I problemi cui si fa chiaro riferimento sono proprio la diffusione di un pensiero di autolesionismo o suicidio e la presenza di uno stato depressivo grave.
In poche parole, il professore potrebbe, nello standard, non essere in grado di capire quando un ragazzo sta male, soffre nel suo dolore. L'unica motivazione per quest’incapacità è sicuramente la mancanza di un dialogo aperto e un rapporto di fiducia tra alunno ed insegnante: un dialogo che potrebbe salvare qualche vita.
Oggi nelle scuole è sempre attivo lo sportello psicologico per qualsiasi tipo di pressione o disturbo dell'anima, per donare qualche ora ai giovani. Quelle stesse ore che professori troppo impegnati non riescono a concedere.
il testo continua dicendo: "Lo psicologo si articola su tre livelli fondamentali: il primo livello é propriamente istituzionale, attraverso un lavoro di consulenza ai capi d'istituto e agli organi collegiali in merito all'organizzazione scolastica nel suo complesso, tenendo conto delle specificità proprie di ogni istituto. Un altro livello riguarda l'attività di consulenza offerta ai genitori sulle tematiche inerenti alla relazione con i propri figli e la gestione delle problematiche evolutive. Infine c'é l'offerta di consultazione agli studenti che ne facciano richiesta, individualmente o in gruppo". L'importanza della presenza di uno psicologo presso ogni istituto si può spiegare con quanto afferma Gabriel Levi, neuro-psichiatra infantile che, come responsabile del centro per la prevenzione del rischio psicopatologico nell'età evolutiva dell'Università La Sapienza, da anni studia il suicidio negli adolescenti.
''I casi di suicidio tra i giovani - afferma Levi - in pochi anni sono raddoppiati e la tendenza segnala un'ulteriore crescita ''. La causa è la depressione che tocca fasce d'età sempre più basse ''. ''Il 2,8% della popolazione tra gli 8 e i 13 anni è depresso - aggiunge - e calcolando che su 100 ragazzi depressi 4 almeno tenteranno il suicidio, il problema si delinea nella sua gravità ''.
''La tragedia - spiega Levi - è che a scuola troppo spesso la depressione è scambiata per svogliatezza, così il giudizio dei professori non è favorevole e la sofferenza aumenta '', ''e la reazione dell’adolescente scoppia con forza incommensurabile ''.
Levi aggiunge che dietro il 50-70% dei casi di suicidio ''esistono situazioni ben note ai genitori, agli operatori socio-sanitari e in particolare agli insegnanti. Si tratta di ragazzi tristi, spenti, inibiti, bloccati incapaci di gridare il loro dolore e la loro sofferenza ''. Poco o del tutto imprevedibile è, invece, il 30-50% dei casi di suicidio nei giovani: ''qui il desiderio di morte insorge in una personalità fino ad allora sana e ben organizzata, per un evento improvviso e traumatico vissuto dal ragazzo come del tutto squilibrante ed umiliante rispetto all'immagine di sé.
Ritengo sia il momento di correre ai ripari e trovare prima il nemico da sconfiggere e poi anche la soluzione. Dopo aver riconosciuto l'indifferenza o l'incapacità d'azione di fronte ai drammi giovanili da parte del professore medio, chiediamoci il perché di tale sofferenza.
A questo punto dobbiamo, a mio parere, focalizzare l'attenzione sul così detto BURNOUT: “Crisi depressiva e malessere generalmente causato da affaticamento fisico ed emotivo; atteggiamento distaccato e apatico nei propri confronti da parte degli altri studenti per ciò che riguarda i rapporti interpersonali; sentimento di frustrazione per la mancata realizzazione delle proprie aspettative scolastiche.”
Tra i fattori che scatenano i tentativi di suicidio da parte di adolescenti, i problemi nati nell'ambito della scuola (generati da mobbing, bullismo o incomprensioni con i professori e compagni di scuola) rappresentano il 42% dei fattori indicati dai ragazzi per giustificare il gesto.
Sono 12 milioni le vittime del mobbing in Europa. Quindi: quante persone dovranno ancora morire? Quale sarà la drammatica percentuale dell'anno prossimo? Ma soprattutto: potremo leggerla tutti? Combattiamo da subito per difenderci l'un l'atro.
Il Dr. Roberto Chiodo, docente di Sociologia dell’Educazione presso l’Università di Genova, ha voluto dare a voi insegnanti e genitori qualche suggerimento per evitare altre vittime.
I cambiamenti nel comportamento scolastico degli adolescenti che possono rappresentare indicatori sono: improvvise e ripetute assenze da scuola, diminuzione del rendimento scolastico e incapacità di portare a termine i compiti iniziati, astensione dalle attività di gruppo e generale chiusura verso i compagni, insistenti accenni alla morte nei discorsi e/o negli scritti, sbalzi d’umore quali ad esempio scoppi di pianto immotivati, cambiamenti rilevanti nell’aspetto e nella personalità, comportamenti violenti e provocatori particolarmente eclatanti.
In concreto qual è l’atteggiamento più indicato per i genitori di un adolescente in forte crisi?
Essere pazienti con l’adolescente, prendere sul serio minacce e atti, mostrare amore, accettazione, tolleranza, mantenere viva la comunicazione, non lasciare solo il giovane.
Il pontefice precedente a Giovanni Paolo II, durante l'Udienza Generale, tenuta nell'Aula Nervi in Vaticano, ha detto: "Carissimi dopo il periodo delle vacanze, vi auguro di riprendere le consuete attività con la consapevolezza di compiere sempre la volontà di Dio, sorgente della nostra pace".
Ma a volte neanche dio ci può dare il coraggio di tornare a scuola...
il disegno di legge dice anche:<< Riteniamo che la scuola, in ogni ordine e grado, costituisca un luogo privilegiato per attuare tali interventi: la scuola infatti deve essere considerata non solo un contesto di sviluppo e di apprendimento, ma anche un importante luogo di aggregazione e di circolazione delle culture giovanili. Crediamo pertanto indispensabile che la scuola accresca le proprie potenzialità di accoglienza ed ascolto, divenendo finalmente capace di accogliere le diverse forme di espressione del disagio, per dar loro adeguata risposta.
La realizzazione di interventi preventivi o, per meglio dire, di promozione della salute e del benessere, deve quindi tenere in particolare considerazione i contesti di sviluppo dei giovani, in modo da favorire l'aumento delle competenze educative degli adulti che entrano in relazione con i ragazzi: genitori, educatori, insegnanti.>>. Ma come spesso succede, le speranze non si sono avverate, come al solito qualcosa non ha funzionato.
Come al solito le belle parole degli uomini non sono rette dal coraggio e dalla determinazione di mettersi in gioco. Come al solito, cari ragazzi, c'è chi ci abbandona. Ma non resteremo mai da soli, mai il mondo ci volterà le spalle. Bisogna solo alzare lo sguardo e ascoltare, perché c'è sicuramente qualcuno che ci sta chiamando e che aspetta una nostra risposta!
Dobbiamo solo dire si!
Tu sei pronto ad un forte si?
Il narcisismo come causa ulteriore | | | |
Sosbullismo vuole ringraziare Mario, uno degli utenti del sito, per averci inviato il file allegato qui di seguito.
Il narcisismo… di questo stiamo qui trattando.
È importante cercare di definire tutte le possibili cause del bullismo ( e della violenza in genere ) perché trovato il problema, sarà più facile individuare la soluzione.
Il problema non è importante solo scovarlo ma anche conoscerlo.
Per questo voglio trasmettere a voi questo file power point con la speranza di aiutarvi a capirne sempre di più.
Inoltre chiediamo a tutti voi, visitatori e registrati, di seguire l’esempio di Mario e di sfruttare questa piattaforma online per contribuire alla condivisione della cultura e della propria esperienza quotidiana.
Grazie a tutti voi.
|
<*> LUCE INFINITA DELL'AMORE, DELLA COMPASSIONE, DELLA VERITA'<*> |
|
|
|
Nessun commento:
Posta un commento