venerdì 24 gennaio 2014

(4) Mobbing e Stalking - Malessere psicologico e stress per mobbing e stalking



http://www.uilpa.it/mobbing-e-stalking
Sportello di Ascolto Mobbing e Stalking

area benessere organizzativo sul posto di lavoro


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 Mobbing e Stalking


UNIONE ITALIANA DEL LAVORO

SEGRETERIA CONFEDERALE

S

EDE NAZIONALE

00187

ROMA VIA LUCULLO, 6

TELEFONO

06 47531

TELEFAX

06 4753208

SEDE EUROPEA

R

. DU GOUVERNEMENT PROVISOIRE 34

1000

BRUXELLES

TELEFONO

00322 / 2178838

TELEFAX

00322 / 2199834

Data: 16-02-2012

Prot: 87

Servizio: Organizzazione


Coordinamento Nazionale Violenza, mobbing e stalking

Oggetto: Protocollo di intesa

A TUTTE LE STRUTTURE
 
Il

Coordinamento Nazionale Violenze, mobbing, e stalkingche come sapete promuove e

sostiene tutte le iniziative volte a favorire le politiche di buone prassi e la cultura della non

violenza ha siglato un protocollo di intesa con la

UIL Polizia

Tale protocollo si pone come obiettivo quello di aiutare le vittime di violenza e di atti persecutori

nel difficile percorso della denuncia nelle sedi preposte. L

obiettivo è quello di agevolare le

formalità in sede di sostegno e accompagnamento dei soggetti vittime di violenza nelle varie fasi

della denuncia presso le forze dell

Ordine. Eun protocollo che fornisce un aiuto fattivo, concreto

e finalmente risolutivo alle vittime. Già perché loro si rivolgono ai centri di ascolto con estrema

fiducia e, quindi, devono essere tutelati in tutte le fasi della denuncia.

Considerando tale protocollo una iniziativa efficace, nonché di primaria importanza, chiedo ai

segretari responsabili delle Unioni Regionali, delle Camere Sindacali, delle categorie della UIL, e

ai responsabili dei centri di ascolto confederali e di categoria di rendere operativo questo

protocollo favorendone il risultato positivo rapportandosi con la responsabile nazionale, Dott.ssa

Alessandra Menelao.

Allegato: Protocollo di intesa

Roma, 16

02- 2011

Fraterni saluti

La responsabile Nazionale

(Dott.ssa Alessandra Menelao)

PROTOCOLLO DI INTESA PER LA PREVENZIONE E IL CONTRASTO DELLA VIOLENZA

TRA

UIL COORDINAMENTO NAZIONALE VIOLENZA- MOBBING- STALKING

E UIL POLIZIA

PREMESSO

Che il coordinamento nazionale violenza e mobbing e stalking della UIL, attraverso i suoi centri di

ascolto, sostiene da tempo iniziative volte alla promozione e alla tutela dei diritti fondamentali

della persona e dell
’ uguaglianza fra le persone
Che la violenza contro le donne è presente in tutti i paesi, ed è trasversale a tutte le culture
indipendentemente da fattori sociali, economici e culturali;
Che la violenza può assumere diverse forme e tipologie: violenza fisica, violenza sessuale,
molestie, stalking, mobbing, stupri, sfruttamento, economica, psicologica, religiosa;
Che i dati su
“ la violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia” ( indagine
Istat 2006 ), affermano che 6 milioni 743 mila donne dai 16 ai 70 anni nel corso della loro vita
hanno subito una violenza fisica o sessuale; mentre 2.077.000 donne hanno subito comportamenti
persecutori (stalking);
VISTA
La Convenzione sull
’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne,
adottata dall
’assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1979, entrata in vigore il 3 settembre
1981 e ratificata dall
’Italia nel 1985;
La Dichiarazione delle Nazioni Unite sull
’eliminazione della violenza contro le donne, adottata nel
1993;
Il Protocollo operazionale alla Convenzione sull
’eliminazione di tutte le forme di discriminazione
nei confronti delle donne, adottato dall
’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 6 ottobre 1999;
La Convenzione europea dei diritti dell
’uomo;
La raccomandazione europea 1450 del 2000, sulla violenza contro le donne in Europa;
La risoluzione europea 1247 del 2001 sulle mutilazioni genitali femminili;
La raccomandazione europea1582 del 2002 sulla violenza domestica contro le donne;
La Risoluzione europea1327 del 2003 sui cosiddetti crimini di onore;
La Raccomandazione europea 1663 del 2004 sulla schiavitù domestica;
La Raccomandazione europea 1681 del 2004 sulla campagna per combattere la violenza domestica
contro le donne;
La Risoluzione europea del 20 settembre 2001 sul mobbing;
La Legge 15 febbraio 1996, n. 66;
La Legge 5 aprile 2001, n. 154;
La Legge 23 febbraio 2009, n.11
SI CONVIENE QUANTO SEGUE:
La UIL COORDINAMENTO NAZIONALE VIOLENZA-MOBBING-STALKING, attraverso i suoi centri di
ascolto distribuiti a livello territoriale :
-
promuove e sostiene iniziative volte a favorire le politiche di buone prassi e la cultura della
non violenza in particolare per il contrasto delle violenze;
-
garantisce i soggetti che hanno subito violenze, vessazioni, abusi e maltrattamenti fisici,
psicologici e sessuali sostegno e assistenza attraverso:
o
colloqui individuali di accoglienza e di sostegno psicologico per la comprensione e
l
’uscita del disagio;
o
avvio e gestione dei percorsi individuali di uscita dalla violenza;
o
avvio e gestione della consulenza sindacale;
o
avvio e gestione della consulenza legale;
o
sostegno e accompagnamento dei soggetti nelle varie fasi della denuncia presso le
Forze dell
’Ordine;
-
promuove, sostiene e realizza percorsi di formazione e di sensibilizzazione sul tema della
violenza;
-
provvede alla raccolta, all’elaborazione e alla diffusione dei dati dei propri centri di ascolto.
Sulla base dell
’esperienza maturata, si è riscontrato che appare particolarmente delicata la fase di
sostegno e accompagnamento dei soggetti oggetto di violenza-stalking presso le Forze dell
’ordine
da parte del personale adibito ai centri di ascolto;
Per tale motivo si ritiene utile ed importante che nell
’ambito delle esigenze operative che possano
emergere in questa fase:
il centro di ascolto potrà interessare l
’ufficio nazionale – nella persona della responsabile
nazionale, Dott.ssa Alessandra Menelao, per ricevere un supporto - al fine di agevolare le
formalità in sede di sostegno e accompagnamento dei soggetti nelle varie fasi della denuncia
presso le Forze dell
’Ordine - dal referente individuato dalla UIL POLIZIA;
L
’ufficio nazionale contatterà la UIL POLIZIA per chiedere il supporto di un referente UIL POLIZIA
presso il centro di ascolto;
Il coordinatore della UIL POLIZIA a stretto giro provvederà a far contattare il centro di ascolto
interessato dal referente della UIL POLIZIA designato e che sarà stato preventivamente allertato
dallo stesso coordinatore . La UIL polizia, si impegna a fornire e ad assicurare la pronta
disponibilità del proprio referente individuato all
’uopo per la messa a punto della denuncia della
vittima fornendo alla vittima tutte le informazioni tecniche per la eventuale gestione del suo caso.
Inoltre, la
UIL COORDINAMENTO NAZIONALE VIOLENZA- MOBBING- STALKING e la UIL POLIZIA
valuteranno la possibilità di organizzare
percorsi di formazione e di sensibilizzazione sul tema
della violenza mirati al personale della Polizia di Stato iscritto o simpatizzante della
UIL POLIZIA.
Sarà cura delle Parti interessate procedere annualmente ad una verifica di tale protocollo
finalizzata a implementare le fasi operative sulla base delle criticità riscontrate.
Roma, 03-02-2012
Il segretario generale UIL Polizia La responsabile Nazionale
Oronzo Cosi Alessandra Menelao


§

Mobbing Vs. Stalking


Il Legislatore italiano ha recentemente colmato la lacuna del nostro Ordinamento in tema di molestie e, più in generale, di atti persecutori. E' stato infatti introdotto l'art. 612 bis del codice penale (‘Atti persecutori'), secondo il quale "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero di ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita". Si è voluto in questo modo contrastare il fenomeno del cosiddetto ‘stalking' (dall'inglese to stalk = molestare, perseguitare). Mettiamo a confronto il fenomeno dello stalking con quello del mobbing quale
comportamento illecito del datore di lavoro o dei colleghi protratto nel tempo, preordinato e finalizzato all'emarginazione o all'eliminazione del lavoratore che ne è vittima. Nonostante l'esistenza del fenomeno sia ormai apertamente riconosciuta dalla Magistratura del Lavoro e nonostante un numero sempre maggiore di lavoratori affermi di essere (o di essere stato) vittima di mobbing, nel nostro Paese manca ancora un'apposita legge a tutela del lavoratore. Si tratta di una lacuna legislativa che ha dato origine a un acceso dibattito tra quelli che ritengono indispensabile disciplinare normativamente il fenomeno del mobbing e quelli che invece sono contrari. Una delle differenze tra il mobbing e lo stalking è che in quest'ultimo l'aggressore pone in essere la condotta persecutoria nell'ambito della vita privata della vittima, mentre nel mobbing l'aggressore si muove all'interno dell'ambiente di lavoro. Tuttavia, gli effetti negativi del mobbing non sono legati soltanto alla sfera economica e professionale (ad esempio, l'autoeliminazione della vittima che molto spesso si trova costretta a dimettersi), ma finiscono inevitabilmente col ripercuotersi nella vita sociale, personale, familiare del lavoratore vittima di mobbing (svilimento della personalità e della dignità umana che può provocare disturbi psicofisici, perdita di fiducia e di autostima, stato d'ansia, ecc.). Ecco perché, a mio parere, quello dello stalking è un fenomeno per certi versi simile a quello del mobbing, soprattutto per quanto riguarda gli effetti negativi sulla persona, persona che lo Stato ha il dovere di tutelare in qualsiasi ambito della vita. Si possano verificare episodi di stalking anche in ambito lavorativo, e non si tratta necessariamente di episodi posti in essere dal datore o dal superiore. Si pensi al caso di quel dipendente che, volendosi vendicare del datore di lavoro ritenuto arrogante e autoritario, lo attacca sulla sfera privata con telefonate continue nel cuore della notte, messaggi sms intimidatori, minacce, ingiurie, ecc. Le caratteristiche in comune e il fatto che per lo stalking si sia ritenuto di dover contrastare normativamente il fenomeno, ripropongono la questione sulla necessità o meno di disciplinare normativamente anche il fenomeno del mobbing.

(31/08/2009 - Maximilian Maria Russo)
§


Cronaca, Osservatorio sulle Relazioni

Violenza domestica (e stalking): le donne amano chi fa del male

I risultati di una ricerca condotta dal St. Michael Hospital di Toronto: la maggioranza continua a considerare il proprio partner una persona affidabile, paziente e premurosa. È risaputo che molte donne non abbandonano relazioni con partner che abusano di loro psicologicamente, fisicamente e sessualmente. Ma come è possibile? Per scoprirlo dovremmo chiederlo a loro. Le donne che vivono queste relazioni. UNA RICERCA – È quello che hanno fatto i ricercatori del St. Michael Hospital di Toronto e della Adelphy University di Garden City (NY), che hanno intervistato una ad una 611 donne di età media intorno ai 35 anni, di basso reddito e residenti in zone urbane. Le interviste hanno avuto una durata di circa un’ora e mezza ciascuna e sono avvenute in luoghi concordati con le stesse donne perché si sentissero a loro agio.  Quello che è venuto fuori è una realtà a dir poco sconcertante. Il 43% delle donne intervistate ha dichiarato di aver subito violenze domestiche nell’arco dell’ultimo anno. Quelle psicologiche e croniche sono più frequenti di quelle fisiche e sessuali.
RISULTATI SCONCERTANTI - Quello che è importante è che più della metà di queste donne (54%) continua a considerare il proprio uomo una persona affidabile, sia finanziariamente che emotivamente, e circa una su cinque (21%) li considera pazienti e premurosi. È questo il motivo per cui non interrompono la relazione.  Solo il 2,3% ritiene i propri compagni estremamente oppressivi e l’1,2% riporta che il proprio partner si produce in gravi comportamenti generalmente violenti.  Non sono presi in considerazione dalla ricerca importanti fattori che contribuiscono alla formazione di una visione distorta del proprio partner e della propria relazione da parte delle donne in questione e che rimandano alle strategie applicate dagli uomini per isolare le proprie compagne e renderle dipendenti da loro.
TIPOLOGIE SPECIFICHE – Ma lo scopo dello studio era quello di riuscire a scoprire se le informazioni di donne che non hanno fatto richiesta per trattamenti o consultori per relazioni problematiche possano essere una risorsa per arrivare a individuare specifiche tipologie di aggressori.  Sulla base delle interviste i ricercatori hanno diviso gli uomini protagonisti di queste violenze in tre gruppi. Gli uomini “pericolosamente molesti” (18%) che sono i più pericolosi sia per i familiari sia per il resto della comunità; gli uomini “decisi e oppressivi” (38%) che mostrano livelli moderati di violenza e alcuni tratti positivi come l’affidabilità; gli uomini “affidabili e molestatori” (44%) che sono meno oppressivi e violenti.
UN ALTRO LIVELLO DI SPIEGAZIONE – La dottoressa O’Campo, direttrice del centro di ricerca del St. Michael Hospital, afferma che “spesso la gente immagina il molestatore come una persona violenta per un giorno e carina per gli altri cinque” e che lo studio effettuato, focalizzandosi sugli autori delle violenze e non solo sulle vittime, ci restituisce invece “un altro livello di spiegazione del motivo per cui le donne restano nella relazione”.  “L’importanza di ascoltare la voce delle donne non potrà mai essere sottolineata abbastanza e necessità ulteriori esplorazioni” dice la dottoressa O’Campoquesto è solo un potenziale passo verso una migliore conoscenza di come trovare ulteriori modi per garantire la sicurezza delle donne”. (http://www.giornalettismo.com/archives/59563/violenza-domestica-donne-amano/)
§
Mobbing e Stalking - Video Youtube

Lo stalking organizzato di gruppo é un crimine serissimo = http://www.youtube.com/watch?v=hKFtVwMHUHM


La violenza psicologica non lascia segni fuori ma uccide dentro = http://www.youtube.com/watch?v=qMaSwQ7xQ7A

Avvocati Senza Frontiere = http://www.youtube.com/user/robinhoodonlus?feature=results_main




1
La valutazione del danno da mobbing e stalking dal punto di vista psicologico
(A cura di Ernesto Mangiapane, Gabriella Ilse Viscuso)
Premessa





Il nostro intervento intende affrontare la valutazione del danno da mobbing e da stalking da un punto di vista psicologico. Partendo dalla strutturazione di un modello che affronta i fenomeni persecutori attribuendo ampia rilevanza alla vittimologia, delineeremo il concetto di esperienza traumatica e danno, attraverso l’utilizzo di un approccio descrittivo, mediante la teoria della scienza diossologica di Ege (2010), e di un approccio psicodinamico, basandoci sul modello sindromico di Meloy (1998) che postula alla basa dei comportamenti persecutori una patologia narcisistica.
Perché per il nostro modello è importante riflettere sulla vittimologia? Perché la vittima può aver un ruolo attivo nelle dinamiche relazionali instaurate con l’aggressore.
La vittimologia nasce con B. Mendelsohn che nel 1937 introdusse una nuova scienza che proponeva come oggetto di studio la vittima di un reato proprio per meglio indagare la genesi e lo sviluppo dell’evento criminale. Prima delle teorizzazioni di Mendelsohn, in campo criminologico, l’attenzione veniva riposta completamente sul criminale o sull’azione deviante, mentre la vittima veniva percepita come totalmente passiva ed in balia degli eventi. Quando è stato rilevato che alcuni soggetti avevano avuto delle "responsabilità" per la propria vittimizzazione (ad es., avevano provocato l’aggressore oppure avevano ignorato dei segnali di pericolo) il "focus" di indagine si è spostato, comprendendo tutti gli attori della scena criminale (A. Zucchini, 2011). La vittimologia, in questo senso, rappresenta la raccolta e la valutazione di tutte le informazioni significative che hanno a che fare con la vittima e con il suo stile di vita.
Per noi, lo studio della vittimologia nella valutazione di un danno da esperienza traumatica causata dalla presenza di azioni persecutorie ha due funzioni specifiche importanti: una funzione preventiva, con lo scopo di tentare di ridurre il numerosi vittime e le circostanze contestuali nelle quali è più probabile essere vittimizzati (attraverso la ricerca e lo studio sulle specifiche proprietà bio-psico-sociali della vittima e del suo rapporto con l’aggressore); ed una funzione riparativa per ridurre e quantificare gli effetti dei danni fisici (danno biologico) e psicologici (esperienza traumatica) arrecati mediante lo studio e la valutazione degli effetti sulla vittima riscontrabili sia a breve che lungo termine (A. Zucchini, 2011).
Stalking e Mobbing: verso una lettura diossologica dei fenomeni persecutori





Affrontare i fenomeni dello stalking e del mobbing significa inoltre, ricondurre tali fenomeni, seppur collocati in ambienti e contesti diversi, sotto una stessa matrice epistemologica che vede nell’atto persecutorio, o più specificatamente nella persecuzione, l’elemento cardine della loro genesi attuativa.
La Diossologia, scienza psicologica introdotta nel 2010 da Harald Ege, rappresenta una innovativa cornice teorica mediante il quale ricercare una regolarità comportamentale per la comprensione delle 2
condotte persecutorie dell’essere umano, utilizzando un nuovo approccio scientifico basato su sette parametri identificativi. La scienza diossologica, quindi, si occupa di definire tutti quei fenomeni quali lo stalking, il mobbing, lo straining, il bullismo che, seppur singolarmente analizzabili, hanno una comune radice epidemiologica: la persecuzione.
Secondo H. Ege, la persecuzione è una situazione conflittuale caratterizzata da sistematiche azioni ostili che non si consumano nella stessa giornata, ma che perdurano nel tempo. Ogni forma di persecuzione nasce da un conflitto o da un’azione ostile che può essere identificata nei seguenti atti: inseguimento fisico, ripetute azioni moleste, situazioni discriminanti.
Ege ha individuato sette parametri comuni per identificare una situazione di persecuzione:
1. Ambiente
2. Frequenza
3. Durata
4. Tipo di azioni
5. Dislivello tra gli antagonisti
6. Andamento secondo fasi successive
7. Intento persecutorio
All’interno di questi sette parametri si snodano i fenomeni che abbiamo citato precedentemente e che ora andremo a descrivere in maniera specifica, per poterli successivamente rapportare alla loro peculiare valutazione ai fini della stesura di una perizia psicologica da danno.
Nello specifico parleremo di stalking e di mobbing.
Definiamo lo stalking come una costellazione di comportamenti assillanti, intrusivi, persecutori che si ripetono nel tempo, portando la vittima a sviluppare un sentimento di fastidio, paura e allerta.
Mentre il mobbing è una situazione lavorativa di conflittualità sistematica, persistente in un costante progresso in cui una o più persone vengono fatte oggetto di azioni ad alto contenuto persecutorio da parte di uno o più aggressori in una posizione superiore, inferiore o di parità, con lo scopo di provocare alla vittima danni di vario tipo e gravità (Ege 2002).
Riportiamo i parametri identificativi dello stalking: I 7 PARAMETRI DELLO STALKING
PARAMETRI
REQUISITI
AMBIENTE
Persecuzione nella vita privata
FREQUENZA
Le azioni moleste devono accadere con frequenza settimanale
DURATA
Il conflitto deve essere in corso da almeno tre mesi; 3 mesi nel caso del quick-stalking
TIPO DI AZIONE
Le azioni subite devono appartenere ad almeno una delle 5 categorie delle azioni violente (violenza fisica, sessuale, psicologica, economica e sociale).
DISLIVELLO
La vittima è sempre in posizione di inferiorità
ANDAMENTO FASI SUCCESSIVE
Schematicamente, la vicenda ha raggiunto almeno la 2 fase del metodo Ege (Conflitto, azioni persecutorie, conseguenze psicofisiche della vittima, scontro finale)
INTENTO PERSECUTORIO
Perché si possa parlare di Stalking, ci deve essere da parte dello stalker un chiaro scopo distruttivo nei confronti della vittima chiaramente ostile e negativo.


martedì 18 giugno 2013

BOICOTTAGGIO MON $ ANTO: FINALMENTE LA LISTA DEI MARCHI COMPLICI !!!

Salvare la Terra!

Se le immagini non vengono visualizzate correttamente, scoprire la pagina on-line

BOICOTTAGGIO MON $ ANTO:

FINALMENTE LA LISTA DEI MARCHI

COMPLICES assassinato!

Inviato il 18/06/2013 alle 13h42
Boicottare Monsanto: finalmente l'elenco delle marche complici!

Contro la sterilizzazione dei suoli agricoli
e la conservazione dei semi naturali,
riportiamo qui di seguito complici marche MON $ ANTO:
UNILEVER Lipton, Knorr KELLOGS, Coca-Cola, Pepsi, Quaker, SHWEEPS, Ben & Jerry MIKO AMORA, tessera o, CORNETTO, MAGNUM, MESH, frutta o, ALSA Vienetta, PLANTA FIN, amido di mais, PRO -ACTIV, Lipton, AXE, Monsavon, Colomba TIMOTEI, SEGNALE Rexona, GROSS WILLIAMS, TONI & GUY, DOVE MEN + CARE, CIF, Cajoline OMO, SKIP, SUN, PREZZEMOLO, Bühler, DOMESTOS
(...)
Le alternative sono numerose ed etico!

Nota Jacques:
My $ anto continua a correre a miliardi indisturbati dai tribunali, una denuncia contro coloro che ostacolano, inquina il pianeta ed i suoi abitanti con veleni di ogni genere, si appropria della vita.
Makers, spesso corrotta, osservano senza batter ciglio! Sì, è la legge del commercio e della concorrenza, è così, non possiamo fare nulla. Fate come loro, ci ha lasciato in questa lotta per il potere, che è proprio dell'uomo, ciascuno nella sua bocca, che sovrascrive il primo è la scelta giusta, soprattutto se si tratta di un caso di note chiave o)
Sarebbe dunque, la vita su questo pianeta? I nostri politici non hanno che qui per noi?

Leggi la nostra piena dossier sugli OGM


Messaggi che sono anche sul Buzzz Web (social network e web)
Verde per i credenti, interpretato da Fred informatore (audio HD, che innescato , probabilmente sono essi non ascoltato - una nuova intrusione di hacker fondamentalisti nel nostro computer ...)

Viva la vita vera!
Buongiorno.

Unità di carbonio @ ssociées

Stanno circolando che questo post-passaggio - è già sul Web Buzzz!
QUESTO E 'IL GESTO SEMPLICE in nostro potere!