AUM OM OM: il suono primordiale
e il più importante simbolo dell’Induismo
§*** KRISHNA e RADHA ***§
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§ SRI SATHYA SAI BABA § Guida alla Cultura e alla Spiritualità Indiana Basata sugli insegnamenti di Sri Sathya Sai Baba (compilata da smt. Kausalyarani Rhagavan - 1980) INDICE I. I testi sacri dell'induismo II. I sistemi della filosofia indiana III. Gli insegnamenti Divini del Bhagavan Baba riguardanti la Spiritualita' e la Cultura indiana IV. Le varie grandi religioni del mondo e la loro unita' V. Rappresentazioni alfabetiche VI. Rappresentazioni numeriche VII. 108 Massime morali --------------------------------------------------------- I. I TESTI SACRI DELL'INDUISMO 1. Come si chiama il nostro paese? Il nome del nostro paese e' " Bharat". 2. Perche' si chiama Bharat? Perche' la gente del nostro paese sente attaccamento per il Bhagavan; " Bha" vuol dire Bhagavan, e " Rathi" significa attaccamento. Questo e' il significato spirituale del termine " Bharat". 3. Dimmi quali sono i due grandi poemi epici del nostro paese. Sono il Ramayana e il Mahabharata. Il primo e' la storia di Sri Rama, e il Mahabharata e'la storia di Sri Krsna. 4. Chi li scrisse? Il Ramayama fu scritto dal saggio Valmiki, e il Mahabharata lo scrisse il grande saggio Vyasa. 5. Che cosa sono i " Veda " ? Definiscili. La parola " Veda" significa conoscenza di tutto". Questa parola deriva dalla radice "vit" che significa conoscenza. Dio, nella Sua grazia, ci ha dato questi Veda affinche' sappiamo di questo mondo, capiamo il significato della nascita umana e lo spirito del Divino. Sicche' "Veda" sgnifica " parola di Dio ". 6. Come furono originati i Veda ? Dio ha dato i Veda. Essi sono come il respiro stesso di Dio. I sacri Rsi, i veggenti di questo paese, con le loro penitenze e le ricerche nella Natura di Dio percepirono i Veda per mezzo di tanti Suoni Divini che giunsero loro. Per una cosa quale e' l'udire i suoni Divini non esiste altra Pramana, altra Autorita' che il fatto stesso. Cosi' i Veda sono la Parola di Dio, e 'Svara' , o 'Vani' il Suono e' l'origine dei Veda. L''Aksara" AUM e' l'origine dei Veda e del Creato. 7. Perche' i Veda sono chiamati " Sruti " ? " Sruti " significa una nota musicale. Questi Veda sono il prodotto solamente dell'audizione da parte di Veggenti dei vari suoni Divini, e si chimano Sruti perche' sono stati ricevuti per mezzo dell'azione uditiva. 8. Quanti Veda ci sono ? Fammene il nome. Quando per la prima volta furono emanati ce n'era un numero interminabile, ma oggi, dopo il corso dei secoli, ne sono rimasti solo quattro: 1. il Rg Veda. 2. il Yajur Veda 3. il Sama Veda, e 4. l'Atharva Veda. 9. Che cos'e' il Rg Veda ? E' un insieme di piccole stanze, o Mantra, da cui il nome Rg. Il Rg Veda inoltre contiene sentenze importanti, come " Sathyyam vada" (di' il vero ); "Dharmam ciara" ( segui il Dharma, la via della rettitudine ). Contiene anche vari riti e procedure giovevoli a mantenere intatta la societa'. 10. Che cos' il Yajur Veda ? Esso ci insegna come compiere i nostri doveri ( sia rispetto a Dio: quindi i rituali da seguire in ogni atto sacrificale; sia rispetto al mondo ed alla societa' ), oltre che occuparsi della sicurezza della societa'. 11. Che cos'e' il Sama Veda ? Le parole del Sama Veda sono musicate, e il loro testo contiene l'essenza del Rg e del Sama Veda. 12. E l'Atharva Veda, che cos'e' ? Questo Veda ci insegna come allevare i bambini, come aver cura della famiglia e dei vecchi, e come vivere contenti. Contiene anche discipline speciali e tecniche curative. 13. Perche' i Veda sono chiamati " Nitya" e " Apauruseya"? I Veda sono " nitya " perche' sono eterni; e sono " apauruseya " perche' non sono stati inventati dall'uomo. La loro origine e' divina. Sono il respiro stesso di Dio. 14. Quale sono le quattro divisioni dei Veda? Sono: Samhita, o raccolta di Mantra in lode di Dio; Brahmana, istruzioni dettagliate sui riti e sul cerimoniale; Aranyaka, indagini sulla Verita' Suprema; e Upanisad, trattati filosofici che formano la base dei grandi sistemi della filosofia indiana. 15. Com'e' stato conservato l'insegnamento dei Veda ? Per mezzo della trasmissione tradizionale dalla bocca del maestro all'orecchio de discepolo. Percio' e' stato chiamato "Sruti". 16. Chi e' il " Mantra-Drasta " ? Sono i Rsi che hanno ricevuto la rivelazione Vedica e la trasmissione dei Mantra direttamente dall'Essere Supremo; essi sono detti " Mantra-Drasta". 17. Chi e' la " Brahmavadini " ? Le donne veggenti, che ebbero la visione dei Mantra e delle verita' Vediche sono chiamate Brahmavadini. 18. Quanti sono coloro che ebbero la visione dei Mantra Vedici ? Si dice che le persone che ebbero la visione dei Mantra Vedici siano 300. 19. E tra essi, quante furono le donne ? Si contano 32 donne veggenti. 20. Dimmi il nome di qualche Brahmavadini. 1) Vagambhrani, 2) Sarparajni, 3) Uma Haimavathi, 4) Maitreyi ( moglie di Yajnavalka), 5) Garghi ( una veggente della corte di re Janaka ). 21. Che cos'e' il Vedanta ? Letteralmente significa " fine dei Veda "; esso comprende il sistema filosofico che fa da sottofondo alle Upanishad. Queste formano l'essenza dei Veda e sono percio' chiamate " Sruti sira", la testa della "Sruti". Esse vogliono portare l'uomo a quella scienza, a quella saggezza che vede se stessa come reale, e tutto il resto come irreale. 22. Quanti Mantra e quanti Sukta ci sono nei Veda ? Ci sono altre tradizioni basate sui Veda, dalle quali possiamo trarre beneficio ? Contengono 10.581 Mantra e 1.000 Sukta. Dai Veda hanno origine lo Ayurveda, il Dhanurveda, il Gandharvaveda e il Natyaveda; cio' che non c'e' nei Veda non c'e' da nessuna altra parte. 23. Quante sono le Upanisad ? Oggi ce ne sono 108 conosciute, ma in origine erano 1.180. 24. Dimmi il titolo delle dieci Upanisad piu' note. La Isavasya, la Kena, la Katha, la Mandukya, la Taitriya, la Prasna, la Candogya, la Brihadaranyaka, la Mundaka e la Aithareya. 25. Che significato ha il termine " Upanisad " ? 1) cio' che ci porta alla conoscenza del Brahman; 2) cio' che scaccia il timore del Samsara; 3) cio' che distrugge il dolore; e 4) cio' che il Maestro insegna al discepolo seduto accanto e sotto di lui. Le Upanisad contengono il segreto dei Veda. 26. Chi fu il traduttore delle Upanisad in Persiano ? Jagannata Panditaraja insegno' le Upanisad al principe Darashikon, figlio dell'iperatore Shajahan. Dara le tradusse in Persiano. Ci sono traduzioni delle Upanisad in latino, in inglese, in tedesco e in molte altre lingue. 27. In quale lingua sono scritti i Veda ? I Veda sono scritti in sanscrito. 28. Qual'e' la conoscenza che impartiscono le Upanisad? Le Upanisad impartiscono la Conoscenza della Brahmavidya. 29. Che significa " Upasana " ? Significa ricevere la " Diksa " ( l'iniziazione, l'assunzione dell'impegno spirutale ) e fare Sadhana sotto la guida del Guru, per finire a raggiungere il potere Divino. 30. Quanti tipi di Diksa ci sono ? Ce ne sono 32. 31. Quali sono i passi piu' importanti nell' " Upasana"? Il passo piu' importante e' " Anunyasa ", ossia l'intraprendere " japa" ( preghiera, adorazione ) e sentire la presenza del Divino nel proprio corpo. 32.33. Chi e' l' " Adikavi ", ossia il Primo Poeta, il sommo Vate nella letteratura Sanscrita ? L'Adikavi della letteratura sanscrita e' ritenuto essere Valmiki, l'autore del grande poema epico " Srimad Ramayana ", pieno di grandezza morale e di sublime poesia. Gli inni Vedici e le Upanisad sono anteriori al Ramayama, ma non sono di facile comprensione per l'uomo comune perche' sono scritti in sanscrito " vedico". Invece Valmiki scrisse il suo Ramayama in sanscrito " laukika", piu' facile da capire; ma cio' non gli toglie il suo fascino e la sua dignita'. La sua stessa semplicita' lo fa dolce e sublime a un tempo. 34. Qual'e' la base del Ramayana? La base del Ramayana e' il Mantra della Gayatry; esso e' incluso nel poema. 35. Qual'e' il poema piu' lungo nella letteratura di tutto il mondo ? E' il Mahbharata con i suoi 18 "parva" , o canti. Esso contiene molti " upakhyana" ( episodi ). 36. Che cos'e' il " pancama Veda " ( il 5o. Veda ) ? Il Mahabharata e' detto il " Quinto Veda ". 37. Che cos'e' la Bhagavad Gita ? E' una parte del Mahabharata. E' la gemma piu' preziosa di tutte le scritture Indu'. Contiene l'essenza della filosofia Vedanta sotto forma degli insegnamenti di Sri Krsna in persona ad Arjuna sul Kuruksetra, ed e' ritenuto l'insegnamento del Signore a tutto l'universo. Nel vocabolo " gita" , "gi" sta per "sacrificio", e "ta" vuol dire spiritualita'; ossia la Gita insegna tanto il sacrificio quanto la reale natura dell'anima. 38. Quanti sono i capitoli del santo libro della Bhagavad Gita ? Sono diciotto. 39. E quante "kanda" (parti) la compongono? Dimmele. I primi sei capitoli formano la Karma Kanda. I successivi sei costituiscono la Bhakti Kanda, gli ultimi sei la Jana Kanda. Cosicche' le Kanda della Gita sono tre, e rispettivamente trattano dell'attivita' (karma), della devozione e dell'abbandono di se stessi a Dio, e della Conoscenza. 40. Qual'e' la forma piu' alta di Bhakti, che insegna la Bhagavad Gita ? La forma piu' elevata di Bhakti, la Prapatti e' l'abbandono di tutto nella resa di se stessi a Dio. Il " Niskama Karma", cioe' il "Karma Phala Thyaga" ( rinuncia ai frutti dell'azione ) e' considerato la pi-u'alta forma di Bhakti. 41. Che cos'e' il Niskama Karma o Karma Phala Thyaga ? E' il " Niskama Karma" compiere qualunque azione in pieno abbandono di se' a Dio senza aspirare a nulla di proprio, ossia non avendo nessuno desiderio egoistico per i risultati dell'azione. " Karmaphala Thyaga" significa abbandonare a Dio i risultati di ogni azione. 42. Che cosa sono i Purana ? Sono racconti relativi a Dio ed ai Suoi Atti con gli uomini. Il loro fine e' la divulgazione e la propagazione dei significati e dei contenuti dei Veda. 43. Quando furono scritti i Purana ? Dopo i Veda; anche se i racconti dei Purana possono essere antecedenti ai Veda, non per questo sono i piu' antichi dei Veda. 44. Quanti sono i Purana ? Ci sono diciotto Purana, diciotto Upapurana e altri diciotto Upa-upapurana. 45. Come si intitolano i XVIII Purana ? 1) Brahma Prurana; 2) Padma Purana; 3) Visnu purana; 4) Siva Purana; 5) Bhagavata Purana; 6) Narada Purana; 7) Markandeya Purana; 8) Agni Purana; 9) Bhavisya Purana; 10) Brahma Vaivarta Purana; 11) Linga Purana; 12) Varaha Purana; 13) Skanta Purana; 14) Vamana Purana; 15) Kurma Purana; 16) Macya Purana; 17) Garuda Purana; e 18) Brahamanda Purana. 46. Quali sono le cinque caratteristiche dei Purana ? Sono: 1. Sarga ( Creazione ); 2. Prati Sarga ( Riassorbimento ); 3. Vamsa ( Genealogia ); 4. Manvantara ( Epoche di un Manu); e 5. Vamsacarita ( Storia ). 47. Qual'e' il contenuto dei Purana ? In verita' sono dei racconti con una grande componente miracolosa, che dimostrano la potenza del Divino nelle Sue molte manifestazioni e la Sua missione Divina di proteggere il Dharma e di distruggere l'Adharma. 48. Che cosa sono le Upakyana ? Nei vari Purana le Upakyana sono le fonti di molti poemi posteriori. 49. Perche' sono importanti i purana nella nostra vita? Perche' sono documenti storici validi del nostro paese. I Purana mantennero viva la religione tra le masse a causa del loro interesse narrativo e della natura drammatica dei loro episodi. 50. Che cos'e' il Bhagavata ? E' uno dei Purana maggiori; descrive i vari Manvantara e la parte che vi presero i vari Avatar del Signore. Racconta in breve le storie delle incarnazioni di Sri Visnu. 51. Quanti sono gli Avatara menzionati nel Maha Bhagavata? Sono ventidue, ma i più importanti sono dieci. 52. Che cosa simboleggiano questi Avatara? I diversi Avatar simboleggiano l'evoluzione graduale della coscienza dal pesce all'animale e finalmente all'uomo dotato di consapevolezza. 53. Perchè si presentano gli Avatara ? Iddio si manifesta al fine di distruggere il male e di ristabilire il Dharma. L'universo dev'essere ripulito e rimaneggiato spesso affinchè sia un " ksetra " degno di Dio. E così vengono gli Avatara. 54. Quale degli Avatar è detto " Purna Avatar" ? ( Avatar Totale) Sri Krisna è detto Purna Avatar. 55. Qual'è la specie di Bhakti che le Gopi avevano per Sri Krsna? La Bhakti delle Gopi è detta " Madhura Bhakti" (" dolce Bahkti "). Non è amore ordinario solamente, ma il profondo anelito dell'anima per unirsi con Dio per mezzo dell'abbandono di se stesse e di Prema. 56. Che cosa simbolizza la nota " Brahamar Gita" ? E' il simbolo del perenne anelito dell'Amore Divino, che è la Bhakti delle Gopi. Esse non riescono a sopportare neppure per un attimo la separazione dal loro Signore. Esse riversavano i loro aneliti alla Bhramara ( l'ape ) perchè li portasse al loro, Signore, a Krsna. 57. Quali sono le Upakhyana, le storie del Bhagavata ? Sono le seguenti: 1. Il sacrificio di Daksa; 2. La storia di Dhruva; 3. La storia di Ajamila; 4. La Suyagnopakhyana e la storia del cacciatore e dell'uccello Kulianga; 5. La Gajendra Moksa; 6. Le storie di Yayathi e Ranti e 7. di Citraketu; e inoltre, 8. Il Bhagavata parla di Sriman Narayana Kavaca che protegge gli uomini dal peccato e dal dolore. 58. Che intendiamo dire con " Yaga"? Si chiamano Yaga i sacrifici eseguiti in conformità ai Veda. 59. Che cosa significa " Yaga" ? Significa abbandono di ciò che è materiale per ciò che è Divino. Ciò facendo fiorisce il potere interiore dell'uomo. 60. Quale specie di Yaga è quella di ordine più alto ? La Gita suggerisce molte specie di sacrifici. Il più alto è il Sathya Yajna. Dio elargisce la grazia a chi compie Yaga, se chi lo compie non ha mire egoiche, il sacrificio gioverà a tutto il mondo. 61. Che cos'è Yagna? E' lo scopo del Yaga; di far fiorire l'umanità nell'uomo e aiutarlo a raggiungere il Divino. 62. Che cosa rivela il Yaga? Il Yaga rivela il Yagjnesvara. Il Supremo Signore del sacrificio. Per suo mezzo la Gayatri Dvei protegge il mondo. 63. Che cos'è lo Yoga ? E' l'unione di Jivi con l'Atman. 64. Quali sono le diverse branche dello Yoga ? Ci sono diverse branche di Yoga, come l'Hatha, il Mantra, il Laya, il Raja, e il Sabda. Lo Yoga fisico, quello della recitazione di un mantra, o della dissoluzione ( della mente ), della meditazione e del Suono ). 65. Chi scrisse " Yoga Darsan " ? Fu Patanjali. 66. Come si deve praticare lo Yoga ? Le cinque regole esterne da praticare sono Yama, Niyama, Asana, Pranayama, Prathyahara. Le discipline interne sonno Dharana, Dhyana e Samadhi. Il procedimento dello Yoga implica il ritiro della mente dagli oggetti esterni, e occorre arrestare certe 'vrtti', agitazioni mentali antagoniste della meditazione. Per controllarle c'è anche l'Abhyasa ( costanza della pratica ) e Vairagya ( distacco ). E' anche importante la purificazione delle Nadi ( dei nervi sottili ). 67. Come s'è sviluppato il Mimansa ? I Veda insegnano il Dharma fondamentale per le quattro ' Purusarta ' ( Dharma, Arta, Kama, Moksa ). Il Mimansa è nato allo scopo di chiarire il Dharma; è un'indagine nella natura del Dharma. Spiega che il Dharma è il mezzo per avere gioia in questo e nell'altro mondo. L'azione dev'essere accompagnata dalla saggezza. 68. Chi scrisse le Mimansa Sutra ? Le scrisse Jaimini. 69. Che cos'è il Purva Mimansa ? E' un testo che insegna come procedere per eliminare le divergenze e stabilire l'unità. 70. Quali sono le azioni previste dai Veda ? Le azioni che prevedono i Veda sono di tre tipi. Sono Nitya, Kamya e Visuddha: obbligatorie, finalizzate o pure. 71. Che cos' Moksa ? E' il 'moha ksaya', cioè distacco totale dai desideri e dagli interessi terreni. 72. Che cosa sono le ' Mahavakya '? Le Mahavakya sono le grandi sentenze delle Upanisad. Contengono l'essenza dei Vedanta e la Verità Ultima. 73. Qual'è la Mahavakya del Rg Veda, e che significa ? La Mahavakya del Rg Veda è " Prajnanam Brahma ", e significa che la Realtà Suprema è la Consapevolezza Divina, il Parabrahman. 74. Qual'è la Mahavakya del Yajur Veda, e che significa ? La Mahavakya del Yajur Veda è " Aham Brahmasmi", e significa " Io sono il Brahman ". Ossia, ognuno, ogni Io è il Brahman. 75. Qual'è la Mahavakya del Sama Veda e che significa ? La Mahavakya del Sama Veda è " Tat tvam asi ", e significa " Tu sei Quello ". 76. Qual'è la Mahavakya dell'Atharvana Veda, e che significa ? La Mahavakya dell'Atharvana Veda è " Ayam Atma Brahma" e significa " l'Atman è Brahman". 77. Quali sono i tre Mantra dell'Isavasya Upanisad? Spiegami in dettaglio il loro significato. In tre Mantra dell'Isavasyopanisad è contenuta l'essenza di tutte le Upanisad. Il primo Mantra dice." Isavasyam Idam Sarvam Yat Kincya Jagatyam Jagat" che significa:" tutto in questo mondo è ravvolto da Dio ", e ci insegna che la gioia più grande si raggiunge col Thyaga, sacrificandoci per il bene altrui. Il secondo Mantra ci dice di operare nel mondo e di compiere i nostri doveri in ispirito di rinuncia. Il terzo Mantra dice che chi vede Dio dovunque e in tutto e dentro di sè non conosce tristezza. 78. Qual'è il significato della Kena Upanisad ? Che dice, in sostanza ? Il vocabolo " kena " sta per " da che cosa ?", " per effetto di che cosa?", ossia, per quale potere tutti ci muove nell'universo? La risposta è " Dio", o " Brahman". .i.b1:; 79. Qual'è la storia che racconta la Katopanisad ? La Katha narra la storia del piccolo principe Naciketas, che chiese a Yama, Dio della Morte, il solo dono dell'Atma Vidya. 80. Che cos'è " Sreyas" e che cos'è " Preyas " ? " Sreyas " significa il Bene Eterno, e " Preyas" significa "piacevole ". Il Naciketas della Katoupanisad credeva fermamente che il "bene eterno" sia meglio del "piacevole", e preferì Sreyas a Preyas. 81. Che cosa significa la frase " Avastha Traiya Vicara"? La Mandukya Upanisad è un'analisi dettagliata della natura dell'Atman e della sua manifestazione nell'Omkar ( o Pranava) . Quest'analisi è detta nella Upanisad " Avastha Traiya Vicara ". 82. Quali sono i tre stati di esperienza che generalmente si conoscono ? I tre stati di esperienza della vita comune sono: 1. Jagrat; 2. Svapna e 3. Susupti. 83. Che cosa significa il termine " Jagrat"? E' lo stato che si sperimenta da svegli, e di tutte le cose che accadono nel periodo di veglia. Nello stato Jagrat l'osservatore funziona tanto con la mente quanto con i sensi; ci troviamo perciò in contatto immediato con mondo che ci circonda, con altre persone e con le qualità degli oggetti esterni. 84. Spiegami i termini " Visva" e " Sthula Bhuk". ( Bhukti godimento, possesso ) Nello stato di veglia o Jagrat, l'individuo è detto 'Visva', ossia colui il quale sperimenta oggetti materiali, grossolani, dotati di peso e di dimensioni. Ciò che fa di noi dei fruitori di entità materiali, e l'individuo detto essere uno " Sthula Bhuk " ( fruitore grossolano ) 85. Che cos'è lo stato di " Svapna" ? Spiegamelo in dettaglio. E' lo stato di chi sta sognando. Nello stato di Svapna, nel sonno con sogni gli organi di senso cessano di funzionare. Non abbiamo contatto con gli oggetti del mondo esterno, ma solo con le idee sottili e gli impulsi della mente. 86. Spiegami i termini " Tejasa " e " Pradiviktha Bhuk " che appaiono nella Mandukya Upanisad. Lo stato di Svapna è altrettanto ricco, reale e concreto quanto il mondo delle esperienze di veglia. Qui è attiva solo la mente, e perciò quest'esperienza è chiamata " Tejasa" , la parola che in sanscrito significa " luce". Sicchè nel sogno la mente dipende solo dalla propria sola luce; è una luce Atmica autogenerantesi che mostra gli oggetti sottili, e tale esperienza vien detta " Pradiviktha Bhuk ". 87. Parlami in dettaglio dello stato di " Susupti ". Lo stato del sonno profondo, senza sogni, di " Asvapna Nidra " è chiamato Susupti. Qui non funziona neanche la mente, oltre ai sensi. Funziona solo l'Atman, che assiste a questo stato di Ananda; perciò diciamo che solo l'Atman, l'Anima è onnipresente. 88. Spiega i termini " Prajna" e " Ananda Bhuk ". L'esperienza dello stato di profondo sonno senza sogni è detta " Prajna "; ma, benchè abbiamo cessato di funzionare la mente e i sensi, la persona continua a sperimentare lo stato di Ananda, ed è perciò detta Ananda Bhuk. 89. A che cosa si riferisce con il termine " Saksi " la Mandukya Upanisad? Quel testimone tacito che è il Sè, che osserva imparzialmente sia la presenza, sia l'assenza di oggetti esterni ed è presente in tutti e tre gli stati d'esperienza - Jagrat, Svapna, e Susupti,- nella Mandukya Upanisad è chiamato " Saksi " ossia Testimone. 90. Che cosa c'è di reale e di permanente ? Mentre la mente e i sensi variano e cambiano attività, solo la luce del Sè rimane costante e immutabile. Essa è la Realtà, il " Sat", l'Atman ed è l'unico punto di immobilità, lampada passiva e illuminatrice. Poichè tutti gli altri tre stati di esperienza sono temporanei e irreali, l'Atman il Testimone è la sola forza reale in noi, il Saksi. 91. Che cos'è ciò che ha nome " Visvavirat " ? La Visva obiettiva ( l'esperienza del mondo materiale ) corrisponde obiettivamente al mondo della materia chiamato " Virat ", e quindi lo stato Jagrat si chiama " Visvavirat ". 92. Che cos'è il " Taijasa Hiranya Garbha? Il Taijasa corrisponde alla mente del mondo. Lo Hiranya Garbha è noto come Taijasa Hiranya Garbha ( stato di sogno, " svapna " ) 93. A che individuo corrisponde il termine " Prajna " ? L'individuo " prajna "( che è sonno profondo senza sogni ) corrisponde a Isvara, a Dio, da cui procede e in cui deve tornare. 94. Chi è Brahman ? L'Atman è Brahman. L'Atman soggettivo, o Turya corrisponde al Brahman in cui si fondono l'oggettivo e il soggettivo. 95. Che significa " Om Iti Ek Aksaram " ? ( Aksara= sillaba, unità indivisibile ) L'Aksaram " Om " è il Brahman Stesso e contiene la Verità ultima. E' presente in tutti e tre gli stati d'esperienza come Atman o Brahman. Quindi è l'eterno testimone. 96. Qual'è la Verità proclamata dalla Taitirya Upanisad ? La Taitirya Upanisad insegna che nell'essere esistono cinque involucri che possono essere raggruppati in tre corpi. 97. Quali sono questi cinque involucri che la Taitirya Upanisad dice che ci siano in ogni essere ? Sono: 1. Annamaya Kosa; 2. il Pranamaya Kosa; 3. Il Manomaya Kosa; 4. Il Vijnanamaya Kosa; 5. l'Anandamaya Kosa. 98. Che è lo " Stula Sarira " ? Lo " Stula Sarira ", o 'corpo grossolano', è l'Annamaya Kosa, ossia il corpo fisico denso, che subisce cambiamenti ed è soggetto alla morte fisica. 99. E il " Suksma Sarira " ? E' il corpo sottile, formato dal Pranamaya, dal Manomaya e dal Vijnanamaya, corpo energetico, corpo mentale e corpo di saggezza. Esso è il corpo sottile che costituisce il personaggio " jivi ". 100. Dove risiede l'Atman, o il Brahman, in un essere ? Risiede nel " Karana Sarira o " corpo causale " , che è anche il corpo d'ignoranza, in quanto non è conscio di se stesso. A causa di questa " Avidya ", o " ignoranza " è soggetto a rinascere. 101. Che cos'è " l'Atmavidya " ? E' la Conoscenza ( " vidya " ) dell'Atman, della Realtà Assoluta. L'individuo si fa assoluto e libero solo quando riconosce il Sè come propria realtà. E' anche Brahmavidya. 102. Che significano " Purusa " e " Prakrti " ? L'universo intero consta di due entità fondamentali, Purusa e Prakrti. La Prakrti è la materia primordiale, il materiale dell'universo, a dirla breve. Il Purusa è la consapevolezza individuale, l'intelligenza, sempre a dirla breve. 103. Come si evolve l'universo ? Per effetto dell'interazione fra Purusa e Prakrti ( v. Samkhya Darsana di Kapila ) 104. Quali sono i tre Guna, le tre Qualità di Prakrti ? Le tre qualità fondamentali della Prakrti sono " Sattva", " Rajas " e " Tamas ". Sattva è la qualità della luminosità, Rajas quella dell'attività e Tamas è la qualità dell'inerzia. 105. Come fu messa in moto l'evoluzione cosmica nel creato ? Sul principio le tre qualità di Sattva, Rajas e Tamas sono in equilibrio. Se questo equilibrio viene rotto dalla strumentalità del Purusa, si mette in marcia l'evoluzione cosmica. " Mahat " e " Ahamakara" sono due prodotti dell'evoluzione, di " Parinama ". 106. Che significano " Mahat" e " Ahamakara " ? " Mahat " può essere definito come " Buddhi ", l'intelligenza cosmica, la mente universale. " Ahamakara " si differenzia tra Ahamkara Sattvico, l'Ahamakara Rajasico e l'Ahamakara Tamasico, a seconda del Guna che predomina. L'Ahamakara Sattvico va verso un'evoluzione psichica dalla quale risulta l'emergere di Manas ( delle Mente ), dei 5 sensi di percezione e dei 5 sensi d'azione. L'Ahamkara Rajasico si evolve nel mondo della materia percepito dai 5 elementi sottili Sabda, Sparsa, Rupa, Rasa, e Gandha ( suono-udito, tatto, vista, sapore e odore), le cui controparti sul piano rajasico ( materiale ) sono Cielo ( " akasa" = spazio ), Aria ( stato gassoso) Fuoco ( " Agni ", stato igneo ) Acqua ( "Ap" o "Jala", stato liquido ) e Terra ( " Prittivi ", stato solido); 107.a Che differenza c'è tra mente e materia ? La mente è Prakrti sottile, e la materia e Prakrti grossolana. 107.b Che differenza c'è tra Purusa e Prakrti ? Purusa è passivo, prakrti è attiva. Il purusa è l'intelligenza conscia; la Prakrti è attività materiale. 108. Chi è il vero Purusa ? Il solo vero Purusa è Dio, il Brahman. Ciò che è limpido, puro, indistruttibile e splendente di luce propria è solo Uno, ed è lo Spirito, il Purusa. * * * CAPITOLO SECONDO I SISTEMI DELLA FILOSOFIA INDIANA 109. Che significa il vocabolo " Darsana" ? Significa Visione Suprema vista dall'occhio interiore. 110. Che cosa sono gli " Astika " e i " Nastika " ? Gli Astika sono coloro che credono nell'esistenza di Dio, nel Karma e nella Reincarnazione. I Nastika non credono nell'esistenza di Dio, del Cielo, dell'Inferno e nella reincarnazione. 111. Quanti sistemi filosofici esistono in India ? Ce ne sono sei, e cadono in due grandi categorie; gli Advatistici e i Dvaitistici. Tra i sistemi Dvaitistici si trovano veri Darsana Asthika come pure una corrente Nastika. 112. Spiegami in breve la filosofia del " Carvaka Darsana ". La filosofia Carvaka non ammette l'esistenza di Dio, e ritiene perituri tanto il corpo quanto l'anima. Non crede in un Paradiso e in un Inferno, e ritiene che lo scopo della vita sia solo ilgodimento materiale. Secondo questa filosofia la causa della creazione è solo il caso e la natura delle cose. Non ammette che esista altra entità oltre il corpo, e per essi la coscienza è una facoltà fisica del corpo. Appartengono ai Nastika e non hanno il concetto di Dio. 113. Mi puoi spiegare il sistema filosofico Samkhya ? I Samkhya credono che la materia, la Prakrti e lo spirito, il Purusa coesistano. La creazione e l'evoluzione camminano quando il Purusa viene in contatto con la Prakrti. Il Sè consiste nella combinazione di " Caitanya " e di " Antahkarana " . Il sistema di evoluzione è scientifico, ma non ammette Dio. 114. Illustra ora il sistema " Yoga " dell'India antica. Nel sistema Yoga Dio è riconosciuto perchè Egli E' il " Purusa " o " Cetana ".Lo Yoga è teistico ( Asthika). Nello Yoga la disciplina fondamentale è il giusto controllo della mente. Patanjali definisce correttamente lo Yoga come " Citta Vrtti Nirodhah ". La purezza della mente e del corpo sono i requisiti essenziali perchè lo Yoghi possa meditare su Dio. per praticarlo è assolutamente necessario avere un Guru competente. Il sistema Yoga accetta pienamente l'esistenza di Dio che è L'Essere di suprema eccellenza e perfezione. 115. Qual'è la fonte principale riguardante il sistema della filosofia Yoga ? Sono gli " Yoga Sutra " di Patanjali. 116. Quante Pada o parti ci sono negli Yoga Sutra di Patanjali e quali sono ? Consistono di quattro Pada: Samadhi Pada, Sadhana Pada, Vibhuti Pada, e Kaivalya Pada. Il Samadhi Pada tratta della pura consapevolezza, il Sadhana Pada tratta dei metodi e delle tecniche Yoga; il Vibhuti Pada tratta del risveglio dei poteri spirituali e il Kaivalya Pada riguarda Moksa che è la liberazione spirituale. 117. Quali sono i cinque difetti che ha l'individuo secondo gli Yoga Sutra ? Essi sono: 1. Avidya ( ignoranza ), 2. Asmiti ( egoismo ), 3. Raga ( ira ), 4. Dvesa ( odio ), e 5. Abhinivesa. 118. Che cosa significa la frase " Astanga Yoga " ? Gli Yoga Sutra descrivono otto passi importanti nella pratica della disciplina volta alla realizzazione di Dio e sono: 1. Yama ( divieti, buona condotta ); 2. Niyama ( precetti, purezza d'animo ); 3. Asana ( posizioni ); 4. Pranayama ( controllo del respiro); 5. Prathyahara ( controllo della mente ); 6. Dharana ( concentrazione focalizzata ); 7. Dhyana ( contemplazione ininterrotta dell'oggetto ); 8. Samadhi ( Dhyana senza coscienza di se stessi ). L'Astanga ( composto di otto anga o membra ) Yoga è composto di queste otto pratiche; le prime cinque sono esterne e le ultime tre sono interiori. 119. Come si pratica il primo passo chiamato " Yama " ? Yama si compone di cinque ' divieti ', che sono: 1. Ahimsa ( non-violenza); 2. Satya ( veracità, non-menzogna ); 3. Astheya ( non esser rubare ); 4. Brahmacarya ( non fornicare ); 5. Aparigraha ( non esser malcontento ). 120. Com'è il secondo passo, chiamato " Niyama " ? Niyama si compone cinque pratiche: 1. Saucha ( pulizia interiore ed esteriore ); 2. Santosa ( letizia ); 3. Tapas ( penitenza, austerità ); 4. Svadhyaya ( studio dei testi sacri); e 5. Isvara Pranidhana ( arrendersi a Dio ). 121. Qual'è l'aspetto più importante dello Yoga ? La cosa più importante è la " citta vritti Nirodha ". Il completo controllo della mente e dei sensi, e la purezza della mente e del corpo sono molto importanti. Lo Yoga risveglia la " Kundalini Sakti " che si trova appena dietro ai nervi e passa attraverso i sei centri spirituali, dal Muladhara fino all'Ajina, e giunge al Sahasrara, il Loto dai Mille Petali, e gode la Beatitudine dell'unione con Dio. 122. Mi vuoi spiegare i sistemi della filosofia Nyaya e del Vaisesika ? I sistemi Nyaya e Vaisesika si studiano assieme a causa delle loro somiglianze sotto molti aspetti. Entrambi affermano che il Sè o Atman è una sostanza indipendente dal corpo; è eterno e onnipervadente. La conoscenza, la volontà e la gioia, sono solo proprietà esteriori del Sè e non quello stesso. Il Nyaya Vaisesika crede nella creazione e non nell'evoluzione. L'agente è Isvara. I due sistemi, il Nyaya e il Vaisesika si basano sulla ragione. 123. Quali sono le quattro vie che indica il Nyaya Vaisesika al fine di conoscere il vero ? I modi di ottenere conoscenza, sia spirituale o mondana, sono quattro: 1. l'esperienza diretta; 2. il ragionamento e l'inferenza; 3. l'analogia; 4. e i Veda. 124. Spiegami i Purva Mimansa. Esso è un'indagine sui Mantra Vedici, o una loro interpretazione. Si basa sull'eternità del Suono, identificato col Brahman. Il Purva Mimansa differisce in qualche aspetto importante dal Nyaya e dal Vaisesika. Per i seguaci del Purva Mimansa il " Sè " è una sostanza, ma la conoscenza non gli è esterna. E' un modo, o un " Kriya " ( atto ) dell'Atman o Sè. Il Sè non è del tutto inerte ( Jada ) e neppure è " caitanya " ( coscienza). 125. Che cos'è l'Uttara Mimansa e che cosa contiene ? E' la corrente di pensiero più recente, e contiene il Vedanta. Si è divisa in tre scuole, che sono l'Advaita, il Visista Advaita e il Dvaita. 126. Che cosa afferma l'Advaita Dharsana ? L'Advaita è il non dualismo; afferma che il Brahman è Uno, e non due. Dei sei Darsana l'Advaita è il solo sistema filosofico che ritiene che l'Atman e il Paramatman sono come una sola cosa, e come la stessa Realtà Suprema. L'Advaita è basato sull'esperienza diretta; e per esso il mondo percepito dai sensi è " mihtya " ossia nè " sathya " nè " asathya "; è illusorio, e l'unica sola Realtà è l'Atman invisibile. Gli Advaitisti ritengono che l' "io" sia una combinazione di " Suddha Caitanya" ( pura coscienza ) e di " Antahkarana" ( l'ego ) che comprende " Buddhi " ( l'intelletto intuitivo ), Manas ( mente), Citta ( Coscienza ) e l'Ahamkara ( il senso di essere un'entità staccata ). Qui il Caintanya sottostà tanto al lato soggettivo quanto a quello oggettivo. In questo Darsana sono esaminati i concetti dei " Panca Kosa ", dei tre stati d'esperienza ( Jagrat, Svapna, Susupti ), dei tre corpi Sthua, Suksma e Karana. Il Brahman ( o Brahma) è una combinazione di Suddha Caitanya ( di coscienza pura ) e di Maya; quest'ultima, coi suoi poteri di " Avarana" ( illimitatezza ) e di " Viksepa " ( espansività ) può proiettare l'universo, il " Jagat ". " Brahma Sathya, Jagat Mithya" ( Brahma è reale, e il mondo è irreale ) dice l'Advaita. 127. Quali sono i tre principi essenziali della filosofia Advaita ? I tre principi essenziali sono: 1. " Solo il Brahman è reale "; 2. " Il mondo è illusorio "; 3. " L'anima non è null'altro che Brahman ". 128. Spiegami che cosa vuol dire " Mithya ". Mithya vuol dire illusione; qualcosa che non è nè reale nè irreale. Nella sua " Filosofia Advaita " Adi Sankaracarya dice che il mondo è " mithya ". Noi, quando diciamo Realtà, intendiamo riferirci a ciò che non è soggetto a cambiamento nè a contraddizione. Questo mondo sempre cangiante non può essere accettato come reale, ma al tempo stesso non è 'irreale', vuoto. Non è nè reale nè irreale ( ma ha lo stesso grado di realtà di colui che si pone questa domanda, dice Bhagavan Ramana Maharsi ) Perciò è indefinibile; è solo apparenza, come la si vede in " Vivarta " o trasfigurazione. 129. Parlami del termine Maya. Maya è la causa della percezione del mondo come lo vediamo, in molte forme. Maya opera con due poteri: uno di essi è quello di nascondere il Vero, e l'altro è proteggere l'immagine illusoria. La Maya non può ingannare il Brahman ma causa nell'uomo l' " Avidya " ( la nescienza, l'ignoranza ). 130. Quali sono i tre livelli di realtà riconosciuti nell'Advaita Darsana ? 1. La Realtà Pura, superiore, Unica che è Brahman; 2. La verità relativa, o " Vyavaharika Sathya "; e 3. l'apparenza, o " Pratibhasika Sathya "; ma a dire il vero la Realtà è una sola, il Brahman. 131. Qual'è il modo di realizzare il Vero, indicato dall'Advaita ? Questo modo è la " Jnana ". Nessuna somma di azione o di preghiera può servire a dissipare l'ignoranza. Il Karma ( azione) e la Bhakti ( devozione ) giovano a purificare la mente, ma solo la " Jnana" ( Conoscenza diretta ) dà la presa di coscienza della Verità, dice la filosofia Advaita. 132. Quali sono i modi per acquisire " Jnana " ? I modi sono quattro: lo studio delle scritture, la riflessione su ciò che si studia, la contemplazione e, finalemente l'esperienza diretta, la visione ( Sravana, Manana, Nididyasana e Saksatkara ). 133. Quali sono le credenze degli Advaisti sulla ' Liberazione' ? Essi ritengono che la liberazione si può avere in questa vita o per subita rivelazione, o con uno sviluppo graduale, con le buone azioni e la preghiera. Parlano anche di salvezza individuale e della salvazione di tutti perchè finchè tutte le anime non saranno liberate nessuna sarà salvata del tutto. L'anima deve tornare al luogo donde è venuta. 134. Chi fu il propagatore della filosofia Advaita ? L'essenza dell'Advaita Darsana è quella dei Veda; fu dapprima sistematizzata da Gaudapada e più tardi da Adi Shankara, che la fece conoscere al mondo. 135. Quali sono le fonti dell'Advaita Darsana ? Sono: 1. la " Sruti "; 2. " Yukti " e 3." Anubhava " ( la Tradizione , la Comunione con il Maestro , e l'esperienza personale ) Samkara pone al primo posto l'Anubhava, e ritiene che la Sruti sia solo una guida. 136. Spiegami che cos'è la filosofia " Dvaita " ? Essa crede nel dualismo, e che il Sè sia differente dal Brahman. I Sè sarebbero dei prototipi del Brahman, ma non uguali. E' una filosofia suppergiù simile alla Samkhya ed alla Nyaya Vaisesika. Per i " dvaitisti " ( dualisti ) la causa materiale è la Prakrti, mentre il " Karta ", il Creatore è il Purusa. Essi dicono che il " Jivi " la Prakrti sono sempre esistiti, ma che non divengono mai Uno. 137. Chi fu il propugnatore della filosofia Dvaita ? Fu Sri Madhvacarya. 138. Chi propugnò la filosofia Visistadvaita ? com'è tale filosofia ? Il campione di questa filosofia fu Sri Ramanuja. Essa ammette che i fenomeni sono apparenze, illusioni, e parla di " cit" e di " acit " nel mondo fenomenico, ed afferma che sono ambedue validi. Il Visistadvaita ha anche affermato l'unità del Jagat che è " jada " o inerte, e di " jivi " che è pieno di consapevolezza. Il Visistadvaita dice anche che Jada e Caitanya, ossia l'inerzia e la coscienza sono entrambe manifestazioni del Divino e perciò ugualmente valide. Jagat, l'universo, Jivi, la coscienza ( individuale ) e il Purusa, il Supremo, non sono tre, entità, ma una sola dal punto di vista ultimo. Benchè in apparenza possano differire, lo spirito unificante è lo stesso. Per esempio, benchè i gioielli siano diversi, l'oro è lo stesso. Così le forme sono differenti, ma c'è solo un Purusa, che è l'unità nella diversità e nella molteplicità. 139. Quali sono i due aspetti dell'illusione, Maya ? Uno è l'evoluzione, " Parinama ", e l'altro è " Vivarta ". 140. Spiega in dettaglio che cosa sono Parinama e Vivarta. " Vivarta" è quella proprietà che ci fa credere che ci sia un cambiamento benchè la sostanza rimanga la stessa, come l'illusione che ci fa scambiare una fune per un serpente. Nè è sparita la fune, nè è arrivato il serpente. Questo è Vivarta, o illusione. E' quella proprietà di Maya che ci fa dimenticare la cosa vera e ci sovrappone qualcosa che non c'era. " Parinama " è la proprietà di evolvere, di cambiare, come il latte ch si trasforma in cagliata. Se non c'è latte non c'è cagliata. Ciò che cambia è Parinama. Maya è presente tanto in Vivarta quanto in Parinama. 141. Noi siamo sotto l'influenza di Vivarta. Spiegaci quest'affermazione e dicci " come". Benchè noi siamo " Atmasvarupa" , dimentichiamo la Realtà Suprema e viviamo nella " Dehabhranti ", nell'illusione di essere corpo. Non ci spaventa la fune, ma ci spaventa il serpente. Allo stesso modo non ci spaventa l'" Atman ", ma ci fa paura la " Vita". Benchè noi siamo " Atmasvarupa " e dovremmo esser esenti dalla paura, siamo purtroppo sperduti nell'illusione e nei timori. Questo è effetto di Vivarata e quindi è giusto dire che viviamo sotto l'influenza di Vivarta. 142. " Advaita, Visistadvaista e Dvaita ". Benchè siano sistemi filosofici diversi, in essi c'è unità di fondo. Qual'è ? Nonstante le loro differenze, questi tre sistemi parlano tutti dell'" Atamatattva ". Questo " Tattva", o elemento, è l'unica cosa permanente, immutabile ed eterna. Nel Dvaita rimane sempre la dualità. Il Visistadvaita insegna che possono esistere diffrenze di Nama e Rupa, ma che Purusa sta dietro a tutto è Unico; ammette la permanenza tanto di Jada quanto di Caitanya, e l'uno è vero, quanto l'altro. Siccome abbiamo un punto di vista unilaterale, non ci è dato di vedere l'altra faccia del quadro. Quando poi siamo in grado di vederli entrambi potremo finalmente renderci conto dell'Unità. Dobbiamo cercare di raggiungere l'unità attraverso la dualità. Se vogliamo raggiungere lo stato di Advaita dobbiamo passare per lo stato di Dvaita. III. Gli INSEGNAMENTI DIVINI DI BHAGAVAN BABA RIGUARDO ALLA SPIRITUALITA' ED ALLA CULTURA INDIANA durante il corso estivo 1972 143. Si dice che 'Jana' ( " Sgana ", Vera Conoscenza ) è l'Advaita Darsana; perchè ? L'Advaiata lo si può paragonare al latte, il " Visistadvaiata " al burro e il " Dvaiat " al siero. Il burro e il siero si ricavano dal latte. Il latte è la sostanza unificante degli altri due, com'è l'Advaita, dalla quale derivano gli altri due Darsana. 144. Spiega il detto " Sathyam Jnanam Anantam Brahman " ( letteralemente " vera Sapienza Eterno Brahman" ). L'Atmattatva ( l'elemento Atman, identico col Brahman ), che è Jnana, è permanente. Anche se non lo vogliamo riconoscere, esiste. E' al di sopra di ogni sentimento di perdita e di guadagno; nulla lo può turbare. E' la personificazione della Verità, ed anche della gioia. : è " Ananda Svarupa ". Nella Gita Sri Krsna dice ad Arjuna :" Io, che sono Isvara; tu il Jivi, e il mondo, che è Jagat, siamo esistiti, in tutti i tempi. " Esistevano ancor prima della creazione continueranno ad esserci. Benchè i corpi fisici subiscano trasformazioni, quest' Atmatattva rimane eterno e immutabile. Così questo Brahman è il vero ( Sathya), l'Eterno ( Anantman) e l'Onniscente ( Jnanam ): tutto è Brahman. 145. Che cosa significa il vocabolo " Brahaman " ? Deriva dalla radice " brhvast " che significa l'immutabilità. E' detto il Brahmatattva perchè non cambia ed è eterno ( Altrove il Bhagavan ha anche detto che deriva da una radice "brh" che corrisponde al concetto di " immensità " ) 146. Come si può giungere a questo " Brahamattatva " ? A questo scopo ci dobbiamo rifare alla teoria di " Rasovai Saha " . Tutto l'universo è nato da " Rasa ", e Dio stesso è " Rasasvarupa " ( " Rasa" = amore, sentimento, passione ) Ciò che è nato da Rasa non può essere " nirasa ", ossia privo di Rasa, privo di emozione. 147. Quante categorie di Rasa si annoverano ? Si contano nove categorie di Rasa, stando ai Pandit, ma secondo Sai Baba non occorre tale classificazione in Navarasa. Lo Swami dice che ci sono solo due Rasa: Karuna Rasa e Sringara Rasa. ( " karuna "= misericordia, benevolenza). Le condizioni di Daya Rasa Prema e Anugraha si fondono tutte in Karuna Rasa. In Sringara Rasa invece si fondono le emozioni di Kama, Krodha e Loba; Sringara ci porta all'errore mentre invece Karuna ci guida al vero. Solo Karuna Rasa ci fa vedere il nostro dovere e ci porta vicino al Signore. Questa è la vera letizia, e Karuna Rasa ci offre amore puro e privo di egoismo. Invece l'amore egoistico ci porta a Moha ( errore ) Invece l'amore senza egoismo ci porta a Moksa, che è Moha-Kasma, distruzione dell'errore, di Moha, e quindi è Liberazione. 148. A che servono tutte le gioie e i dolori ? Si devono ad " abhiamana " e " Mamakara " ( ego e attaccamenti ); e tutto ciò che è il risultato dell'illusione, di Maya. 149. Che cos'è il Samadhi ? E' il raggiungimento della perfetta serenità della mente; di quella imperturbabilità che ci permette di non essere esultanti o per la gioia o abbattuti dal dolore. Questa imperturbabilità è al di sopra dell'esperienza della gioia e del dolore. La parola Samadhi è spesso interpretata male. Il suo vero significato è dato dalle due sillabe che la compomngono : " sama" e " dhi" . " Sama" significa uguale, e " dhi" viene da " Bhuddi", coscinenza. Così, essere inattaccabile dalla gioia e dal dolore, prendere entrambi allo stesso modo è Samadhi. 150. Dammi due esempi per spiegare che cos'è il Samadhi. Sri Rama e Sri Krsna, quali Avatar, hanno dimostrato lo stato di Samadhi in questi due casi: Sri Rama, che alle 7 del mattino era pronto per la cerimonia dell'incoronazione quale Principe ereditario, poco dopo prese la decisione opposta e se ne andò nella foresta. Nè lo faceva gioire il pensiero di essere il futuro re, nè lo depresse o lo disilluse l'ordine che ricevette di andare in esilio. Sri Krsna sorrideva allo stesso modo, sia che si trovasse sul " Rudrabhumi" ( il luogo delle cerimonie sacrificali ) o sul " Yuddhabhumi ", sul campo di battaglia. Egli diede la Sua Gita ( il Suo Canto ) sul campo di battaglia. Ciò dimostra che Egli può cantare anche nel mezzo della mischia e che la vera natura degli Avatara è che essi sono sempre traboccanti di gioia e di ananda. 151. Che significa il termine " Svabhava " ? " Sva " è il Brahmatattva, non si riferisce all'individuo, ma a Brahman, " svicca " è la volontà del Signore, e " Svabhava " significa la Natura del Signore: in realtà la nostra natura è Ananda. 152. Quali sono le quattro Purusarta ? Dimmi i loro nomi. Esse sono: 1. Dharma ; 2. Arta; 3. Kama; 4. Moksa. 153. Descrivimele in dettaglio e dimmi come devono essere perseguite secondo il consiglio di Sri Sathya Sai Baba. Esse sono come pioli di una scala, che, col Dharma, è fermamente appoggiato al suolo ed ha come punto di arrivo Moksa. Se non c'è il fondamento del Dharma e l'arrivo in Moksa, Arta e Kama poste in mezzo non avrebbero senso. Una volta che abbiamo capito la natura di ognuna di esse vedremo che le quattro Purusarta formano un'unità. Dharma e Arta si possono raggruppare insieme. Il Bhagavan Baba dice: " adottate Arta per il Dharma, e fatevi nascere Kama per Moksa "; i nostri Kama, o desideri, devono essere orientati verso Moksa, e le Arta che accumuliamo ( averi, ricchezze ) devono essere impiegate per stabilire il Dharma. Se diamo preminenza a queste due cose, al Dharma ed a Moksa ( al Dovere ed alla Liberazione ) vengono santificate anche Kama e Arta. 154. Che cos'è il Dharma ? E' il modo di una vita superiore, più alta, diretta dagli ideali più sacri, a seconda del livello che si è raggiunto, dello stato della persona nella società e dalla consapevolezza di sè e del proprio stato che ha ciascuno. 155. Perchè il corpo ha ricevuto il nome di Deha ? Questo non si riferisce a qualcosa che verrà arso o distrutto un giorno; è un nome che indica la natura transitoria del corpo. 156. Che cos'è l'" anima " o spirito umano ? E' la scintilla divina indistruttibile che è venuta in questo corpo. Poichè il corpo contiene questo Spirito Divino indistruttibile, il corpo vivente è stato chiamato " Manava " ( inglese " man ", tedesco " Mann " ). 157. Che cosa significa la parola " Manava ". Spiegamelo in dettaglio. Questa precisa parola, che significa " uomo " , significa che nell'uomo è presente Dio. Delle tre sillabe in cui può essere decomposta, la prima, " Ma" sta per Ajnana, o assenza di conoscenza. "na" sta per indicare ( è una negativa) il desiderio che questa ignoranza scompaia, e la terza, " Va " contiene l'ingiunzione a condursi in modo che tale ignoranza venga eliminata. 158. Come avviene la creazione ? Così come del sogno è causa il sonno, la causa della creazione è Maya. La Maya non ha nè principio nè fine; essa ama sempre il Purusa, ama lo spirito; desidera essere con il Purusa e raggiungere Dio; e anche tutto il creato desidera raggiungere Dio. E' per la coesistenza e le combinazioni dell'anima - il Purusa - e di Pakrti - la materia Prima - che la creazione procede. 159. Si dice che " il Purusa è uno solo, e non può essere molteplice. " Come si spiega ? Usualmente il vocabolo " purusa " vuol dire 'uomo' e si applica a un numero indefinito di individui, e il nome " Prakrti " a un numero indefinito di cose materiali. Ma in realtà il Purusa è uno solo; il Purusa nell'umo è solo la manifestazione del Divino. D'altro lato la manifestazione della materia che è Prakrti è il mondo, pieno dei suoi cinque elementi. Esso è indistruttibile e impermanente, mentre ciò che è chiaro, indistruttibile e splendenrte di luce sua è solo uno, ed è L'Atman, il Purusa . La "Sruti" dice che il Purusa non ha attributi, è Superno e Imperituro. Nel mondo materiale fatto di tante forme e di tanti nomi, Nama e Rupa, distinguiamo tra uomini ( " purusa " ) e donne ( " Stri ") ma in realtà quelli sono tutti aspetti illusori, della prakrti, mentre per ciò che si riferisce al Purusa non esistono differenze. Il vero Purusa è solo l'ATMAN. 160. Che cos'è il " Dehatman " e che cos'è il Paramatman? Come viene in esistenza il corpo umano ? Il corpo, che possiamo chiamare " Pot ", viene ad esistere a causa dei nostri desideri, dell'azione dei genitori e per il " Sankalpa " , la volontà di Dio. La vita, " Jivi " , può essere comparata al fango, e il corpo è il " Dehatama " e sarà distrutto. Il fango, ossia il costituenete di base del corpo umano è " Paramatman ". Tutti codesti corpi umani, a loro tempo, saranno distrutti e torneranno ad essere elementi fisici. Quando si muore tutti torniamo al luogo originario da cui siamo stati emanati. 161. Che cosa intendi dire con " Io sono nato " ? Ciò che è nato è il corpo. Il vero " Io " è l'Atmatattva, ed è eterno; è sempre esistito, e non nasce nè muore. Esisteva prima che nascessino ed esisterà dopo che saremo morti. Ciò che viene e va è il nostro corpo. Sicchè il Paramatma è eterno e solo il Dehatma cambia e poi muore. Ciò che muore può rinascere; poichè il vero " IO ", l'anima o Atman non può nascere, ma che nasce è solo il nostro corpo, in realtà. 162. Come rispondereste a domande quali " c'è Dio ? " e " dov'è Dio, e lo si può vedere " ? La questione è: " C'è o non c'è Dio ? " Il fatto che nella domanda appare la parola di Dio dimostra che Dio c'è. Se non ci fosse, da dove sarebbe venuta fuori la parola di " Dio "? Non sarebbe esistita neppure; si può dare un nome a ciò che non esiste ? Ciò che non ha nome non può esistere. Frasi come " fiore di cielo " indicano, è vero, cose che non esistono, ma sono formate da elementi, come quel " fiore " e " cielo " che esistono, uno per uno, come l'altro famoso esempio della " lepre con le corna", che non esiste ma esistono lepri da un lato e corna dall'altro. La frase citata più sopra è " gagana puspa ". Dio è ovunque e in tutto. Tutto il creato procede da Lui ed Egli è in tutto il creato; Onnipresente. 163. Come potresti giustificare l'affermazione che Dio è Onnipresente? Dammi ragioni scientifiche e spirituali per spiegare questo asserto. I cinque sensi Sabda, Sparsa, Rupa, Rasa e Gandha ( suono, tatto, forrma, sapore e colore ) si trovano nella Terra, la quale è perciò solida e stabile; ossia l'elemento 'Terra' ( " Pritivi " ) possiede tutte e cinque queste proprietà. Il secondo elemento, l'acqua ( " ap, jala " ) non ha odore ( " gandha ") ma ha gli altri quattro soltanto: Sabda, Rupa, Sparsa e Rasa ( suono, forma tangibilità e sapore), e perciò si può muovere un po' più della terra. Il fuoco possiede da solo suono, forma e tangibilità, ma non gandha nè Rasa; è perciò è più lieve della terra e dell'acqua e perciò tende a salire più libero. Il quarto elemento è l'aria; ha solo Sabda e Sparsa, ossia suono e tatto, è leggerissima a va dove vuole. Lo spazio, o Akasa ha soltanto una qualità, il Sabda o suono. Perciò lo troviamo dappertutto. Dio è al di là e al di sopra di questi cinque sensi di percezione, e non ha alcuno degli attributi della materia. Perciò Egli è più lieve di questi elementi, ed presente dappertutto; perciò Dio è Onnipresente. 164. Che significa l'affermazione " Dio è Anurasniyan, Mahato Mahiyan " ? Che Dio è infinitamente più piccolo dell'infinitamente piccolo, e che è più vasto dell'infinitamente grande. 165. Perchè diciamo che il suono AUM è identico col Brahman ? Perchè il suono AUM è la combinazione di tre sillabe: " Aa, Oo, M. " Aa, si riferisce alla consapevolezza, "Visva"; Oo è il sottile e si riferisce alla mente, ai sogni; lo si può considerare come " tajaisa ". 'M' è causale , e si riferisce al sonno profondo, a Prajnana. Così quando si pronuncia tutto l'AUM il Visva si fonde con Tajasisa e il Tajaisa con il prajna, e abbiamo il Darsana dell'Atman. Allo stesso modo quando riusciamo a combinare i tre stati di veglia, sogno e sonno profondo, che significa combinare in uno degli aspetti grossolano sottile e causale, abbiamo la possibilità di dare uno sguardo all'Anima Divina. Sicchè il Pranava, l'Aum rappresenta l'intero contenuto del Brahman. 166. Che cosa significa la frase " Ekam Eva Advitiyam " ? Questa frase dice che il Brahman è Uno, e l'Uno solo, che non ha secondo. Il Brahman è in tutto e dovunque; dacchè è Onnipresente e Onniscente, è la Realtà Assoluta, e l'Assoluto non può avere secondo, perchè sarebbe un assoluto anche quello, e due assoluti non sono pensabili, perchè nessuno dei due sarebbe più assoluto. 167. Perchè diciamo che il " jivi ", l'" Anima " è indistruttibile mentre tutte le altre cose del mondo sono distruttibili ? Tutto ciò che è soggetto a cambiare, tutto ciò che di tempo in tempo si trasforma è cosa distruttibile, mentre è indistruttibile ciò che è permanente ed eterno. Il corpo umano è soggetto ai sei stadi di trasformazione della nascita, crescita, cambiamento, evoluzione e declino, morte e distruzione. A Causa di ciò, e dell'impermanenza del corpo diciamo che tutto nel mondo è distruttibile. Solo il " jivi " o Anima non subisce cambiamenti ed è permanente. Questo JIvi indistruttibile risiede in questo corpo perituro, che è il solo ad esser distrutto, mentre l'anima è indistruttibile. 168. La realizzazione del Sè, dell'Anima, è il risultato supremo ? La risposta è "no". La presa di coscienza del Sè, o anima, giova solo a comprendere ciò che nell'uomo è la parte distruttibile e quella che è indistruttibile. C'è qualcosa che non è nè corpo nè anima, ed è il " Purusottama ", che eccede queste due cose. Raggiungeremo la meta della nostra realizzazione solo, quando avremo potuto realizzare questo " Purusottama ", cioè Dio, il Brahman. 169. C'è un detto secondo cui " la mente è lo specchio del nostro essere interiore ". Spiegamelo. Nella vita spirituale dobbiamo scoprire l'esistenza di quattro aspetti: 1. l'anima; 2. l'intelletto; 3. La mente; 4. gli organi dei sensi. Degli organi dei sensi la padrona è la mente; della mente è padrone l'intelletto; dell'intelletto è padrona l'anima. Quindi i quattro aspetti sono tutti in correlazione vicendevole e alla fine questi quattro aspetti non sono che uno, che è l'Atman o anima. Quindi ciò che vien fuori da noi stessi, che emana dall'essere interiore è la mente. Non ci può essere nulla, o per mezzo della mente, o dell'intelletto o delle nostre azioni che venga dall'esterno. Tutto viene dal nostro interno, è, infine, dall'Anima, e quindi la mente è lo specchio del nostro essere interiore. 170. Che vuol dire " Vairagya ", e come lo si ottiene ? La mente è come un tessuto, i cui fili sono i desideri. Se vogliamo far sparire la mente dobbiamo togliere i fili, ad uno ad uno. Diminuendo i desideri, che sono il nostro pesante bagaglio nel nostro viaggio della vita, ci facciamo più leggeri. La liberazione dai desideri è detta, in termine Vedantico, " Vairagya " ( pron. ' vairaghia ': la 'g' in sanscrito è sempre dura; " Gita " si pronuncia 'ghita', ecc) Vairagya non significa abbandonare la famiglia ed andare a vivere da anacoreta, ma rimanere nel mondo, compiere tutti i propri doveri ma avendo sempre la mente libera da desideri e da attaccamenti. 171. Che cosa ci dà di buono il Vairagya ? " Viaggiar leggeri permette di fare del viaggio un piacere". La mente, che è fatta di tanti desideri, può darci solo un sacco di guai. Il Vairagya vuol dire compiere i doveri che ci sono assegnati per far piacere a Dio, e non per il nostro. Ciò elimina difficoltà e problemi dalla nostra vita. Così la vera Vairagya rende più agevole, sicuro, sano e piacevole il viaggio della nostra vita. 172. Perchè Dio lo chiamiamo " Madhava " ? La parola " Madhava" contiene due parti: " Ma " , che può esser interpretata come Maya, o illusione; e anche 'Prakrti', o Natura, per Laksmi, la Dea dell'abbondanza. " Dhaya " significa 'padrone' Colui che è il padrone di Maya e dell'Abbondanza è il " Madhaya", il Paratman. 173. Che differenza c'è tra Jivatman e Paramatman ? Il Paramatman è indipendente. E' libero, mentre il Jivatman o 'Jiva' dipende da qualcos'altro. E' tanto subordinato alla Prakrti, alla Natura, da non potersi identificare con l'ananda, con la letizia Divina. Se vogliamo godere la Beatitudine Divina dobbiamo giungere a identificarci col Madhava, con Dio. 174. Da dove sono venute le Upanisad, e qual'è il bene che possono fare all'uomo ? Esse indicano la via per la quale possiamo raggiungere il " Kaivalya", l'Unità con Dio. Sono l'essenza dei Veda - e la base di tutte le Upanisad è la Isavasya Upanisad, che viene dal Yaiur Veda. La Kenopanisad viene dal Sama Veda. Come dei Veda, anche nelle Upanisad si possono ravvisare tre parti, che sono: 1. Upasana Kanda; 2. Jnana Kanda; 3. Karma Kanda. Esse dicono all'uomo ciò che deve e non deve fare, quali sono le vie che lo conducono al bene e quali sono quelle cattive. Il solo scopo delle Upanisad è condurre l'uomo a Dio. 175. Qual'è la classificazione delle Upanisad secondo il Kavi Vyasa ? Vyasa assegnò le varie Upanisad a iscuno dei 4 Veda. Il Rgveda si compone di 21 branche, ed ognuna di esse ha una corrispondente Upanisad. Alle 109 branche del Yajurveda corrispondono 109 Upanisad, ed alle 1.000 del Sama veda corrispondono 1.000 Upanisad. L'Atharvaveda poi ha 50 branche e perciò 50 Upanisad. Con ciò le Upanisad assommerebbero a 1.180 secondo il calcolo di Vyasa, ma a noi ne son pervenute solo 108. Sri Sankaracarya arricchì dieci di esse coi suoi commenti, e queste divennero perciò le più apprezzate, e sono quelle citate al n° 24. 176. Oltre le 10 già enumerate, quali sono le altre 98 ? Sono: 1. Brahma 2. Kaivralya 3. Svethasva 4. Fabali 5. Hamsa 6. Garbha 7. Aruni 8. Maramahansa 9. Amrithanda 10. Narayani 11. Amrttabindu 12. Atarvasikha 13. Atarvavasiva 14. Kasithara 15. Maitrayani 16. Narsimhatapani 17. Brahmajabala 18. Maitreya 19. Kalagnidura 20. Sulabha 21. Mantrika 22. Ksiti 23. Niralamba 24. Sarvahara 25. Vajrasucika 26. Subharahasya 27. Tejobindu 28. Nadabindu 29. Dhyanabindu 30. Brahamavidya 31. Atmabodhaka 32. Yoga 33. Tattva 34. Naradaparivrajaka 35. Brahmana 36. Sita 37. Yogacudhamani 38. Nirvana 39. Mandala 40. Daksinamurti 41. Skanda 42. Sarabha 43. Advaita 44. Tharaka 45. Mahanarayana 46. Sovbhagyalaksmi 47. Sarasvatiahasya 48. Mukkthika 49. Bhavarica 50. Ramathapana 51. Ramarahasya 52. Mudgali 53. Vasudeva 54. Pimgala 55. Sandilya 56. Mahabhiksuka 57. Yogasiksa 58. Samnyasa 59. Turyasvatita 60. Paramaparivrajaka 61. Narasimi 62. Aksamalalika 63. Amnumurnha 64. Ekasara 65. Aksaka 66. Adhumavya 67. Surya 68. Kundhisakhya 69. Atma 70. Savitri 71. Parabrahma 72. Pasupata 73. Thripurathapana 74. Avadhuta 75. Tripura 76. Devi 77. Bhavana 78. Katha 79. Yogakundali 80. Rudrahrdaya 81. Rudraksa 82. Bhasona 83. Darsana 84. Ganapati 85. Thaha Sata 86. Mahavakya 87. Pancabrahma 88. Gopalathapam 89. Pranagnihotra 90. Garuda 91. Krsna 92. Dattatreya 93. Varaha 94. Vajanavalkya 95. Satyayana 96. Avyakta 97. Hayagriva 98. Kalisantharana 177. Qual'è il significato esoterico della Ghita Upadesa? La Gita insegna che il Campo è il corpo; il Jivi è Arjuna e Krsna è l'Atman. La mente sono le redini, e i cavalli sono i sensi. Il quadro d'insieme deve essere interpretato nel senso che Krsna, che rappresenta l'Atman, guida il carro, che rappresenta il corpo, nel campo di battaglia. Gli eserciti opposti sono " Thag " e " Para ", ossia questo mondo e l'altro, il male e il bene, oppure Atman e Anatman, oppure quello che è temporale e quello che indistruttibile. I Kaurava rappresentano le cattive qualità, e i Pandava le buone. La battaglia in Hastinapura è quella che si svolge ogni giorno in ogni cuore, col nostro controllo dei cavalli dei sensi con l'aiuto delle redini della mente, sotto la guida di Krsna. L'Atmanjnana, nella battaglia dovremmo sconfiggere in noi le cattive qualità per far vincere quelle buone, ristabilendo così il Dharma. 178. Qual'è il 'leit-motiv ' della Bhagavad Gita ? Questo nome significa la 'Divina Canzone',e consiste essenzialmente di tre parti, che sono la Karma Kanda, l'Upasana Kanda, e la Jnana Kanda. In più la Gita ci ha veramente dato quel gran detto che è 'Tat Tvam Asi': ' Tu sei Quello '. I primi sei capitoli ci parlano della natura e del contenuto di ciò che hiamiamo 'jivi', o il 'tvam', che risiede nel corpo per cui mezzo si manifesta la natura del 'jivi '. I sei successivi riguardano la natura e il contenuto di ciò che chiamiamo ' Tat ' ( la via della Bhakti) . Gli ultimi sei capitoli ci parlano del contenuto e del significato di 'Asi' ( 'sei') e ci insegnano come realizzare l'identità del Sè o del 'Jivatma' con ' Tat' col Paramatman. Ci insegna come dobbiamo staccarci dalle cose, come sacrificare e raggiungere " Moksa", la liberazione. 179. Qual'è il vero significato della parola ' Saranagati ' ? Con questa parola intendiamo di solito significare che mettiamo a disposizione di Dio il nostro corpo, la nostra mente, tute le nostre forze e quanto abbiamo. Invece non è un significato corretto, perchè il nostro corpo non è affatto di nostra proprietà, e la mente non la controlliamo. Nulla ci appartiene veramente, e perciò non abbiamo diritto di dire " abbandono a Dio pensiero, mente e corpo," in quanto nulla appartiene a noi, ma bensì a Dio. Solo quando ammetteremo e crederemo che Dio è presente in ogni cosa capiremo che cosa significa arrendersi a Dio in pensiero, parola a azione. Il vero Saranagati è divenire uno con Dio. non c'è abbandono finchè nella mente c'è distinzione tra "io" e Dio. Non è arrendersi pensare che chi dà ordini è Dio e chi li esegue è l'uomo; la beatitudine sta nella unità e non nella dualità. Quindi il vero significato della parola " Saranagati " è il sentirsi uno con Dio. 180. Qual'è il merito che rese Arjuna degno di ricevere l'insegnamento della Ghita ? E' la domanda che fece anche lui, e Sri Krsna rispose: " Dharamaja ha molte migliori qualità di Arjuna, ma ci pensa " dopo ". Si sente colpevole di aver fatto il guaio, e quindi non meritava di ricevere l'insegnamento della Gita. Poi ci sarebbe stato, Bishma il grande dotto e prode figlio di Ganga, che aveva pur capito che la ragione e il diritto stavano dalla parte dei Pandava. Cionostante aveva accettato il comando supremo dell'armata dei Kaurava. Le sue azioni non erano coerenti con ciò che pensava; agiva in contraddizione con le sue opinioni, e non era degno di ricevere l'insegnamento di Krsna. Nel caso di Arjuna, egli presentiva tutte le sofferenze che avrebbe causato la guerra. Era pronto a sacrificare tutti i piaceri di questo mondo e dell'altro per il bene degli altri; si affidò al Signore pronto a seguire tutte le indicazioni che gli avesse dato. Dobbiamo quindi ammettere che egli era l'uomo che meritava l'insegnamento della Ghita. 181. A quali condizioni Dio protegge il nostro benessere e il nostro futuro ? La parola di Dio è che egli si occupa del tuo bene semprechè tu abbia devozione per Lui. Nella Ghita dice che ciò avverrà purchè il devoto passi tutto il tempo pensando a Dio, accetti Dio come onnipervadente e presente in ogni essere; sia sempre attaccato a Lui come fa il piccolo della scimmia, sempre avvinghiato al pelo della madre. Dobbiamo attaccarci a Dio in ogni circostanza e condizione; dobbiamo avere questa fede implicita; se noi non l'abbiamo, e ci abbandoniamo totalmente a Dio, Egli, come la gatta fa con i suoi micini, si occuperà del nostro bene ovunque noi siamo. 182. Quali sono i due modi mediante i quali ci possiamo liberare delle catene degli affetti e degli attaccamenti e guadagnarci la Liberazione? Un modo è quello di ottenere la forza con cui spezzare la catena. L'altro è quello di farci così piccoli, che la catena ci sia molto larga e ci scivoli d'addosso. Sono, il primo 'jnana', la via della Conoscenza, e il secondo 'Bhakti', la via della Devozione. Quest'ultima ci insegna l'atteggiamento di " Dasoham ", ossia della condotta per cui dici: " io sono il tuo servo " ('das'). Quando ti senti legato da una catena, se puoi ripetere " Dasoham, Dasoham" ti fai umile, il tuo ego diventa più tenue, e divieni tanto piccino che puoi scivolare fuori dalla catena. L'altra via quella della Jnana, ti fa spezzare la catena perchè ripeti " Sivoham, Sivoham " - Io Sono Siva.... - e con questa sensazione ti fai sempre più grande; tanto grande che la catena si spezza e non ti tiene più. Ecco le due vie per arrivare a " Moksa ", alla Liberazione. 183. Che cos'è " Kama " ? Che differenza c'è fra "Kama" e " Prema " ? L'avere dei desideri e mantenerli è " Kama ". La parola " Bhakti " è anche scambiata con " Prema ", ossia Amore. Benchè Prema e Kama possano parere sinonimi, in realtà differiscono molto. Kama si lega a persone o a cose; è ristretto e limitato. I desideri terreni son Kama e il desiderio per l'universale, per Dio Eterno è Prema. 184. Spiegami la frase " Jantunam Narajanma Durlabham ". Si chiama " jantu " tutto ciò che è nato da una matrice. Poichè anche l'Uomo è nato da madre, è detto "jantu" anch'esso. La sola differenza tra uomo e animale è la sua intelligenza. La frase citata dice che la 'narayama', ossia la nascita come 'nara' (uomo) è una grande fortuna. Perciò devi badare attentamente a tenere una buona condotta nella vita. 185. Che cosa ci insegna il Ramayana ? Ci insegna che i due sentimenti di " kama " e " Krodha " sono la causa di tutte le tristi esperienze che abbiamo nella vita. Quella strega di Manthara ebbe la colpa dell'esilio di Rama nella foresta, e del ratto di Sita da parte di Ravana, di cui ebbe la colpa anche Surpanaka. 'Manthara' significa ira, cioè Krodha; e Surpanaka significa desiderio, ossia Kama. Kama e Krodha, concupiscenza e ira, hanno la colpa di tutti i dolori che prviamo. Anche nel caso di Sita, ella poteva stare con Rama solo qando aveea sacrificato tutti i suoi Kama; quando nella sua mente venne il desiderio del cerbiatto d'oro, Rama le fu lontano. Il Ramayana ci insegna anche che dove c'è Rama non c'è più Kama; e quando subentra Kama, Rama è lontano da noi. 186. Che cos'è " Visnu Maya " ? La base eterna, il Brahman, è come uno schermo cinematografico. Quando gli si proietta sopra l'immagine del mondo cangiante, con la gente che va e viene, avete il quadro del mondo, come il film nel salone del cine. Questo processo per il quale lo schermo permanente e la pellicola irreale e transitoria si combinano e ci danno un'impressione di realtà può essere chiamato la " Visnu Maya " dell'Universo, del Jagat. La parola " Visnu " non deve qui esser reinterpretata come una Persona che riveste le insegne della Buccina (" Sanka") e del Disco ( " cakra "), ma significa 'onnipresenza'; e a questa miscela di vero e di falso Samkara diede il nome di "Mitya", e disse " Brahman Satya, Jagat Mitya ". 187. " Maya è l'ombra inseparabile di Dio "; spiegami questa frase con riferimento al Ramayana. Sappiamo che, mentre viaggiavamo nella foresta, Rama faceva da guida e camminava in testa alla comitiva; subito dietro a lui veniva Sita, e per ultimo camminava Laksama. Rama Rappresenta Dio, il Paratma; Sita rappresenta Maya, e Laksama rappresenta il Jivi. Se Laksama ( l'anima umana, il Jivi ) desidera avere la vista di Dio, del Paratman, Sita che gli si frappone si deve allontanare; oppure si deve spostare Laksama. Se cerchiamo d spinger via Maya, o di cacciarla con odio, essa si adira. Non solo: neanche Dio permetterebbe una tal cosa, e non avremo la grazia del suo Darsan. Il solo modo per un jivi di vedere Dio e di ottenere la Sua Grazia è di capire che la Maya è l'ombra inseparabile di Dio Stesso e o pregare in tutta umiltà di avere l'opportunità di vedere il Signore. Allora la stessa Maya si farà gentilmente da un lato ed aiuterà il Jivi ad avere il Darsan del Signore Iddio. 188. Chi sono io ? Per rispondere dobbiamo farci molte domande quali: " Io sono il corpo ? Sono la mente ? sono l'anthakarana ? " e così via. Se credi di essere il corpo che senso ha dire, come fan tutti, " il mio corpo" ? Chi è che dice "mio", e chi è il corpo ? Se tu dici " il mio corpo" sottintendi che tu sei qualcos'altro staccato e diverso dal corpo. Se dici " la mia mente " è evidente che separi la tua mente dal tuo possessore, il tuo "io". Noi sperimentiamo tutto, tutto separando tra "mio" e "non mio". La cultura indiana e gli insegnamenti del Vedanta ti fanno attraversare, per mezzo della constatazione " questo non è l'"io" tutto finchè arrivi a capire che cos'è l'Io; e il vero Io è l'Atman. 189. Chi è i nostro vero Congiunto o parente? Quando muore un congiunto, la madre per esempio, ella mi ha lasciato e se n'è andata. Ma chi mi ha lasciato in realtà ? Il suo corpo è ancora qui, ed è andata via. La vera madre è solo la sua vita. Sicchè quando la vita, è fuggita, ci rendiamo conto che il rapporto di cui abbiamo goduto era solo un rapporto fisico, che non ha valore. Tutto ciò che era permamente e lo era solo in rispetto all'Anima Divina che era contenuta nel corpo, e non era il corpo stesso. Perciò il vero parente, il vero amico, la vera guida può essere solo Dio e nessun altro. 190. Quando ci accorgeremo della nostra vera forma ? Nel pensiero che ci fa credere nell'Onnipresenza di Dio, che Dio è presente davanti a te e fuori di te non occorre che tu dia speciale importanza a ciò che viene dal di fuori. Devi credere che tutto è contenuto da te. Tutta la essenza dei Veda viene dall'interno dell'uomo, e non dal di fuori. A causa dell'ignoranza, di certe illusioni e dalle nostre azioni in vite anteriori crediamo che ci venga qualcosa dall'esterno, da qualcosa di sacro. Non è esatto, è illusione. Solo se sappiamo liberarci da codesta illusione, di superare l'ignoranza e di capire che tutto è dentro di noi potremo conoscere la nostra vera forma. 191. Nella nostra miotlogia si racconta che una vita l'Oceano fu sbattuto ( come si fa con il latte per fare il burro) con il " Mahatahara Parvatha ". Qual'è il senso occulto di questo segreto ? Si racconta che c'era un monte di questo nome, e che con esso l'oceano fu sbattutto, dai deva che tiravano da un parte e gli Asura dall'altra il serpente che, attorcigliato al monte, lo faceva girare ( in India invece dalla nostra zagola il latte si agita in un recipente cilindrico, in cui è immerso un bastone che fa da agitatore, attorno al cui estremo superiore si avvolge una funicella che, tirata da un capo all'altro, lo fa girare alternativamente. I Deva, o devata rappresentano le buone qualità, e gli Asura, o Demoni le cattive. Dall'Oceano uscirono cose buone, gemme, il Kalpavriksa, albero che soddisfa i desideri, la Kamadhenu, vacca che vi dà tutto ciò che volete. L'Amrita nettare dell'immortalità, ed anche veleni mortali. Questo è il senso allegorico della storia; il, senso occulto, 'anagogico' come direbbe Dante è che è la nostra vita stessa ad essere " zangolata ". La fonte " Viveka", la sapienza; il corpo è il recipiente dove avviene la sbattitura e il monte sbattendo è l'essenza del Vedanta; e i due capi della fune che muove il monte sono le due Nudi Ida e Pingala, i nostri due condotti sottile attraverso i quali si muove la nostra energia interiore. L'operazione della sbattitura è il Sadhana che noi dobbiamo praticare ( per sceverare ciò che c'è di noi di buono da ciò che c'è di male ). Allora sorgerà il Nettare Divino. 192. Il Bhagavan ha comparato la nostra vita ad una partita di foot-ball. Perchè ? Il nostro cuore spirituale è il campo da gioco; da una parte c'è la squdra delle " Asarida Varga ", delle cattive qualità, che sono: 1. Kama, ( concupiscenza) ; Krodha ( ira ): 3. Lobha ( avidità, possessività ) 4. Moha ( attaccamento, illusione ); 5. Mada ( arroganza, superbia); 6. Matsarya ( invidia). I giocatori dell'altra squadra sono: 1. Satya ( verità); 2. Dharma ( rettitudine); 3. Santi ( pace, imperturbabile); 4. Prema ( amore ); 5.Ahimsa ( non -violenza );6. Purnave ( senso di pienezza). La " Dharma Vidya " ( l'istruzione che si riferisce a questo mondo), e la Brahma Vidya ( quella che riguarda l'Altro Mondo) sono i limiti del campo. La gente buona e la cattiva stanno calciando la palla della vita. I cattivi hanno la forza fisica, i buoni quella Divina, e si vedrà come e quando vinceremo, o se manderemo il pallone in porta. Questo è il confronto che fa il Bhagavan fra la vita e una partita di foot-ball. 193. Quale è il significato occulto del rumore del nostro respiro ? E' il " Soham "; "so" è il suono del respiro che entra, e " Ham " quello del respiro in uscita. La sillaba " so " sta per " Tat ", che significa Dio, il Brahman; e " Ham " sta per " io " o me. Ad ogni respiro diciamo " io sono Dio ", " Io sono Dio ". 194. Si sentono vari suoni. Da dove vengono questi suoni? Tra i suoni ce n'è uno che è il più importante, ed è il pranava AUM. Da essi emanano tutti i diversi suoni, uno e tutti. I Vari suoni sono solo trasfromazioni dell'" Ekoham Bahusyam "( La Volontà Divina " Io sono l'Uno e sarò i molti " ). 195. Spiega come l'AUM è " Ekaksaram Brahma " e Rama è null'altro che l'Omkara ). L'Omkara è formato da tre suoni principali: A, U, M. Rama, che è l'incarnazione del Dharma anche lui ha tre personaggi che lo aiutano, e che sono Laksmana, Bharata, e Satrughna ( i suoi tre fratelli). Il suno A può esser comparato a Laksmana, l'U a Bharata e l'M a Satrughna. La combinazione di questi tre è l'Omkar, e Laksmana Bharata e Satrughna insieme fanno Rama. I Veda e le Upanisad ci insegnano che l'Om (AUM) è l'" Ekaksara Brahman "; cioè l'OM è Leakam Advitiyam Brahman, ossia Brahman è l'Uno è solo Uno ". Rama che non è altro che l'Omkara, ebbe nascita sulla terra per ristabilire il Dharma, la rettitudine sulla faccia del pianeta. Rama è Dio. 196. Il Ramayama ha altri due nomi. Quali sono ? Sono " Morte di Ravana " e " Sitacarita ", ossia " Storia di Sita "; il Ramayama è chiamato " Srimad Ramayama " perchè descrive tutte le grandi virtù di Rama. Il titolo di " Storia di Sita " gli spetta perchè Ella è la donna ideale, ricca di tutte le qualità che deve avere la Donna Indiana; castità, purezza, gentilezza, eccc. Ed ella insegna perfino il Dharma e Rama. A sua volta Ravana è un personaggio potentissimo e di grande sapere, e compie molte grandi imprese. Ciononostante egli non seppe seguire la retta via, e per questa ragione dovette essere ammazzato da Rama. Ravana non era sorretto dal Dharma. Poichè il ramauyma cui insegna che non dobbiamo lasciare spazio alle cattive azioni, e che la vera forza è quella del Dharma, questo poema è anche chiamato " L'Uccisone di Ravana ". 197. Che cosa significa " Saguna Brahman ", e " Nirguna Brahman " ? Per spiegarlo prendiamo per esempio ciò che Uddalaka, il grande Guru disse al figlio per spiegargli queste cose. " Prendi un vaso pieno d'acqua, mettici dello zucchero e rimescola bene " Prima di sciogliere lo zucchero lo abbiamo visto. Adesso che l'abbiamo sciolto nell'acqua sapremo dire in che parte del vaso si trova ? Lo zucchero si trova in ogni goccioletta del liquido. Così il Brahman, che è " nirguna ", ossia senza " guna " attributi, ed è " nirvikara", senza forma nè limiti di spazio o di tempo, questo è il concetto di " nirguna Brahman ". Questo Brahman assume gli aspetti di " saguna ", di chi ha attributi o "guna" e appare in questo mondo e risiede in ogni essere, in tutto ciò che vediamo intorno al mondo. Non è possibile vederLo separatamente coi nostri occhi, nè afferrarlo con le mani, ma è solo possibile averNe l'esperienza nel Suo Sgtato Manifesto. Ciò è tutto ciò che possiamo fare con la grossolanità del nostro corpo, salvo sperimentarlo in istati più elevati. 198. Dio è presente ovunque e sempre. Perchè si dovrebbe andare in qualche posto speciale o in pellegrinaggio per cercare Dio in qualche santuario particolare ? Qui c'è una vacca; dal suo corpo si può estrarre latte. Vogliamo dedurre che il latte scorra per tutta la vacca ? Provate a mungerla da un orecchio: avrete un bel torvcere; di latte non ne esce. Occorre mandarlo a cercare in qualche posto speciale. Il latte viene dal sangue dell'animale, ma non è detto che dove c'è sangue ci sia il latte. Allo stesso modo, benchè Dio sia onnipresente e sia dappertutto, se Lo si vuole vedere, per realizzarlo dovete scegliere un momento e il luogo giusto. Se cominciamo la nosta vita prefiggendoci una certa ora di preghiera ( di pregare, contemplazione o meditazione) e ci scegliamo una certa forma; a poco a poco nella nostra pratica giungeremo a un punto quando, da quest'adorazione passeremo a realizzare l'aspetto nirguna del Brahman. Tutto ci apparirà allora come una sola cosa infinita. Quando raggiungiamo quaesto stato di Advaiata e trasformiamo in esperienza le nostre convinzioni filosofiche non avremo più bisogno di recarci in qualche posto speciale. Vedremo Dio dappertutto, senza vincoli di tempo, e LO troveremo dentro di noi. Questa è la vera realizzazione di Dio. 199. Che cos'è la meditazione ? Dobbiamo accettare il concetto " Saguna " e " sakara " perchè col suo aiuto possiamo raggiungere la meta di " Nirguna " e di " Nirakara ". Questo procedimento è chiamato Meditazione, o Dhyana ( ma pare che in altri testi, come Dhyana Vahini non si legga proprio così. Sta di fatto che Patanjali enumera Prathyaara, Dharana e Dhyana prima di Samadhi; ossia introversione dei sensi, concentrazione, contemplazione e poi Samadhi; e di quello che si dice " meditazione " specificamente non parla. Se essa non è ancora Samadhi, sarebbe lecito identificarla con " Dhyana ", contemplazione; ma pare che in Dhyana Vah. Baba la ponga un gradino più su, con Samadhi: siccome di Samadhi, prima di giungere all'Unità totale, ce ne sono vari livelli, potremo supporre che Baba intenda per istato meditativo i primi ivelli di Samadhi. 200. Che cos'è Dhyana? Se non c'è un oggetto su cui meditare, non si può farlo. Il processo nel quale si medita ( si " contempla " un oggetto ) si chiama Dhyana. Colui che fa Dhyana si dice Dhyata. Il Dhyata, per mezzo di Dhyana, deve raggiungere l'esperienza dell'oggetto della meditazione, del Dhyeya. Quando si compie il processo della meditazione, le tre componenti si fondono in una unità; colui il quale dà Prema, il Prema stesso, e chi riceve il Prema diventano una sola cosa; se manca uno di questi tre elementi non è possibile raggiungere la completezza. In tutti e tre è presente Prema nello stesso grado. A ciò si riferisce il detto " L'amore è Dio; vivi in amore ". 201. Come si può fare Dhyana? Pr farlo è molto importante l'ora. Dovete meditare ogni giorno, sempre alla setssa ora, nel periodo che va dalle tre alle sei del mattino; sono le 3 ore del " Brahman Muhurta ". Mettetevi a sedere su una tavola di legno, in " padmasana 2 ( posizione del loto). Mettetevi davanti una piccola " jyoti ", una fiammella di una lucernina ad olio e una candela; guardate la fiamma ad occhi aperti. Chiudete gli occhi dopo un minuto; sentitevi la fiamma nel mezzo delle sopracciglia; portatela pian piano fin dentro al cuore. Sentite che nel vostro cuore, che si apre come un loto alla luce della vostra fiamma, questa si va soffermando. Se non ve la potete raffigurare, riaprite gli occhi e tornate a fissare la jyoti. Quando ve la vedrete nel mezzo del vostro cuore, portate la sua luce ad ogni parte del vostro corpo; nel collo, poi dal collo alla bocca, e poi alle mani, e ai piedi, poi agli ochi, e dagli occhi alle orecchie e al capo, e di lì tutt'attorno a voi. Mandatela a coloro coi quali avete relazioni, a chi vi vuol bene ed anche a chi vi vuol male. Poi mandatela a tutto: agli uccelli, alle altre bestie, a tutto. Quando averete finito la vostra Dhyana recitate la preghiera " Asato Ma Sat gamaya; Tamaso ma Jyotir gamaya; Mrtyor ma Amrtam gamaya, " che significa : " (O Signore) conducimi dall'irreale al reale; conducimi dalle tenebre alla luce, conducimi dalla Morte all'Immortalità ". 202. A che serve codesta Dhyana ? Ovunque sarà stata portata questa Jyoti ( fiamma, luce ) durante la Dhyana non ci saranno più tenebre. dacchè Jyoti avrà raggiunto i vostri occhi non avrete più cattive visioni o vista cattiva. Siccome essa ha raggiunto le vostre orecchie, non udrete più cose malvagie; poichè è giunta alla vostra bocca, non proferirete più parole cattive; ed essendo giunta al vostro capo, non avrete più brutti pensieri. E'arrivata nel vostro cuore, e non avrete più sentimenti negativi; è corsa alle vostre mani ed ai vostri piedi, e non commetterete più cattive azioni nè andrete più in luoghi cattivi. Sentirete che con questa meditazione non si sono solo eliminati i lati brutti del vostro carattere, ma al loro posto sopravvengono idee sacre e nobili, e le vostre azioni sacre e nobili saranno. Non solo, ma potrete arrivare al glorioso Darsan Isvara, oppure avrete l'esperienza dell'Advaita, dell'UNO, perchè la luce che è in voi c'è in tutti gli esseri umani ( e non ), in tutto e dovunque. 203. Non ci è lecito meditare su una delle Forme di Dio ? Una forma non è cosa duratura. Non è giusto porre la vostra concentrazione su qualcosa che cambierà, che non è durevole. Meditate su qualcosa che non cambi mai. Avendo nella vostra meditazione la Jyoti ( = luce ) che non cambia, vedrete certamente in essa " Rupa ", la Forma che gradite e che pregate. Da una Jyoti potete accendere quantità di altre Jyoti, ma la prima non cambia per questo, nè si spegne. La prima Jyoti è una " akhanda jyoti ", le altre sono delle " Jivan Jyoti " ( la prima è come Paramatman, le altre sono raffigurate come il Jivatman). Il risultato della meditazione sarà che ogni singola Jivi Jyoti si fondono con l'Akhanda Jyoti, e ciò insegna l'Unità di tutto il creato. Ecco perchè si tiene davanti una luce nella meditazione. 204. Che cos'è il " Prarabhda Karma"? E il "Sancita" e " l'Agami Karma ", che sono? Il Prarabhda Karma è quello in cui ci troviamo al presente, del quale sentiamo oggi gli effetti. Per Sancita si intende tutto il Karma passato, e Agami si riferisce al Karma che seguirà nel futuro. Il Prarabhda sta in mezzo tra il Sancita e l'Agami, e noi stiamo subendo questo Prarabhda a causa del Sancita. Il risultato di quello che facciamo ora verrà nel futuro. Anche se siete nel Sancita, se cercate di comportarvi in un modo sattico, pio e buono, potrete cambiare anche sancita. Se poi facciamo ogni nostra azione per piacere a Dio e per la sua Gloria e non c'è Prarabhda che ci possa turbare ( e l'esempio di Druva e di Markandeya ci mostra come può essere superato il Karma). Quindi, la Grazia di Dio può sicuramente vincere i cattivi effetti di Prarabhda. se possimao avere il beneficio della Grazia di Dio non dobbiamo temere nè Prarabhda, nè Sancita nè Agami. Perciò, " siate buoni, fate il bene e vedete il bene; questa è la strada verso Dio, " dice Sai Baba. 205. Qual'è il significato spirituale della storia di Gajendra Moksa ? Nella sua vita precedente Gajendra era stato un re, e rinacque come elefante perchè fu maledetto da un saggio. Qui " re " significa Atman, di cui il Paramtman è l'imperatore. Questo elefante dimenticò l'Atmatattva ( il proprio principio spirituale ) e conduceva una vita di attaccamenti e di illusioni, nella foresta dell'esistenza. Nel vagare per la foresta gli venne sete, - il che significa attaccamento ai sensi -, e vide un lago - il lago dei desideri materiali, il " samsara "; gli venne voglia di godere delle sue acque, i piaceri di " samsara ", ed entrò nel lago. Apparve un coccodrillo - che simboleggia il " mamakara " o attaccamento, e l'Ahamkara", o egoità - e gli azzannò una gamba. L'elefante non se ne poteva liberare, benchè impiegasse tutte le sue forze fisiche e mentali. Finalmente invocò in preghiera l'aiuto di Dio. Lo stesso accade per noi, che nella vita ci affidiamo solo alle forze del nostro corpo e della nostra mente, ma queste non possono darci pace e gioia. Se dedichiamo a Dio queste due forze, la sua Grazia ci darà quella Pace e quella Gioia. Alle preghiere dell'elefante, Dio lanciò il suo " Sudarsana Cakra " e uccise il coccodrillo salvando l'elefante. Il nome " Sudarsana" è formato dalla radice " su " che significa " buono " , mentre " darsan " significa " visione ": quindi " Sudarsana non è solo un'arma o uno strumento, ma è la giusta visione di Dio: quando l'elefante volse a Dio le sue preci, lo sguardo di Dio si volse verso l'lefante. Ecco perchè il Bhagavan dice: " Guardate Me, e Io certamente guarderò voi ". 206. Qual'è la prima cosa che dobbiamo cercare di conoscere ? La prima cosa da conoscere è te stesso. La ricerca della conoscenza di te stesso si chiama " Sankhyajnana", e " Tarkajnana " è ciò per cui mezzo si conosce ciò che è l'" io " e da donde è venuto codesto " io ". Lo stato di chi cerca costantemente di conoscere la verità dell'" io " si chiama " Amanaska ". Perciò tutti dovrebbero cercare di sapere questa verità e di essere sempre nello stato di Amanaska. 207. Che cos'è il " nostro ", in realtà ? Abbiamo tutti l'idea errata che una certa cosa è "nostra", ma non è così. Il corpo non è nostro, nè lo è la mente e neppure questa vita è nostra, perchè nulla è sotto il nostro controllo. Il nostro essere è formato da vari strati: " Annamyakosa" ( corpo mentale), " Pranamayakosa " ( corpo enegetico), " Manomayakosa " ( corpo mentale), " Vijnanamyakosa" ( corpo di intelligenza), e " Anandamayakosa" ( corpo di beatitudine). Finchè l'uomo dipende dall'Annamayakosa non può conoscere ciò che riguarda il vitale ( il Pranamayakosa) e vive da animale. Quando dipende dal Pranamayakosa comincia a credere che esista Dio. Col Manomayakosa si rende conto delle leggi naturali, e col Vijnanamayakosa conosce gioia e dolore, e finalmente con l'Anandamayakosa conosce la beatitudine. Tutto è creato da Dio e Gli appartiene. Di nostro non c'è che l'esperienza dell'Unità con Dio. 208. Quali sono i tre tipi di Satya ( verità) comunemente noti ? Spiega come la verità è Una, in realtà. Si dice che ci sono tre verità: la " Pratibhasika Satya ", la " Vyavaharika Satya " e la " Paramatika Satya ", ma la Verità è una sola, e e non è mai triplice. Siamo solo noi a credere che ce ne siano tre. Per esempio, nella penombra ci può accadere di credere che una fune per terra sia un serpente; ma in realtà il serpente è solo nella nostra mente, e la verità è che non c'è un'altra cosa, che è la fune. Questa verità illusoria è la Pratibhasika Satya, che non ha nè base nè esistenza. Se ci mettiamo davanti ad uno specchio, ci vediamo riflessa la nostra immagine; se ci allontaniamo, l'immagine non c'è più. In questo caso una base c'è, e siamo noi, che abbiamo prodotto il nostro riflesso; ma in nostra mancanza il riflesso non c'è più. Esso e Vyavaharika Satya. Finalmente la Paramartika Satya è un'entità che è presente sempre e dovunque; è la vera ed eterna verità. Anche se in questo mondo vediamo molte forme, molti nomi, tante cose, varie razze, religioni e caste, dobbiamo sapere che Dio è presente in tutte esse; l'Essere Interiore, in realtà, è solo UNO. 209. Che persona è uno " Sthitaprajna " ? Come si può raggiungere tale stato mentale ? Si chiama Sthitaprajna chi non è nè giubilante per il successo nè depresso per la sconfitta, perchè ha raggiunto l'imperturbabilità dell'animo. Per raggiungere questo stato occorre avere un dominio totale sui sensi. Non è affatto facile dominare i sensi, ma è meno difficile indirizzarli verso Dio invece che verso le cose terrene. Con questo procedimento si eliminano tutte le impurità dei sensi, e il primo passo è far crescere in noi l'amore per tutte le creature viventi. Chi poi divien capace di dominare e superare l'ira, l'ego e gli attaccamenti diventa un grande Yoghi. Dobbiamo renderci conto che l'ira, la superbia e le altre passioni riducono l'uomo peggio di un animale. Cercate in voi Vijnana, Prajnana, e Sujnana che sono latenti nell'uomo, dirigete i sensi entro il giusto canale e raggiungerete lo stato perfetto della suprema gioia. 210. Com'è che l'ira è il peggior nemico e la calma è invece la miglior protezione ? Sotto l'effetto dell'ira perde la calma e diventa ansioso. In realtà la gioia è il paradiso, e il dolore è l'inferno dell'uomo. Chi è posseduto dall'ira perde il pieno e corretto esercizio di tutte le proprie facoltà, e si fa odiare dagli altri, perchè commette cattive azioni e gravi peccati. I sentimenti d'ira hanno una grossa componente egoica, e l'ira è causata dalla debolezza della mente. Quando siamo adirati i nostri nervi si indebolisci non e perdiamo più energia di quanta ce ne darebbero tre mesi di cibo. L'ira non solo ci debilita e ci porta via i meriti delle nostre buone azioni, ma ci mette in cattive condizioni di salute fisica e mentale. Se siamo capaci di dominare l'ira possiamo farci dei meriti pronunciando il Nome del Signore. La calma dà la forza alla mente e ci dà lo stato di Sthitaprajna, di imperturbalbiltà d'animo. Per arrivarci cercate di riempirvi la mente di buoni pensieri, di buoni sentimenti e di buoni concetti. Invece chi è preso dall'orgoglio, dall'ira e dall'ego vive l'inferno. Invece la calma è la nostra protezione. 211. Che cos'è il " cibo sattvico " ? Non è solo mangiare latte e yogurth, vegetali e olio. E' cibo anche quello che entra in noi da tutti i sensi, dagli Jnanendriya; è l'aria che respiriamo, ciò che vedono i nostri occhi, ciò che entra dalle nostre orecchie, e dagli oggetti che tocchiamo e palpiamo. Sono oggetto della selezione per una dieta Sattvica tutte le cose che entrano per le porte dei nostri sensi, i quali devono essere puri e immacolati: ecco perchè ne dobbiamo avere il controllo. 212. Qual'è il significato esoterico della rappresentazione del Signore ( Visnu ) dormiente sul 'Ksira Sagara ', l'Oceano di Latte ? L'Oceano di Latte è il nostro Anthakarana, il corpo causale, e ciò che resta dopo la Dhyana ( la meditazione), il " sesa " o residuo è l'" Adisesa ", il gran Serpente. La consapevolezza che si trova tra i due e Sri Visnu Stesso, mentre colui che adora, il devoto è la dea Laksmi. Molti grandi ci hanno insegnato come far addormentare Dio sul nostro Oceano di Latte, sul nostro Anthakarana o sul nostro cuore. Il fatto che " sadhakara " sia Laksmi ha il suo significato occulto. Il Jivi non può essere chiamato Purusa finchè la natura inerte non sia del tutto eliminata; è possibile raggiungere il principio Purusa per mezzo della natura femminile si " Stri- Tattva " . E' questo il significato anagogico dello " Sri- Sayana " del Signor Nostro. 213. Che cos'è la " jadattva ", l'inerzia ? Parlamene in dettaglio. Ci sono cinque fasi, o aspetti dell'inerzia. Esse sono: 1. " Ghata-Akasa "; 2. " Jala-ekasa "; 3. " Dehara-ekasa " 4. " Cida- akasa " e 5. " Mahadkasa". 1. Questo nome ( di Ghata Akasa ) si riferisce solo al corpo e non all'Atman che vi è contenuto. Il Ghatakasa è quello stato in cui si dice: " questo è Me" . Anche quando siamo persi nella cosapevolezza solo del corpo, c'è ancora quel sentimento per l'Atman che è in noi: è come lo spazio ( " akasa " ) entro il vaso. 2. lo stato di " Jalakasa " è quello in cui si è pieni di " sankalpa ", di intenzione, e può esser raffrontato col cielo riflesso nell'acqua. Il Sankalpa e il Vikalpa ( La Scelta ) in noi sono come l'acqua nel vaso. 3. Il " Dharakasa " è quello stato in cui si osservano Sankalpa e Vikalpa e noi, ma siamo consci che li stiamo osservando; per esempio, se l'immagine viene ferita fisicamente da qualcuno, la ferita non viene sentita dall'oggetto, ma se invece viene offesa e ingiuriata ( moralmente ) da qualcuno, quest'oggetto, il cui riflesso si trova nell'acqua, risente dell'insulto. Sicchè c'è unità in " Sabda " (suono) ma non in "kriya" ( azione); eppure vi è contenuta, occulta, anche la natura del " Sabda Brahman ". Così in Jalakasa si trova anche la natura di Daharakasa ( "dahara"= piccolo, tenue, sottile). 4. Venendo ora a " Cidakasa", dirò che questo è lo stato in cui l'uomo non è semplice spettatore. In esso l'uomo non è per nulla scosso da emozioni, ma osserva come testimone indifferente tutto quello che accade al corpo, perchè è occupato in una coscienza superiore. Questo stato è " Cidakasa ". (" Ghata "= giara, contenitore, il corpo fisico; " Akasa " = spazio, 'cielo'; " Jala " = acqua; " Dahara "= sottile; " cid " = consapevolezza.) 5. Il vaso può essere rotto, lo stagno si può asciugare, ma la " Akasa " rimane sempre. Lo spazio immenso è lo stato chiamato " Mahadakasa " è lo stato ottenuto col controllo dei sensi, nel quale è possibile realizzare lo stato supremo del " Nirvikalpa ". Questo stato è ancora chiamato " Nirvikalpa ". Questo stato è ancora chiamato " akasa " perchè ha ancora l'elemento d'inerzia, di "jada". Lo spazio (' cielo ') riceve diversi nomi oltre l'" akasa " : " gagana ", " sunya " ('vuoto',nulla). Si parla anche di " Hrdakasa " in riferimento allo spazio ( o 'firmamento') del 'cuore'. La Grazia di Dio può farti andare direttamente allo stato di Mahadakasa senza dover passare per tutti i vari stati di Gata, Jala, Dahara, e Cit. 214. Dove risiede questa " Citasakti " luminosa, che è il nostro Atman ? Tutte le figure che troviamo nel mondo non sono che proiezioni del 'cid-akasa'. L'anima proietta sullo schermo le varie figure che vediamo muoversi come al cinema. Se chiudiamo gli occhi non vediamo nessuno, ma tutta quella gente ci dev'essere. Aperti gli occhi, vediamo con essi tutte quelle apparenze, ma non è che esse entrino negli occhi. Gli occhi proiettano una luce, che non è proiettata dagli oggetti. Per esempio, il sole illumina tutto il mondo, ma questo non illumina il sole. La luna è come uno specchio che riflette la lce del sole, che viene rimandata fredda e piacevole. I Veda dicono che la luna è come la mente, che riflette lo splendore dell'Atman. Di essa parte si riflette nello specchio di " Buddhi", dell'intelletto, e così la mente buia può esser illuminata e splendente della luce riflessa. La mente può permetterci di ottenere ' Prajnana', anche se siamo allo stato di Ajnana. Se volgiamo Buddhi verso l'Atman possiamo disperdere il buio della nostra mente; L'Atman è il padrone dell'intelletto e ciò che esso afferra trascende i sensi. 215. Spiegami come il Dharma ha perso i suoi Pada ( piedi, sostegni ) nonostante la comparsa dei grandi Avatar ? Il Bahgavan Baba dice che nel'" Krytayuga" camminava e si sosteneva su quattro piedi, che erano: " Yajna ", 2. "Yaga", 3. "Yoga", 4. "Tapas". I Rsi del Krita Yuga seguivano tutti e quattro questi Pada per armonizzare pensiero, parola ed azione. La perdita di un Pada nel Treta Yuga in realtà importò la perdita di uno, il Tapas. Poi nel Dvapara Yuga era possibile raggiungere il Dharma con l'aiuto solo di due Pada: il Yoga e il Yajna. Nel Kaliyuga il Dharma ha soltanto nu Pada, lo Yoga, cioè il Bhakti Yoga, lo Yoga della devozione. Così il significato segreto è che il processo è stato facilitato. Gli Avatar hanno eliminato i Pada più difficili, ma il Dharma non è stato cambiato. Finchè avete un solo anno di età usate quattro gambe per camminare; poi dopo, più tardi solo tre, e poi due e cominciate a correre, sempre però usando una gamba per volta. Il Dharma è imperituro, è indistruttibile, e gli Avatar sono venuti solo per facilitare la via per raggiungere il Dharma. 216. Dove va l'Atman dopo la morte del corpo ? Esiste una sola realtà così come c'è solo un sole; e questo corpo può essere comparato con un vaso pieno d'acqua, e in ogni vaso si riflette l'unico e solo Atman, anche se ogni immagine pare separata. Quando il vaso si spezza e l'acqua si sparge al suolo, dove va il sole che fin'ora era stato riflesso dall'acqua? Il sole non è venuto e non se ne è andato, ma è apparso come riflesso perchè c'era il vaso e nel vaso c'era l'acqua. Il valore del vaso dipende del materiale di cui è fatto, ma il riflesso ha lo stesso valore per tutti i vasi. Così pure L'Atma Svarupa ha ovunque lo stesso valore e tutte le differenze sono illusorie. L'Atma Tattva è una e indivisibile ( " Tattva " = quiddità ). 217. Quali sono i tre tipi di Karma ? Benchè la via del Karma sia difficile, ci offre diverse esperienze. Ci sono tre specie di Karma: " Karma ", " Vikarma", e " Akarma ". Il Karma può essere definito come il dovere prescritto ; sono Vikarma le azioni vietate; le azioni che sono compiute per raggiungere la realizzazione di Dio, divengono santificate. L'Akarma è la pura pigrizia, l'inerzia. Il Karma è la responsabilità nostra fin dalla nascita, e perciò la Gita chiama l'uomo " Karmaja" ( La radice "ja" sta ad indicare ciò che è nato, da cui " janma " = nascita, eccetera; quindi " karmaja" è come dire " nato per compiere karma " ). 218. Che cosa dice la Gita a proposito del Karma ? L'azione comporta sempre la sua ricompensa, il suo risultato. Il frutto di una azione è una reazione, un riflesso, un rimbalzo dell'azione stessa. Però la Gita ci insegna che le azioni che imprendiamo devono essere fatte senza pensare alla ricompensa o al risultato. Molti dicono che l'uomo ha solo il diritto di agire, ma non di pretendere il frutto della sua azione. Ciò è errato. La Gita non ha mai detto quello, ma solo che l'uomo dovrebbe rinunziare volontariamente al diritto di godere del frutto dell'azione. Non ha detto " Na Phalesu ", ossia che non c'è frutto, ma ha detto " Ma Phalesu ", ossia di non desiderare il frutto dell'azione. 219. Che cos'è la Beatitudine perfetta ? Tutto ciò che gettiamo nel gran fuoco delle nostre arie vitali del corpo viene trasformato in qualcosa di sacro. Il questa dedizione il Jivi si tramuta in Isvara, e poi portato al livello della gioia suprema. In tale stato l'uomo è completamente silente ed assorto nella gioia suprema. E' questa la perfetta Beatitudine. Dio, che è Mahakarma Svarupa ha assunto una Karma Rupa ed apparve come Krsna. Quando Krsna, in una Karma Rupa, dà il Suo messaggio, Arjuna prega il Signore che gli tolga il velo che è innato nella Stula Rupa, e solo dopo che gli è stato tolto può assimilare la Gita ed avere il Darsan della Visva Rupa ( La forma universale di Dio ). Non ci aveva potuto trovare alcun insegnamento finchè lo ascoltava con la propria Stula Rupa ( la sua forma grossolana, fisica e mentale ). Per poter assaporare la Gioia occorre avere una coscienza risvegliata. 220. Quali sono le parti nelle quali può essere classificato il nostro godimento ? Son tre: " Prya ", " Pramoda " e " Moda ". Quando osserviamo un oggetto che ci piace e ce ne sentiamo contenti, è " prya ". Quando acquistiamo l'oggetto che ci piace, è " moda ". " Pramoda " è la gioia che sentiamo quando la nostra acquisizione è veramente reale. Per avere la vera gioia dobbiamo cominciare da Pramoda; non possiamo trovare vera felicità se cominciamo da Prya e da Moda. Per esempio: tu desideri avere il Darsan nella forma di Dio. Se ti accontenti di guardare una Sua statua, ti piace, è Prya, ma non ti dà molta soddisfazione. Se cerchi di guadagnartela, e di averla, ti dà una gioia molto maggiore; e quando la puoi godere del tutto, è Pramoda. Solo in quello stato divieni una parte di Lui ed è la felicità suprema. In piccolo; il fatto di vedere un bel frutto al mercato è Prya; comprarlo e averlo è Moda; ma solo quando lo mangi ne senti il gusto, e lo assimili; quello è Pramoda. 221. Krsna era onnipervadente, eppure Egli fu la causa della distruzione di milioni di uomini sul campo di battaglia. Era " Himsa " o " Ahimsa ", violenza o non violenza ? Supponiamo che un uomo abbia un cancro alla schiena. In quella piaga ci sono milioni di batteri. Forse che il medico sta a pensare " posso uccidere milioni di germi " ? Non è suo dovere salvare la vita del paziente ? che cosa importa di più ? Il medico decide che deve uccidere quei milioni di microbi per salvare la vita al paziente. Egli valuta più la qualità della quantità. A quei tempi i Kaurava erano un cancro per l'umanità, e Sri Krsna si fece chirurgo, si prese per assistente Arjuna ed eseguì la grande operazione perchè la protezione del Dharma era più importante di ogni altra cosa. Quindi in questo caso, non si può affatto parlare di violenza. 222. Che cos'è il " Ksetra " e lo " Ksetrajna " ? Il principio immutabile è il Brahmatattva. La vita umana è composta di diversi stati. Nascita, crescita invecchiamento, disfacimento e morte sono altrettanti stati del corpo, che è mutevole. Il corpo perciò è pieno di " Vikara " ( cambiamenti), mentre l'Atman è " Nirvikara ". Queste due entità sono quelle che nella Gita sono chiamate " kestra " e " Ksetrajana ". Il primo è il corpo, che è il Ksetra, ( campo), mentre il Kestrajna è il Paramatman. Noi andiamo a vedere il campo non per vedere il terreno, ma per vedere il Generale che è il padrone del campo di battaglia; Egli è Dio. 223. Che differenza c'è tra Ksetra e Ksetrajna ? Nella Gita Sri Krsna dice di essere tanto il Ksetra quanto il Ksetrajna . Lo Ksetra è inutile se non c'è Ksetrajna e viceversa. I due sono interdipendenti, e Dio li penetra entrambi, ma tra i due c'è una differenza, che, nelle due parole, è data dalla sillaba "jna", che sta per "jnana". Siccome lo Ksetra è il corpo, nel quale risiede Dio, che è "Jnana Svarupa", Dio vien detto " Ksetrajna ". Se ci mettiamo in mente che lo Ksetra, inerte, viene vitalizzato e santificato dall'esserci residente Dio Ksetrajna e Jinanasvarupa, non faremo mai nulla di male, nè avremmo mai cattivi pensieri. 224. Che cosa impariamo dal Mahabharata ? Qual'è il suo significato occulto ? Impariamo soprattutto che la vera forza è " Dvaita Bala" e " Dharma Bala", ossia la Forza che viene da Dio e quella che viene dal Dharma. ll significato esoterico del Mahabharata è che i Pandava sono come i cinque Prana del nostro corpo, e che il corpo è Hastinapura, la città nella quale abitavano. Il corpo umano deve esser ritenuto la Hastinapura ( se si toglie l'"H" iniziale, il nome della città ( "Pura") diventa Astinapura, la 'città delle ossa'), con le sue nove porte, corripondenti ai 9 orifizi del corpo umano. I Pandava sono di natura Sattvica. Dalla parte opposta stanno i Kaurava, che hanno caratteri tamasici e rajasici. "Pandu" significa 'pallido',bianco, puro e la battaglia è il lavoro di purificazione. In realtà la battaglia avviene tra le qualità buone e le cattive. Se collochiamo Dio alla guida del carro del nostro cuore Egli ci condurrà alla vittoria. Dove c'è il Dharma c'è anche Dio e dove c'è Dio c'è la Vittoria. 225. Hanno un significato allegorico gli oggetti che offriamo nella Puja ? Usiamo offrire a Dio oggetti come foglie, fiori e acqua e frutta. Le offriamo a Dio non perchè Egli abbia bisogno di quelle cose, e neppure perchè esse bastino a compiacerLo. In realtà tutto è creato da Dio, e tutto Gli appartiene. Perciò le cose che Gli offriamo hanno un significato simbolico. La parola foglia non allude nè a " Tulsi " nè ad altra foglia nota; la foglia è il nostro corpo, e, come la foglia trilobata che Gli offriamo, coi tre lobi indichiamo i tre Guna di cui siamo pieni. Il fiore che si chiama " puspa " è il fiore del nostro cuore e non un fiore terreno, che si appassisce. Così il frutto è la mente, e ci dice che dobbiamo dedicare a Dio ogni frutto delle nostre azioni, che devono essere conosciute senza che ce ne attendiamo ricompensa, e, se esse sono fatte con questo spirito, divengono un sacrificio benedetto. L'acqua non è quella che si tira dal pozzo, ma indica le lacrime di gioia che sgorgano dalla fonte del cuore per la devozione a Dio. Dobbiamo offrire tutte queste cose dall'albero sacro del nostro corpo, e ci sarà concessa la Grazia. 226. Qual'è il significato esoterico dell'offerta a Dio della noce di cocco ? La noce è il cuore, ed è coperto dalle fibre dei desideri. L'acqua che ne esce è Samskara, ossia i meriti che ci siamo acquisiti. Dobbiamo spogliare il cuore di tutti i desideri e offrirlo mondo di ogni fibrosità; allora diviene un'offerta a Dio. Se ne vogliamo estrarre il gheriglio, per piantarlo, per quanto lo inaffiamo non, nasce nulla. I nostri Samskara sono l'acqua dentro la noce. Finchè in noi rimangono dei Samskara il gheriglio resterà attaccato alla scorza: il cuore resterà attaccato alla coscienza del corpo. Il controllo dei sensi è la via d'oro per liberarsi delle tendenze cattive. Ogni azione, buona o cattiva può essere comparata ai semi; per non seminare dobbiamo fare le azioni senza desiderio. Ogni azione si deve solo fare per far piacere a Dio. 227. Qual'è la vera natura e significato di " Yagna" ? E'la superazione di tutte le tendenze cattive che gettiamo nel fuoco sacrificale come si fa con le manciate di riso che si gettano sulla fiamma consacrata. Questo è detto " Bhutabali ", termine che è stato frainteso come 'sacrifico di un animale', e a dato origine a pratiche malvagie. "Bali" vuol dire " imposta, tassa "; se paghiamo a Dio, come imposta, tutte le nostre tendenze cattive, riceveremo in grazia tutto ciò che l'uomo più necessita al mondo. I saggi erano usi a compiere Yagna e Yaga per dominare i loro sensi e i loro desideri. 228. La virtù non può essere praticata nel vuoto spiegamelo. Se miglioriamo la nostra tendenza sadvica sapremo acquistare il controllo sulle tendenze tamasiche e rajasiche. Se siamo adirati con qualcuno cerchiamo di pensare alle sue buone qualità; allora l'ira sparirà a poco a poco. Se noi invece pensiamo solo ai difetti di quella persona la nostra rabbia crescerà d'un balzo; mentre invece non ci sarà più posto per l'ira se noi ci abituiamo a considerare soltanto gli aspetti buoni di ogni persona. I nostri vecchi ci hanno insegnato la via dello Yoga e della Dhyana per superare i mali ed acquistare il controllo sui nostri sensi. Per farlo essi avevano lasciato i loro villaggi e si erano ritirati nelle foreste. Però se tu stai in un foresta dove non trovi motivi per adirarti non hai ottenuto nessuna vittoria. Oggi non è necessario ritirarsi in una foresta perchè se vivete in un ambiente carico di rabbia e siete capaci di controllarla, avrete fatto veramente qualcosa di meritevole. Per questo il Bhagavan Baba dice che le virtù non possono essere praticate nel vuoto. 229. Qual'è il metodo per raggiungere il miglior atteggiamento nella vita ? Sri Krsna viene raffigurato con il " Kasturi Tilaka" ( il segno nel mezzo della fronte) e i Kankana ( i due braccialetti segno dei due voti di Krsna ) . Sri Krsna aveva fatto due voti e due erano i Kankana. I voti erano l'uno di proteggere il Dharma e i giusti quando fossero in pericolo, il secondo era di curarsi del benessere di coloro che si dedicano esclusivamente a Dio e pensano soltanto a Lui. Il Signore dice: " Se pensate solo a Me e a nessun altro e Mi pregate, io mi curerò del vostro bene." Così dobbiamo pensare a Dio non appena ci svegliamo, dobbiamo collocare ai Suoi piedi i nostri guai e il nostro fardello e pregarLo perchè ci guidi nella vita e ci dia solo buoni pensieri e idee nobili che ci servano sempre come strumenti di elevazione. Quando alla sera andiamo a dormire diciamo a noi stessi: " Oggi ho agito secondo la volontà di Dio ? Se ho errato perdonami e aiutami a non ripetere l'errore." Bisogna ricordare il nome di Dio anche facendo il bagno, pensando che in realtà stiamo facendo il bagno alla forma di Dio. Se offriamo il cibo al Signore prima di mangiare, questo diventa un prasad tutte le impurità vengono eliminate e quel cibo ci farà sani e puri. Altri mezzi per guadagnarci la Grazia del Signore è prendere parte attiva nel seva e aiutare i sofferenti, i poveri e gli indigenti, e fare il Nama Sankirtan. Qualunque cosa facciamo facciamolo ricordando a Dio e pensando d farGli piacere. Se riusciamo a vivere così, raggiungeremo livelli elevati. Come consiglia il nostro Bhagavan Baba, cerchiamo di fare bene, di vedere bene e di essere buoni. Questa è la Via che conduce al Signore. 230. Perchè per il Sadhana spirituale è tanto importante il nama Sankirtan ? Non basta pensare a Dio con la nostra mente ? La bocca è la casa principale per entrare nella casa del corpo e così se sulla bocca teniamo accesa la sacra Fiamma del Santo Nome, avremo luce dentro e fuori. Gli uccelli appollaiti sull'albero della nostra vita sono le cattive qualità e i cattivi desideri e così è il Nome " tala " del nama Sankirtan li faranno volare via; se questi vogliono tornare continuate a fare il nama Sankirtan, e perderanno la voglia di tornare. Il più santo degli strumenti musicali è la bocca dell'uomo perchè può pronunciare il dolce nome di Dio; non è sufficiente pensare a Dio per purificare la mente e impedire che le tendenze cattive entrino nel nostro cuore e nel nostro pensiero. Il Nome del Signore deve danzare sempre sulla nostra lingua. 231. Quali sono le cose che bisogna dimenticare e quelle due da ricordare sempre ? Le cose da dimenticare sono l'aiuto che avete dato ad altri, il male che altri vi possono aver fatto. Se vi ricordaste del male che vi hanno fatto vi verrebbe voglia di vendicarvi e ciò è male. Se vi ricordate del bene che avete fatto agli altri vi verrebbe da pensare ad una ricompensa e questo vi darebbe solo disappunto e dispiacere. Ci sono invece due cose da ricordare sempre: una è che Dio è Uno, e l'altra che la morte è una; queste sono due verità eterne. L'ultimo viaggio, cioè la morte, non può essere nè disdetto nè posposto. Quindi ognuno deve essere preparato ad affrontare la morte e non deve sprecare questa vita umana che è tanto difficile da ottenere; deve impiegarla per realizzare Dio e per condurla degnamente. 232. Quali sono le quattro ruote del carro che conduce l'uomo al suo destino ? Esse sono: il carattere, la veracità, il sacrificio e la tolleranza. Dobbiamo cercare di collocare Dio nel nostro cuore e pregarlo di guidare il nostro carro con sicurezza al suo destino. Con la Sua Grazia il viaggio della nostra vita sarà coronato dal successo. 233. Quali sono i quattro gradini per raggiungere Dio ? Baba ci dice che ogni persona deve essere guidata sul quadruplice sentiero della fiducia in sè stessi, della contentezza di sè stessi, del sacrificio di sè stessi e della realizzazione di sè stessi. La prima viene dalla intensità e dalla serietà dei desideri che fa sì che si cammini verso la meta incuranti di ogni difficoltà. La soddisfazione di sè stessi nasce dal fatto di essere stati capaci di anteporre la propria meta a tutto e di perseguirla senza pensare ad altro. Chi ha intrapreso la ricerca trova piacevole impiegare tutte le sue energie per il raggiungimento, anche al di là delle sue capacità normali; in questo modo il ricercatore si fa uno con la sua meta e il devoto si fa uno con Dio. Dice Baba che Dio è intessuto con ogni parola e con ogni pensiero della gente. Cosicchè per raggiungere la meta della realizzazione divina dobbiamo salire questi quattro gradini. 234. Che cosa significa l'invocazione : " Asato ma Sad Gamaya, Tamaso Ma Jyotir Gamaya, Mrtyor Amritam Gamaya " ? La dimora finale dell'uomo è Dio la cui infinità è la meta del finito ( l'uomo). L'esistenza dell'uomo è limitata da Maya (illusione), da ajnana ( mancanza di conoscenza) e tamas (tenebra). Noi viviamo in un mondo di pluralità, di cambiamenti costanti, soggetti ai mali della vita, dolore, malattia, sofferenza e morte; dobbiamo trovare l'unità nella diversità e dobbiamo esser riassorbiti nell'Uno da cui non c'è più ritorno nè rinascita. La preghiera di cui sopra contiene l'essenza di tutti i concetti delle Upanisad. " Conducimi dall'illusione alla realtà, dalle tenebre alla luce e dalla morte all'immortalità ". 235. Che cos'è la Bhakti, e quali sono i suoi diversi tipi ? La Bhakti è l devozione a Dio, l'amore supremo per Lui. Il Gran Bhakta Narada disse: " Satvasmin parama prema rupa ". La Bhakti si esprime diversamente a seconda dei Guna; si parla di una Bhakti che si esprime in modo " sattvico " ( per il quale si offrono a Dio buone azioni, amore e rinuncia ); In modo "tamasico" ( quando si sacrificano gli animali e si compiono gli altri atti crudeli ) e in modo "rajasico" ( il quale ha sempre qualcosa di violento ). Nelle sue forme più elevata la Bhakti, o para-Bhakti può essere: " Santa-Bhakti " nella quale il devoto vive in pace assoluta, sempre immerso del suo amore per Dio. Egli non ha altro desiderio, e vive libero da ogni turbamento. Esempi di tale Bhakti sono Abarisa, Bhisma ecc. " Samkhya Bhakti ", nella quale il devoto è pieno di amicizia per Dio, e vi è un mutuo legame d'amore e di fiducia; Dio guida e protegge il devoto come un vero amico, come fu per Arjuna e per Kucala. " Dasya Bhakti ", che v'è quando il devoto si considera assoluto servo, schiavo di Dio, sempre pronto a servirLo in ogni Suo comando. Esempi di tale Bhakti furono Sabari, Guha e Hanuman. Vatsalya Bhakti, che è unica. E' il profondo senso d'amore della madre per il figlio. Iddio supremo accorcia la Sua " distanza " e si avvicina al devoto come fa il figlio verso la mammma. E' amore puro, come l'amore di madre, senza confini e senza desiderio di compenso alcuno. Esempi di questa Bhakti sono Dasaratha, Kausalya, Nanda e Yasoda. " Madhura Bhakti, la dolce Bhakti. Il devoto va in estasi alla presenza di Dio Supremo, l'Amante Divino. In questa Bhakti il devoto non può più sopportare la separazione del Signore, e la vicinanza e gioia è Ananda travolgente. Così è l'amore delle Gopi, il Radha, di Mira. Non è un amore fatto solo di concupiscienza, ma è la dedizione di tutta la vita al servizio del Signore. Quale che sia il tipo di Bhakti che uno possiede, se è devoto a Dio e lo ricordi sempre e dovunque, e non permette alla sua mente di vagare, gli è facile raggiungere Dio ed ottenerne la Sua Grazia, che è Gioia suprema. La Bhakti porta alla Sakti, e la Sakti conduce a Yukti. La Yukti ti aiuta a fissare la tua Rakti ( attaccamento ) sull'oggetto giusto, e il risultato finale sarà Mukti. LE DIVERSE GRANDI RELIGIONI DEL MONDO E LA LORO UNITA' 236. Che cos'è la religione ? Danne una definizione. La Religione può essere definita il sistema prevalente di fede in un potere sovrumano. 237. Perchè conduciamo una vita religiosa ? Condurre una vita religiosa vuol dire sottometterci alla Volontà Divina agendo in modo da ottenere la Grazia di Dio. Ogni religione ha la sua filosofia, ma la religione appartiene al regno del cuore, mentre la filosofia appartiene al regno della testa: entrambe devono andare a braccetto. La religione è una componente essenziale nella formazione dell'uomo 238. Qual'è la base della religone ? Quante religioni esistono ? Come vengono classificate ? La religione è qualcosa di essenziale perchè l'uomo conduca una vita buona. La sua base è la fede. Oggi le religioni prncipali sono undici: classificate in Ariane, Semitiche e Mongoliche. Al gruppo Ariano appartengono l'Induismo, il Giainismo, Il Buddhismo, la religione di Zoroastro e quella dei Sikh. Appartengono al gruppo Semitico l'Ebraismo il Cristianesimo e l'Islam; sono Mongoliche il Taoismo, il Confucianesimo e lo Scintoismo. 239. Qual'è la Verità centrale di tutte le religioni? La verità centrale di tutte è che Dio è la perfetta personificazione dell'Amore, della Grazia, e della Misericordia; Egli è Perfezione assoluta; è il padre di tutto il Creato, e tutte le creature sono figli suoi. 240. " Ekam sad vipra bahuda vadanti ": " Dio è Uno, anche se i saggi parlano di Lui in molti modi " Cosicchè ogni religione è una rivelazione a suo modo di questa grande verità: Dio non è monopolio dell'una e dell'altra religione. 241. Quali sono i nomi che gli Indù danno a Dio? Lo chiamano con molti nomi: Isvara, Rama, Krsna... Paramatman, Brahman. 242. Qual'è il concetto di Dio dei Gianisti ? Essi non parlano mai di Dio bensì del principio divino della perfezione. Quando esso si incarna in una persona lo chiamano " Aranat ". La meta suprema è il Regno Divino, nel quale scompare ogni vincolo col Samsara e con le sue sofferenze, e in cui l'individuo raggiunge la gioia eterna. Lo stato in cui tutti i desideri e tutti gli attaccamenti sono distrutti è chiamato " Nirvana " o " Moksa ". 242 a. Qual'è il concetto Buddhista di Dio ? Essi, come i Giainisti, non postulano l'esistenza di Dio in modo diretto e specifico. Essi credono che lo stato più alto che l'uomo possa raggiungere è il 'Buddha ' (risvegliato ), che non è molto diverso dal "Dio" dei cosiddetti 'teisti'. Egli è divino; il "Kavalin", o "Mukta", o il "Buddha" è la personificazione dell'Amore e di " Prajna." 243. Che nome danno a Dio i seguaci di Zoroastro ? Lo chiamano " Ahura Mazda ", il Dio che è Verità, Sapienza, e Luce. 244. E i Mussulmani ? Essi lo chiamano "Allah", il Misericordioso, il pietoso, il solo Signore del Creato. 245. Come chiamano Dio gli ebrei ? Lo chiamano Geova. 246. Qual'è il nome che i Sikh danno a Dio ? Per essi è " Sat " o " Akal "; il vero e l'Eterno. 247. Le varie religioni sono altrettante vie verso Dio. Spiegamelo. Fin dai primi tempi l'uomo è stato conscio di una Potenza trascendentale che governa e sostiene l'Universo. Quest'idea si sviluppò attraverso i secoli, e diede luogo a molti credi. Se esaminiamo le varie religioni del mondo troviamo che hanno tutte all'incirca la stessa idea di Dio, anche se Lo chiamano con nomi differenti. Fin da quei tempi l'uomo ha avuto fame di Dio ed ha desiderato conoscere le sue Vie. Tutte le religioni accettano in coro le tre carattersitiche fondamentali di Dio: l'Onnipotenza, l'Onniscienza, e l'Onnipresenza. Nessuno può vivere senza l'amore di Dio, e nulla può essere fatto nel Creato senza il suo potere. Quindi le diverse religioni sono altrettante vie che conducono all'unica e stessa Meta, che è Dio. 248. Ogni religione intende Dio a modo suo. Parlamene in dettaglio. Per gli Ebrei Dio è un Dio di Giustizia, perchè essi, per una ragione o per un'altra sono sempre stati una minoranza perseguitata in tutti i paesi dove si trovavano; I Buddhisti e i Giainisti, che danno molta importanza agli effetti distruttivi del desiderio e della concupiscenza, tendono a sognare un Principio Divino privo di passioni, eppure pieno di compassione per l'umanità sofferente e oppressa. Tutte le religioni credono nella preghiera, che è un mezzo di comunicare intimamente con l'Onnipotente. La religione Vedica insiste spesso sul "sacrificio" ( 'Yajana' e 'Yaga') e sulla rinuncia, e nel suo sviluppo più tardo del Vedanta preme sulla necessità dell'incessante ricerca dell'uomo per la Realtà Suprema per mezzo dell'introspezione, del Sadhana e dell'amore del Vero. Cristo insiste sulla fratellanza degli uomini e sulla Paternità di Dio e vuole che i suoi seguaci si dedichino a servire il prossimo. Gli Indù hanno i loro Avatara, che sono la manifestazione umana di Dio, venuto di epoca in epoca a riconfermare il Dharma e il Sathya in questo Universo. Come Incarnazioni di Dio hanno un'immensa influenza su tutta la India ed anche nel resto del mondo. Maometto è considerato Profeta di Allah, il Suo portavoce, ed ha combattuto duramente per salvare la sua gente dal peccato e dalla barbarie. Mosè fu uno dei massimi profeti ebrei, Buddha per i Buddhisti, e Mahavira per i Giainisti. Tutti parlano di Dio, e diedero al mondo in forma di religione ciò che di Dio avevano capito. Le loro Scritture conservano i loro insegnamenti. 249. Quali sono le grandi Scritture degli Indù ? Sono i Veda, le Upanisad, i Purana, e le Dharma Sastra. In esse sono tracciati con ricchezza di particolari i valori eterni della vita. 250. Quali sono le Scritture dei Cristiani ? Sonon contenute nella Bibbia, e specialmente nei Vangeli del Nuovo Testamento, che parla della storia di Cristo e dei Suoi Apostoli. 251. Dimmi il nome delle sacre Scritture degli Zoroastriani, degli Ebrei, dei Sikh, dei Buddhisti e dell'Islam. Le Scritture di Zoroastro sono le Zend Avesta; quelle degli Ebrei sono la Torah e il Talmud. Il libro sacro dei Sikh è l'Adi Granth; quello dei Buddhisti è il Pitaka, e la sacra scrittura dei Mussulmani è il Corano. 252. Che significa il nome "Jina" e chi fu il fondatore del Giainismo ? " Jina" significa 'il Vittorioso', ed è un titolo dato a Vardhamana Mahavira, fondatore del Giainismo ( 'Jainism'); viene anche dato a chi ha saputo vincere il proprio ego inferiore ed ha raggiunto la realizzazione del Sé. Jina Vardhamana Mahavira fu contemporaneo di Buddha, di poco più vecchio di lui, ed era il secondogenito dello Ksatriya re di Magada. Alcune leggende invece attribuiscono la nascita del Giainismo a " Risabha" che si dice sia vissuto molti secoli prima. Ciò è anche detto nel Bhagavata Purana. Comunque fu Mahavir a organizzare il Giainismo in un credo organico e a fare dei Giainisti una comunità compatta. 253. Quali sono i principi basilari del Giainismo ? Sono: Ahimsa ( non violenza e soccorso ), Sathya (veracità); Astheya ( non rubare ); Aparigraha ( accontentarsi e non bramare ); e Brahmacarya ( andare verso il Brahaman, verso Dio ). 254. In che cosa credono i Giainisti ? Credono che ogni cosa materiale contenga lo Spirito, ecco da che nasce l'Ahimsa. Essi danno somma importanza alla purezza, esteriore ed interiore. Per raggiungere la perfezione è necessario un Sadhana. Lo stesso "Mahavira" diceva che ci sono due specie di diciplina spirituale; la 'Vrita' o 'Mahavrita' per per i Mauni ( monaci) e la " Anu-vrita" per la gente comune. La religione Jaina non fa molto posto a Dio, o alla Realtà Trascendente; ma essi credono nell'anima, la quale diventa vittima di innumerevoli rinascite a causa dei suoi legami con le impurità del mondo. Quindi lo scopo supremo della vita è liberarsi da tutte le impurità. 255. Spiegami in dettaglio Le credenze del Giainismo a proposito dell'anima e del karma, e chi è colui che chiamiano "sant'uomo". L'anima pura è tutta luce, perchè ha"Ananta-Darsana" "Ananta-Jana","Ananta Virya" e "Ananata Sukha" ( infinita Visione, Sapienza, Forza e Dolcezza). A causa del suo mescolarsi con le impurità del mondo le tocca rinascere. Lo stato puro dell'essere è detto "Jana"; quando il karma viene annullato con una vita giusta e pura l'anima diviene "Anpasamika", stato in cui il karma viene neutralizzato, benchè sia ancora presente come brace sotto la cenere. Quando il karma è del tutto annullato si dice che l'anima è nello stato "Ksayika" che porta Moksa o Kaivalya. C'è un altro stato dell'anima, detto " Ksayopastramika " in cui è attivo ancora qualche po' di karma; in questo stato l'uomo e è detto essere dio. Quando invece l'uomo raggiunge gli stati di Anapasamika o Ksayika diviene un "Uomo Santo". 256. Quali sono i vari gradi di evoluzione morale e spirituale nel Giainismo ? Tutta la sostanza, o materia, secondo Giainismo, può essere di due tipi: " Asti-kaya" ( estesa ) o "Anasti- kaya" ( senza estensione ). La prima, che non è "materia" è spirituale. Per il Giainismo alcuni Jivi sono "Mukta", liberati, e altri sono "Buddha", ancora vincolati.I Giainisti, danno molta importanza alla fede e al lavoro; sono " punya " ( buone ) tutte le azioni umane portano alla pace della mente; ci sono nove specie di azioni "punya": dar da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, ecc. Il più grande peccato ( "papa") è "Himsa", il causare male ad altri. Nel codice Jana ogni difesa, dall'ingiuria fino all'omicidio, costituisce un peccato. 257. Che cos'è lo stato " Nirvana " ? Per I Gianisti non è l'annullamento, ma la rinascita in uno stato di perfetta purezza e felicità, e non può essere descritto. E' una liberazione assoluta dal desiderio e dall'azione; una quiete perfetta. L'anima esiste, ma è trascendente da tutto. Il Giainismo non ammette nè un Dio personale nè un Brahman trascendente, ma crede negli Arhat, che sono anime piene di sapienza e di purezza, come i grandi Tirthankara, coloro che hanno raggiunto il Nirvana. 258. Chi ha fondato il Buddhismo ? Fu Siddharta ( nome che vuol dire " colui che ha raggiunto la perfezione " ). Il suo nome di famiglia era Gautama, fu un principe figlio del re Sudhodana e della regina Maya, il loro regno era quello di Sakhya, e la capitale era Kapilavastu. Egli nacque circa il 567 a.C. e divenne " Buddha ", illuminato, quando era avanti negli anni, e fondò il Buddhismo. 259. In breve cosa insegna il Buddha ? E' il vangelo delle quattro Nobili Verità ( " aryan truths "): 1. "la vita è piena di sofferenze; ogni momento è dolore - nascita, malattia, vecchiaia, povertà, desideri e così via; 2. L'origine del dolore è il desiderio; la bramosia ( "Trisna") ci lega al ciclo interminabile delle nascite e delle morti; 3. E' possibile arrivare a sopprimere il desiderio; con la sapienza e con la comprensione e con la piena coscienza di Sè l'uomo può raggiungere lo stato di beatitudine, e per farlo deve risvegliarsi dallo stato di Ajnana e quello di Jnana; 4. il modo per dar termine alle sofferenze è di eseguire il nobile ottuplice sentiero; e sempre occorre evitare tutti gli estremi e attenersi alla via di mezzo. Non si raggiunge il Nirvana mortificando il corpo. Egli insegnava il distacco; e il saggio è il 'Sama-darsi', colui che vede tutto in modo obiettivo e distaccato; egli è un vero 'Bodhi', un Illuminato. Solo un cuore puro, diceva, può raggiungere il Nirvana, la Liberazione. Nei suoi insegnamenti il Buddha non parla mai di Dio nè dell'anima. Si riferisce spesso al Manas, alla mente, che provoca tutte le azioni e le parole. 260. Che cos'è il " Panca-Sil " dei Buddhisti ? Sono cinque proponimenti che condensano la dottrina del Buddha; sono: 1. Mi guarderò dall'uccidere qualunque creatura; 2. Mi guarderà dalla menzogna; 3. Mi guarderò dal rubare; 5....................(?) 261. Chi fu il fondatore del Zoroastrismo ? Fu il poeta persiano Zarathustra, che visse nel VII° secolo a.C. Ciò che più lo preoccupò fu sfatare le superstizioni della sua gente, e perciò la prima cosa che insegnò fu che " Dio è Uno ": il Sapiente Signore Ahurama Mazda. Ormuzd, Creatore dell'universo, che vive nel cuore di ogni uomo come Rettitudine e la Verità Eterna. 262. Quali sono le credenze caratteristiche dello Zoroastrismo ? Anzitutto la santità della Natura, i cui 4 elementi sono sacri. Quindi non seppelliscono nè cremano i cadaveri per non inquinare la Natura. I morti vengono portati nella "Torre del Silenzio" dove verranno divorati dagli avvoltoi. 262 a. Quali sono le credenze fondamentali dello Zoroastrismo ? Credono soprattutto nella santità della Natura, e i quattro elementi aria, fuoco, acqua e terra sono sacri. Essi adorano il Fuoco, Agni, che è il simbolo della purificazione, e il Sole, che è la Luce ( Tejas ), oltre che la purezza. Essi devono rispettare quattro purezze: di pensiero, di parola, d'azione, e di castità. 263. Qual'è la religione dei Parsi ? Gli Zoroastriani che erano emigrati in India sono chiamati Parsi; e adorano anche il Sole. I loro templi sono chiamati "Agiyari", e vi è collocato il fuoco sacro, alimentato da legno di sandalo. E' loro obbligo seguire il codice morale indcato nel precedente paragrafo, ultimo a linea. 264. Che cos'è il Giudaismo ? E' la religione degli Ebrei, ed è pù antica del Cristianesimo. E' una religione strettamente monoteistica, ed ha le sue scritture in quello che i Cristiani chiamano Vecchio Testamento. La loro credenza centrale è un Dio Universale e misericordioso. 265. Chi fu il fondatore dell'Islam ? Fu Maometto, Egli proclamò che non c'è altro Dio che Allah, onipotente, tutto sapienza e misericordia. Rivelò queste verità sublimi nel Corano, il Libro sacro dei Mussulmani. 266. Quali sono gli ideali più importanti dell'Islam ? In riassunto, dirò che l'Islam poggia su cinque saldi pilastri, i cinque doveri del fedele: la Preghiera, la Carità, il Digiuno, il Pellegrinaggio alla Mecca e la Guerra Santa. 267. E il Cristianesimo, che è ? E' la religione di coloro che credono in Cristo quale unica rivelazione di Dio. Sorse circa 2.000 anni fa come setta dell'ebraismo, in Palestina. Cominciò ad accettare come proprie le Scritture Ebraiche, ma invece della credenza degli Ebrei che il Messia debba ancora apparire, esso afferma che il Messia è già apparso sulla terra nella persona di Gesù di Nazareth. Quindi il Cristianesimo ha come asse centrale la vita e il messaggio di Gesù, che essi chiamano Cristo, o il Messia. 268. Da chi nacque Gesù e dove ? La sua nascita stessa pare un miracolo. Nacque in una stalla di Betlemme da Maria, moglie di un falegname; Guseppe. La sua nascita non fu normale, perchè sua madre Maria era vergine, e su di lei era scesa la grazia di Dio. 269. Dacci un'idea dei sublimi insegnamenti morali di Cristo: Un'idea dell'insegnamento di Gesù può esser tratta dal Sermone sulla montagna, dal quale togliamo i seguenti punti più indicativi: 1. Beati i puri in ispirito, perchè è loro il Regno dei Cieli. 2. Beati i dolenti perchè saranno consolati. 3. Beati i mansueti, perchè erediteranno la terra. 4. Beati gli affamati e gli assetati di giustizia, perchè saranno saziati. 5. Beati i pietosi, perchè riceveranno pietà. 6. Beati i pacifici, perchè saranno chiamati figli di Dio. 7. Beati i puri di cuore, perchè vedranno Dio. 8. Beati coloro che sono perseguitati per la loro virtù, perchè sarà loro il Regno dei Cieli. 9. Beati voi, che sarete disprezzati e perseguitati e calunniati in ogni modo per Causa Mia. 270. Chi è il fondatore del Sikhimo ? Il Sikhismo è forse la religione più recente del mondo. Il suo fondatore fu Nanak, e nacque nel 1496 nel villaggio di Talwandi. 271. Come si chiama il libro sacro dei Sikh ? Il libro sacro dei Sikh si chiama " Grant Sahib ". I loro templi si chiamano " Gurudwara", non hanno immagini nè riti complicati, ma sull'altare c'è solo il " Granth Sahib " che contiene gli inni e i detti del Guru. 272. Qual'è il principio più importante della religione Sikh ? Un concetto importantissimo della religone Sikh è quello della devozione del discepolo; la parola "Sikh" significa discepolo. I Sikh venerano grandemente i loro Maestri. Il loro primo Guru fu Nanak; e l'ultimo fu Guru Govind Singh. L'insegnamento del Guru lo chiamano "Guru Vani" e lo tengono per estremamente sacro. Essi concepiscono Dio come la loro luce o Jyoti. Essi attribuiscono una grande santità alla meditazione ( Japa) sulla divina Jyoti e sui Guru che sono considerati personificazioni di questa Jyoti. 273. Quali sono i cinque precetti che i Guru hanno prescritto ai Sikh ? 1. non devono mai tagliarsi i capelli (ksh); 2. devono portare con sè il pettine di ferro tradizionale ( kanga ); 3. devono portare un braccialetto di ferro ( kada ); 4. devono portare un pugnale corto e affilato ( kirpan ); 5. tutti i Sikh devono indossare il Kachka ( maglietta aderente ). 274. Che cos'è il Taoismo ? Il Taoismo è una fede di pura origine cinese, basata sugli insegnamenti di "Lao-Tze" insieme con il confucianesimo ed il buddhismo, è una delle religioni principali della cultura cinese. Lo si potrebbe chiamare "poli-demonismo" ossia adorazione di molti demoni. In esso la magia nera ha una parte importante. Il Taoismo proclama la dottrina del Quietismo - l'uomo potrebbe possedere una forza interiore chiamata "Te" risvegliata dalla meditazione e da mezzi occulti. Si attribuiscono molti miracoli a Lao-Tze e lo si considera una incarnazione del " Tao", potenze onnipresente ed eterna, personificazione del Bene Assoluto in continua guerra contro il Male. 275. Che cos'è il Scinto ? E' l'antica religione del Giappone, degli spiriti dei defunti. E' più antica del Confucianesimo e del Buddhismo, e nelle sue forme più antiche era soltanto un specie di adorazione della natura, ed in seguito divenne una specie di adorazione della natura, ed in seguito una specie di politeismo. Furono costruiti dei templi in onore dei loro molti Dei. Non vengono venerate immagini divine ma solo oggetti ritenuti simboli degli Dei, i quali vengono chiamati "Shintai" ( corpo buono ) da cui viene il termine "Shinto". Il Re del Cielo è Amaterasu, che governa cielo e terra con l'aiuto del fratello Susanowo Dio del Tuono. Le prime creature furono una coppia divina, "Izanigi" e "Zanami" che si dice abbiano creato l'isola del Giappone. Il punto principale dell'etica Shintoista è che il bene è una qualità divina assoluta e deve essere sempre praticata, e un'altra virtù caratteristica è la carità. 276. Che cos'è il Secolarismo ? Non significa nulla di antireligioso. E' soltanto " Sarva Dharma Samabhava " ossia, chi crede nel secolarismo, pur restando un ardente seguace della propria religione considera tutte le altre religioni come altrettante vie per raggiungere la stessa meta, cioè Dio. 277. In effetti il Secolarismo è solo un termine nuovo per indicare la tolleranza religiosa, ossia " Sarmavata sammati ( il simbolo della nostra organizzazione Bhagavan Sri Sathya Dai Seva è un eccellente esempio di Secolarismo, perchè ci vediamo unite armoniosamente le cinque grandi religioni ). Danne una spiegazione. Il simbolo di cui alla domanda è quello che si vede stampato sulla copertina di questo libretto. L'Om in questo simbolo si riferisce dall'Induismo ossia all'Omkara Brahman. Il Cakra ( la Ruota) è il Dharma Cakra del Buddhismo. Il simbolo del Fuoco indica lo Zoroastrismo, la Mezzaluna con la stella rappresenta la religione dell'Islam, e la Croce il Cristianesimo. Nel mezzo abbiamo il Loto, che è il simbolo di Prasanti. Questo simbolo mette in risalto gli ideali di Bhagavan Sri Sathya Sai, che sono Sathya, Dharma, Santi, Prema e Ahimsa. Questo simbolo insegna il nobile modo di vivere per raggiungere la meta di Dio. Dice che per raggiungere l'immortalità occorre sbarrare il sentimento di " essere l'ego ". Tiriamo una barra sull'I di Io, facciamo morire il nostro ego sulla croce, avremo così il simbolo della Cristianità. Distruggiamo i nostri cattivi pensieri e le tendenze malvage nel fuoco sacro, purifichiamoci ( come insegna Zoroastro) nel fuoco sacro, facciamo il bene, vediamo il bene e siamo buoni. Come la stella che non abbandona mai la mezzaluna dell'Islam nè mai si sposta, cerchiamo di essere fissi nella nostra fede in Dio, senza mai vacillare. Rendiamoci conto che le cause e gli effetti ruotano sempre come il Cakra buddhista, e che ogni azione ha la sua reazione e se noi facciamo il bene e facciamo la via del Dharma, il nostro stesso Dharma ci farà godere di risultati buoni e di una vita buona e ci salverà da questo Bhavasakara ( il fatto di avere un corpo fisico ) sempre mutevole. Cerchiamo di unire tutto Omkara, il Pranava che è il suono eterno, che è l'"Aksara-Brahman", Dio, Dio Onnipresente negli universi ed è presente anche nel nostro cuore. Cerchiamo di ascoltare questo Omkara e di seguire la via della spiritualità. Tutte le religioni, tutte le regole morali quali il Dharma Shanty, Ahimsa, Prema e Sathya conducono tutte all'unico e solo traguardo, che è Dio, il quale è Sathya Svarupa ( la forma stessa della verità ). Tutte le religioni parlano solo di Dio che è la Verità Eterna. Il simbolo del Loto di Prasanti posto nel centro dice che se seguiamo la via spirituale indicata dal nostro Bhagava Sri Sathya Sai Baba, nel nostro cuore fiorirà la Akanda Jnana e ci farà prendere coscienza della unità di tutte le religioni e della verità eterna che è Sathya Svarupa. Perciò quello che ci insegna l Bhagavan Baba è Sathya Svarupa nel vero senso della parola. 278. Descrivici la grandezza della cultura e della spiritualità indiana ? Il Bahgavan Sri Sai Sathya Baba dice che la cultura indiana è nata dal cuore e dalla sapienza intuitiva, ed è la fonte di tutte le religioni del mondo. Non è facile afferrare appieno e giustamente la multiforme cultura indiana. Essa non si lega alle cose disparate ancorchè fertili del mondo materiale, ma può esser comparata al " Kalpavriksa ", all'Albero Divino che ci dà tutto ciò che gli chiediamo. Solo chi vi si accosta con rispetto e con uno spirito di seria ricerca ne potrà capire qualche cosa. E' buffo che noi, nati in India e che ci diciamo indiani non sappiamo comprendere il messaggio occulto e il vero senso della nostra cultura. Come l'elefante, il quale, ignaro della sua forza, obbedisce al suo allenatore, noi non conosciamo la nostra forza ed ubbidiamo ad altri. La nostra cultura fatta di tante caste, di tanti credi e di tante usanze è come una bella ghirlanda di fiori, anche con tutta la nostra varietà di idiomi e di letterature ma sempre nella nostra unità. Il fattore unificante è la nostra devozione e la spiritualità del nostro modo di vivere; unità a livello di spiritualità che non si ravvisa in nessun altro paese. Il nostro tesoro sono i Veda; ciò che non si trova in essi non si trova in nessuna altra parte. Nel campo spirituale, l'India occupa veramente il posto di Guru, tanto è grande il patrimonio spirituale e culturale che abbiamo: e Dio ha scelto proprio questa terra per proclamare la Sua Verità. Il fatto stesso che gli Avatara di Dio siano apparsi in questa sacra contrada dimostra la sua grandezza. La nostra patria è un Thyaga Bhuni ( la terra del Sacrificio ) e non un Bhoga Bhumi ( terra di piacere ) i nostri avi, i grandi Rsi, avevano realizzato Dio e donarono a tutto l'Universo il tesoro dei Veda, e i grandi poemi epici del Ramayama, del Mahabharata, il Bhagavata, oltre i gioielli delle Upanisad e di tutto il Vedanta. La nostra cultura e la nostra religione non appartengono a nessuna setta, ma a tutto l'universo; e questa è la grandezza dell'India e della sua cultura. 279. Il Bhagavan Sai Sri Sathya Baba compara la nostra cultura Indiana e la nostra spiritualità al grande " Triveni Sangam "? ( la confluenza di Triveni, dei tre fiumi sacri ). Il Bhagavan dice che che dobbiamo raffigurarci in Sathya, Dharma e Ahimsa come tre montagne d'argento. Il grande Ganghe è considerato sacro e pio, e nasce in queste montagne. La cultura dell'India è come la pura acqua del Ganghe, ed essa non perirà mai, così come il Ganghe non si asciugherà mai. Le azioni che facciamo posson essere comparate a Yamuna, mentre la Sarasvati, il misterioso fiume sotterraneo, è la corrente spirituale che scorre nelle nostre vite come il sangue nelle nostre vene. Il sangue degli indiani è come la Sarasvati, le azioni che fanno sono la Yamuna, e la loro cultura è il Ganghe, talchè in ogni indiano vediamo la " triveni Sangamam". Non ci è lecito dire che un Indiano è solo una combinazione di carne e sangue, ossia di terra e d'acqua; e gli Indiani che vogliono scimmiottare altre civiltà sono in errore, perchè non si accorgono che in queste manca il terzo elemento, la Sarasvati della Spiritualità, della Divina Conoscenza. Sarasvati non significa solo letteratura ( Sarasvati, la Sakti di Brahma, è la Dea non solo del Suono e del Linguaggio, quindi della Musica e della Letteratura, ma soprattutto della Conoscenza Divina, base di tutto ) ma soprattutto la Dea che dà Ananda, perfetta beatitudine. Essa è l'arteria che collega l'uomo a Dio, all'Atman, e il suo lavacro toglie dall'uomo le impurità e lo rende santo e pio. così la grandezza della nostra spiritualità e della nostra cultura è comparata da Sai Baba al grande e sacro "Trivenisangam" del nostro paese. 280. Chi è un Avatar e perchè scende sulla terra ? Il vocabolo "avatara" significa "discesa". E' la discesa di Dio sulla terra in forma umana, e il suo proposito è quello di ristabilire il Dharma, la legge suprema della rettitudine, ogni volta che occorra. Il Natale dell'Avatar ha due aspetti: l'uno è la " discesa " di Dio in forma umana, l'altro è l'" ascesa " ossia la nascita dell'uomo nel Divino, nella consapevolezza dell'uomo dell sua Divinità, la quale si cela ne cuore di tutti gli esseri, e solo Yogamaya ce la nasconde. Una Nascita Divina è differente da quella umana; Dio assume una nascita per mezzo della sua propria Maya. Speciale carattere dell'Avatar è che il Divino che è in Lui e in Lui sta sopra la Natura come Suo Signore e Padrone. L'Avatar, manifesto in forma fisica, e in questa Natura, è consapevole della Presenza Divina in Sé del Signore, dell'Abitatore ( Adhistatri Devata ). E' quindi un doppio fenomeno di Divinità e di umanità. Egli viene per avvicinare alla terra il Regno dei Cieli, e per costruire il Regno dei Cieli in ogni cuore umano. L'Avatara viene per rivelare nell'uomo la sua natura Divina sopra alla sua natura inferiore, e per mostrare quali sono le opere Divine per cui mezzo il mortale può raggiungere l'Unità con Dio che dimora entro di Lui. 281. Perchè diciamo che il nostro Bhagavan è un Avatar Purusa ( un uomo Avatar ) ? Bhagavan Sri Sathya Sai Baba è davvero Sathya Svarupa ( La Verità in persona ). Egli è davvero Sathyam, Sivam e Sundaram, ossia Sat, Cit e Ananda. Egli è in realtà Siva Sakti Svarupa, ed ha preso quella Forma umana per riformarci e per ritabilire l'antico Sanatana Dharma. Egli è Prema, Karuna e Santi ( Divino Amore, Misericordia e Pace ) in Persona. I Divini Lila e i miracoli che Egli compie provano che Egli è Dio in forma umana, Signore della Natura, che è Sua creazione e agente, e perciò Egli, benchè abbia forma umana, ha controllo completo sulla Natura, la quale è al Suo servizio per eseguire tutto ciò che è il Suo Sankalpa ( pensiero creatore ). I Lila e i Suoi miracoli son ciò che di solito chiamiamo "Siddhi". Se tali Siddhi (posseduti da un Yoghi che li ottiene nel processo della sua ascesi spirituale ) venissero esercitati sconsideratamente da chi se li è ottenuti in grazia del proprio Sadhana verrebbero persi. Però nel caso di Bhagavan i Suoi Siddhi, o Poteri, sono parte innata della Sua "Svabhava", della Sua natura. Egli nacque per essi come il Signore e Padrone della Natura, come supremo Purusottama, e i suoi Poteri non li ebbe a conquistare per effetto di pratiche Yoga. Per questo il Bhagavan non solo li usa ampiamente e su vasta scala, ma Gli servono di strumento per raggiungere l'obiettivo che Si è prefisso nell'incarnarSi su questa terra. Egli ha tutte le qualità di un Avatar. Lo Swami è Onnipresente e Onnipotente, come lo mostrano innumerevoli fatti della Sua vita. I Suoi Lila dimostrano a chiare note che Egli non è vincolato dallo Spazio nè dal Tempo nè dai Guna della Natura. Egli trascende tutto, ed è in tutto dappertutto. E' il Sarvabhutatman e il Sarvantaryamin, Anima di tutte le cose e Abitatore Occulto di tutto. Lo ha dichiarato Egli Stesso nei Suoi Discordi Divini, ha mostrato ai Suoi devoti molte forme Divine, ed ha dimostrato di essere un Purnavatar Divino. Vedete quello che Baba dice di Se Stesso. 282. Che dice il Bhagavan delle Religioni e dei simboli impiegati a rappresentare Dio ? Egli dice che tutte le religioni sono altrettante vie che portano alla stessa destinazione, Dio. Dobbiamo saper vedere l'unità di tutte le religoni e rispettarle tutte. Bhagavan Baba dice che che i grandi pensatori sono come quei ciechi i quali, esaminando al tatto un elefante, dicevano che l'elefante è come un tronco d'albero, oppure che è come un ventaglio, o come una fune, a seconda se gli avevano palpato la proboscide, o l'orecchio o la coda. Così ciascuno vede della religione ciò che vi sente. Ma tutte le religioni insegnano la via che porta a Dio, e perciò sono identiche, e cadono tutte sotto il Sanatana Dharma. La società e la religione sono molto importanti, e nella diversità occorre vedere l'unità. Noi crediamo che Sri Siva abbia il mano il "Damuraka" ( tamburo) e il "Trisula" ( il tridente); che Sri Visnu brandisca il "Cakra" (disco, ruota ) e il Sankha; ma che cosa significa questo, in realtà ? " Damaruka"e "Sanka" sono entrambi simboli del suono, e il " Trisula", il tridente rappresenta il tempo, nelle sue tre forme di passato, presente e futuro; anche "Cakra" sta a indicare la 'ruota' del tempo. La "Gadha" ( mazza) è simbolo di potenza, la quale sta solo nelle mani di Dio. Il " Puspa ", il fiore sta nelle Loro mani ed è il simbolo del cuore nostro, il nostro " Hrudayapuapam "; noi dobbiamo offrire a Dio il nostro cuore, ed Egli lo accetterà nelle Sue Mani. Ecco che ogni religione ha il suo modo di adorare Dio, ed i suoi codici morali, che dobbiamo rispettare in ogni caso. Non dimentichiamo che Dio è Uno, e solo Uno senza secondo; in questa convinzione dobbiamo vedere ovunque questa Unità e quindi la "Samabhava" verso tutte le religioni, e riconoscere la verità Eterna, che è Dio. 283. Quali sono i quattro pilastri della filosofia di Baba ? Essi sono Sathya, Dharma, Santi, e Prema; se ci atteniamo ad essi ci sarà possibile giungere a Dio. Il Bhagavan ci dice: " Svegliatevi, alzatevi; ristabilte il Sanatana Dharma e il Sai Ram Rajya ( un segno di Sai Ram ), basato su quelle quattro solide colonne. 284. Che cos'è Sathya ? La spinta, il sentimento che sgorga dal cuore si chiama " Ruta ", parola che significa 'sentimento' e 'idea'. La loro importanza è somma, perchè danno le direttive per l'azione e la determinano. Quando Ruta si manifesta in forma di linguaggio è Verità, Sathya. 285. E il Dharma cos'è ? E' la messa in pratica del Sathya. E' quello che nasce dal cuore, che viene espresso come Sathya e che, tradotto in azione, è il Dharma ( forse convien ricordare che il Cuore Spirituale, sorgente dei nostri sentimenti più autentici, della 'voce della coscienza', non è altro che il Sè, ossia Dio in noi, e quindi "Ruta" la voce di Dio, che espressa in parola è Sathya, Verità, e tradotta in azione è Dharma, Dovere). Il Dharma non è qualcosa che ognuno possa stabilire a capriccio, ma proviene dal cuore; non da quello fisico, ma dal cuore spirituale, che è l'Atma Tattva. La parola Io si riferisce all'Atman e giammai al corpo. Il " Vyavaharika Dharma ", il 'dovere' della routine giornaliera può variare di volta in volta ma non il vero Dharma, che non muta mai, che è eterno, che è Sathya. Per "Svadharma" si intende il Dharma di ciascuno, dove "Sva" indica il Sè: quindi per prima cosa lo Svadharma è il dovere che abbiamo verso il nostro Sé, che è il Sé cosmico, il Brahman, Dio. 286. Che cosa vuol dire Prema ? L'amore privo di egoismo, diretto verso Dio si chiama Prema. E'un amore che nulla aspetta in compenso; fluisce dal cuore ed è vera devozione. E' l'olio che fa ardere la divina fiamma di Santi. 287. Che cos'è allora Santi ? Shanti vuol dire Pace, che nel suo aspetto meno alto è quello stato uguale dell'animo che non si lascia influenzare nè dalla gioia, nè dal dolore, nè da altre coppie di opposti: bene-male, successo-smacco, ecc.. Nel suo aspetto più elevato e positivo essa non è esattamente Ananda, ma Madhuara Ananda ("Dolce Ananada") quando sentiamo la presenza di Dio ovunque, tutta la manifestazione appare proiezione di Dio. 288. Come si può coltivare Prema ? Considerando che gli errori altrui, per grossi che siano, sono sempre insignificanti e trascurabili, mentre per i nostri per piccoli che siano sono grossi, e che ce ne dobbiamo pentire. Rendiamoci conto che nel cuore di tutte le creature risiede lo stesso Dio Uno, e cerchiamo di amarle tutte. Cerchiamo di sentire la paternità di Dio e la fratellanza di tutte le creature. Seguiamo il consiglio di Sai Baba, di cominciare il giorno con amore, di riempirlo d'amore e di terminarlo con amore: questa è la strada che porta a Dio. Rendiamoci conto che Dio è puro Amore, Prema, e che Egli è " Premasvarupa" . Per questa ragione diciamo che " Dio è amore "; se realizziamo queste cose potremo seguire la via dell'amore. 289. Mi vorresti citare qualcuno dei grandi detti della Saggezza Indiana ? Eccone alcuni : " Sathyam vada, Dharmam cara" : " Di' il vero e segui il Dharma". La grandezza della cultura indiana sta nella nostra regola: " Mathru devi bhava, Pitru devi bhava ": " venera la Madre come Dio, venera il Padre come Dio"; ed ancora " Acaryo devi bhava, " ossia " " venera il maestro come Dio " e " Asthiti devi bhava " : 'onora l'ospite come Dio'. Questi precetti li dobbiamo conservare nello scrigno del cuore come gemme preziose, e dobbiamo metterli in pratica se desideriamo la Grazia del Signore. 290. Quali furono i maggiori riformatori religiosi nel nostro paese ? Gli Alwar e i Nayanmar diffusero la fede Induista nell'India del Sud. I Primi devoti a Sri Visnu, e i secondi a Sri Siva. Gli Alwar erano in dieci, e i Nayanmar erano in sessantatre. Il grande Sankaracarya diffuse in India le idee dell'Advaistismo; Madvacarya quelle del Dvaita, e Ramanugiacarya quelle del Visistadvaita. Questa grande e sacra Bharat è famosa per il suo attaccamento a Dio, e vi nacque una grande quantità di saggi e di veggenti della Verità Vedantica, quali Valmiki, Vyasa, e Agasthyar. Essi proclamarono a tutto il mondo la Verità dei Veda. In seguito apparvero dei Mahapurusa (Grandi Spiriti) e Siddhapurusa ( Spiriti Perfetti) quali Ramana Maharsi, Ramakrsna Paramahamsa, Vivekananda, Aurobindo e altri, i quali con la loro vita e il loro insegnamento diffusero la cultura e la spiritualità indiana. Dei grandi Bhakta come Buddha, Mahavir, Guru Nanak, nacquero in questa sacra terra e illuminarono tutto il mondo proclamando le Grandi Verità. Grandi Bhakta come Mira Bai, Kabir, Tulsidas, Ramdas, Surdas, Andl, Jayadeva e tanti altri nati in questo Paese hanno insegnato la Devozione. Perfino Dio ha preso corpo umano tante volte, qui, come " Avatara "; vedi Rama, Krsna, Shirdi Sai e Sathya Sai Baba. Essi sono venuti per proteggere il Dharma Eterno, e la loro vita e i loro insegnamenti hanno illuminato l'universo intero. 291. Qual'è la vera Vidya o educazione ? E' la Vidya arricchita da " Vinaya", dell'Umiltà. La si giudica dalla bontà del carattere che ha formato e dalla condotta, e non solo dai bei voti ottenuti scuola. Il sommo della Vidya, dell'Istruzione è la 'Bramavidya', quella Conoscenza pratica, di fatto, di cui è detto, " Brahamavidya Brahamaiva Bhavati": " Quis Deum scit, Desu fit = Colui che giunge a conoscere Dio diventa Dio. Colui che giunge a sperimentare l'Essere Supremo si accorge di esser Dio stesso. Colui che giunge a sperimentare l'Essere Supremo si accorge di esser Dio stesso; l'Atman è il Paramatman. La vera Educazione è quella che insegna l'Atman, il Brahman. Sicchè la vera Vidya è la BRAHAMAVIDYA; la suprema Sapienza Jnana. 292. Qual'è il traguardo di tutta quest'educazione, di questa Sapienza ? Il traguardo dell'Educazione è il Carattere, e quello della sapienza è la liberazione. 293. Qual'è il traguardo di ogni cultura ? La perfezione. 294. E quello della Conoscenza ? E' l'amore. 295. Qual'è lo scopo di tutta questa informazione ? Lo scopo di quest'informazione è la"trasformazione"; la trasformazione del nostro carattere. 296. Dove è nato Sri Bhagavan Sathya Baba ? Il nostro Avatar ha avuto i suoi natali il ''' novembre 1926, in un giorno di Karthikai Somawaram, nel villaggio che ha nome Puttaparti, nell'Andhra Pradesh. 297. Chi sono i santi genitori che misero al mondo Bhagavan ? Nel villaggio di Puttaparti viveva un santo centenario, Kondamaraju, della famiglia Ratnakaram Raju. Egli costruì un tempio per Sathya Bhama,moglie di Sri Krsna. Egli diede al figlio primogenito il nome di un famoso asceta che ornava la famiglia Venkavadhuta ( " Vemka" vuol dire ' uno che ha abbandonato ogni attaccamento alle cose del mondo'), chiamandolo Venkappa Raju. Questo figlio prese in moglie una lontana cugina, di nome Isvaramba perchè era nata dopo che suo padre aveva costruito un tempio dedicato a Siva. Questa coppia devota e pia ebbe un figlio e due figlie; infine nacque loro Colui che ricevette il nome di Satyanarayana Raju, e che è l'Avatar Sri Bhagavan Swami Sathya Sai Baba, il quale ben presto mostrò di essere unico nella Sua Natura Divina e nelle Sue azioni. 298. Perchè gli fu dato il nome di Sathya Narayana ? Perchè Egli fu concepito dopo che sua madre ebbe compiuto una Sathya Narayana puja, un pratica devozionale a Narayana, Padre degli Uomini. 299. Come fu che Egli prese il nome di Sai Baba ? Fu a Puttaparti, quando, il 23 maggio 1940 Egli quattordicenne mentre stava spargendo doni nelle mani di tutti coloro che venivano da Lui, dichiarò di essere Sai Baba di Shirdi, ritornato per salvare dalla catastrofe il genere umano. Prescrisse che lo adorassero ogni giovedì, come primo passo della disciplina spirituale. Da allora Egli fu venerato come Sai Baba di Shirdi tornato fra noi, secondo quanto aveva promesso a Shirdi, prima di morire. Sathya Sai Baba ha dimostrato senza ombra di dubbio di essere la reincarnazione di Baba di Shirdi a molti fedeli, coi suoi Lila e con molti miracoli. Egli dona i suoi devoti cenere sacra e medicine, come pure lembi della veste di gherua che indossava Baba a Shirdi, prima di morire nel 1918. 300. Qual'è il primo canto che Sathya Sai Baba insegnò alla gente ? E' un invito ad abbandonarsi ai piedi del Guru che è apparso con tanta misericordia per salvare l'umanità. Il Bhajan dice: Manasa Bhajarè Guru caranam; dustara bhava sagara taranam. O gente, abbandonatevi con tutta la mente in adorazione ai Piedi del Maestro: potrete così attraversare il mare del dolore e delle rinascite e delle morti ". 301. Qual'è il vero significato del vocabolo Guru ? La sillaba "Gu" vuol dire anche " Gunathita", ossia Colui che ha superato il livello dei Guna, delle qualità, di Tamas, di Rajas, e perfino di Sattva e la sillaba "Ru" sta per "Rupavarjita", ossia Colui che ha afferrato l'aspetto informale del Divino e' ovvio che il Guru dev'esser giunto a tale livello e solo avendo sublimato le qualità inferiori in quelle più alte, e con la costante e conscia cancellazione dalla parte giocata dal solo nome e dalla forma. Il Guru distrugge l'ignoranza e dà luce, e la Sua presenza è un conforto che rinfresca. Chi vuole realizzare Dio deve cercarsi un Guru che conosca la Verità per esperienza e che nelle sue attività d'ogni giorno, nelle sue parole e nel suo pensiero rifletta tale sua realizzazione. Se non riusciamo a trovare un tale Guru, preghiamo Dio che Egli Stesso ci indichi la via; Dio verrà certamente a salvarci. Il Guru ci aiuta a valicare codesto " Bhavasagara" se ci abbandoniamo a lui con tutto il cuore, pienamente. Egli è il medico che ci guarisce dalla malattia delle morti e delle rinascite con tutte le relative sofferenze. 302. Che cosa significa " Baba", e perchè si è chiamato Sathya Sai; Chi è in verità ? Il Bhagavan Sri Sathya Sai Baba in realtà è Dio, ed è Sat-Cit-Ananda. E' venuto in quella forma umana come " Avatara " per salvare questa Umanità e ristabilire la via del Dharma, del glorioso Sanathana Dharma in questo Universo. Egli Stesso ha proclamato al mondo di essere Sathya Sai Baba, e che " Sai Baba " significa " Padre e Madre Divini ". La parola SATHYA significa verità, quella che non cambia mai nei tempi. La parola Sai ha tre suoni : "sa", "a" e "ii". La sillaba "Sa" sta per sacro, divino, e "AI" sta per Madre. Come AI significa Madre, BABA significa PAdre, e perciò SAIBABA significa Pdre e Madre del Creato. Analogamente, se con la lettera SA ( si noti che in Sanscrito qualunque lettera, vocale o consonante, è sempre accompagnata da suono "a" , così "ta" , "pa" ecc..) indichiamo Dio, e per dire Madre diciamo AMBA per Padre possiamo dire Siva, col che diciamo SAIAMBASIVA o SAIBABA diciamo assolutamente la stessa cosa. Si rende così evidente che il Bhagavan Sri Sathya Sai Baba è in realtà: SIVA SAKTI ATMAKA SVARUPA Prendiamo la parola BABA : la prima Ba sta per "being" ( essere ), la seconda sta per " awarness " ( consapevolezza ), la terza per per " bliss " ( beatitudine) e la quarta per " atman " ( anima ): ossia Sat ( consapevolezza cosmica ); Ananda ( beatitudine ) e Atman. Ciò significa che Sat-Cit-Ananda è Atman. Ecco che il Nome stesso dello Swami ci dice qual'è la Sua Vera Natura, e non ci possono essere dubbi, al vedere la Sua Vita e il Suo Messaggio. Il Bhagavan Sri Sai Sathya Baba è in realtà " SIVA SAKTI ATMAKA SVARUPA" cioè Dio. Egli è l'abitatore interiore di tutti gli esseri, Dio Onnipotente Onnipresente e Onnisciente venuto in forma umana. Ha assunto quella Sua Forma a causa della Sua Misericordia e del Suo Prema per questa nostra Umanità martoriata per causa propria. Egli è il Loka Guru, il Maestro del Mondo e il Sadguru, il Vero Maestro, e per noi è somma fortuna avere Dio, il Bhagavan, proprio in mezzo a noi ! OM SRI SAI BHAGAVAN BABAJI JEY ! MANASA BHAJARE GURU CARANAM DUSTARA BHAVA SAGARA TARAIAM. La redattrice di questo manualetto rende omaggio ai Piedi di Loto del Guru, il Guru che Si è annunciato, che è tornato a prendere su di sè il fardello di coloro che si rifugiano in Lui, solo modo di sfuggire all'interminabile ciclo delle rinascite, e delle morti, e di raggiungere Dio. Mi sento grandemente beneficata per avere ricevuto il Divino permesso e la benedizione di Bhagavan Sri Sri Sri Sathya Sai Baba a pubblicare questo libretto, e anche di aggiungervi i testi dei Suoi Insegnamenti, basati sulle lettere dell'alfabeto, le rappresentazioni numeriche e le 108 massime morali, a cominciare da questa seconda edizione in poi. La parola di Dio è che se tu hai devozione a Lui, Egli si occuperà del tuo bene come le palpebre proteggono gli occhi. Ma quando avviene ? Egli ci dice che ciò avviene solo se il devoto passa tutto il suo tempo nel pensiero di Dio, e accetta Dio come Onnipervadente e presente in ogni cosa. Perciò, per creare in noi questo atteggiamento cerchiamo di praticare il consiglio divino che ci dà il Bhagavan, e teniamo presenti queste interpretazioni perchè ci facciano ricordare sempre i suoi consigli divini. Con la Grazia del Bhagavan la scrivente ha raccolto 108 preziose e semplici morali da praticare ogni giorno, poichè Egli dice cha la sapienza, la Realizzazione del Sé può essere ottenuta solo col praticare e non con le letture o con le prediche. Accettiamo questi 108 detti del Bhagavan Sathya Sai Baba come il " Jamapala" più prezioso, nobile e divino ( o meglio ancora, " Tamapala". perchè il Sadhana è Tapas) che Egli ci dona per il nostro bene, per salvarci da quel Bhava Sagar, quel Mare delle nascite e dellemorti, fonte di tutte le sofferenze , per il bne nostro e di tutta l'umanità. Se lo indossiamo come un 'kankan', un braccialetto votivo, decisi a praticare ed a portare a Dio nel nostro cuore Dio verrà a collocarcisi e se ci farà capaci di raggiungerlo. Tutta questa informazione è fatta allo scopo della trsformazione. Così come leggiamo le Astotra e le preghiere di ogni giorno, leggiamo anche queste regole morali pregando il Bhagavan affinchè ci pacifichi mente e cuore, e ci renda capaci di mettere in pratica i Suoi preziosi comandamenti al fine di ottenere la Sua Grazia e di arrivare ai Piedi di Loto del nostro amato Signore con il nostro servizio, la nostra devozione e il nostro amore. O Bhagavan, Te ne preghiamo ! Concedici la fragranza di Prema Bhakti e la bellezza di una retta condotta, e di un carattere fiorito della sapienza di Janana, senza macchie nè cattive qualità, cattive azioni ne cattivi penseri, in modo che le Tue Divine Mani accettino noi come fiore di Loto, scelto appositamente per offrirlo a Te; e spandi la Tua Divina Grazia e le Tue Benedizioni su di noi, perchè possiamo godere del Tuo Prema e raggiungere i Tuoi Piedi di Loto. AUM ... SANTI SANTI SANTI !!! --------------------------------------------------------- CHE COSA CI SUGGERISCE LO SWAMI MEDIANTE LE LETTERE DELL'ALFABETO. Ogni lettera dll'alfabeto ci ricorda qualcuno dei detti del Bhagavan: A. - Alzati! Svegliati dal sonno dell'ignoranza e raggiungi lo stato della Realizzazione dell'Atman ! L'Atman è qualcosa di infinitamente piccino eppure ravvolge tutto ciò che è infinitamente grande, è presente dovunque e si manifesta in ogni circostanza. L'Atman è Brahman. B. - Brahman è la sola verità e risplende in tutte le forme degli esseri come Atman. Ciò che è Verità Eterna, ciò che è immutabile, ciò che è pura Conoscenza e che non può essere descritto con le parole è il Brahman. La Conoscenza del Brahman è la Brahmavidya; essa è la vera reale Vidya. Il Brahman è l'Uno senza secondo. C. - Il Carattere è la nostra ricchezza e la buona condotta è il nostro tesoro. Il fondamento di entrambi è Dio che è in noi. La Voce di Dio, della Coscienza nostra maestra e nostra guida. D. - Il Dovere è Dio. Il lavoro è preghiera. Disciplina, devozione e dovere sono le tre D necessarie per il nostro bene. Non temiate la morte, non dimenticate Dio, non fatevi coinvolgere troppo in questo mondo. " Dil me Ram, hath me Kam" : "pensa a Ram (DIO) e fai Kam ( lavoro), abbi nel tuo cuore Ram e abbi Kam nelle tue mani. E.- L'Educazione ha il suo risultato solo se siamo capaci di controllare i sensi, di mettere le ideee sulla giusta via, e di mantenere pulita la mente. La vera educazione richiede che si impari l'umiltà ed è quella che porta pace nel cuore e nella mente, e la felicità nella vita. L'educazione deve risultare nello sviluppo di " Viveka " e di " Vinaya " ( discernimento ed umiltà ). F- Perchè sia felice il nostro futuro dobbiamo fin da adesso esser buoni, fare il bene, e vedere il bene. Seguire il Mestro, ossia la nosta Coscienza. Fronteggia le cattive tendenze (il diavolo) Combatti fino alla fine ( finchè si realizza l'Uno ). Finisci la partita ( immergiti in Dio ). G.- Il Guru non è altri che Dio. La visione di Dio, il quale risiede nel cuore, si può ottenere per mezzo di una incrollabile devozione ai Piedi di Loto del Guru e seguendo i suoi Consigli. H.- Humility: l'umiltà ottenuta per mezzo della conoscenza ci porterà al merito; e il merito ci darà la prosperità; questa ci farà rispettosi del Dharma e capaci di servire e di salvarci. Questo è il modo di ottenere la grazia del Signore. I.- L'"Io" è in tutto e dovunque quindi chi sa capire questo Io che è dappertutto può facilmente realizzarlo e vedere che è l'Atman. J. - Jiva è Brahman sono come i due cotiledoni di un seme dal quale sorge la vita. Dio è Mahasakti e il Jivi è Mahasakti. Dio è reale, e il Jivi è l'ombra, l'apparenza. K. - " Kama" ( desiderio ) e Krodha ( ira ) sono l'origine di tutti i peccati e la causa di tutti i guai. Quando Rama entra nel nostro cuore, Kama viene distrutto L.- Leggeri occorre viaggiare, perchè il viaggio sia comodo. La nostra vita è un lungo viaggio e noi staimo accumulando un mucchio di bagagli in forma di tanti desideri, di ansie e di guai. Allegerite il bagaglio, ossia abbandonando i desideri è Vairagya. M.- " Matru Devo Bhava, Pitru Devo Bhava, Acarya Devo Bhava, Atiti Devo Bhava ". La Madre come Dio, il Padre come Dio, il Maestro come Dio, l'Ospite come Dio. Questi sono i comandamenti che ci danno le Scritture, e Dio è contento solo se noi compiamo bene codesti doveri. La mMdre e il Padre sono per noi Dio invisibile perchè ci hanno dato la vita e hanno sofferto tanti sacrifici per noi. Se oggi voi rispettate i vostri genitori i vostri figli rispetteranno voi e vi faranno contenti in futuro. N.- Nobili pensieri, nobili azioni e nobili parole ci fanno nobili e purificano il nostro cuore in modo che il Para Brahman possa rilfettervisi. Nara deve cercare di diventare Narayana. O.- One and the only reality; Iddio Onnipresente, Onnipotente, ed Onnisciente è la sola unica Realtà. Om, l'Omkar, rappresenta il Brahman. P.- Il percorso la via del karma, dell'opera, è come il percorsoche fai a piedi La via della Bhakti, devozione, è come la strada che fai in macchina, e la via dello Yoga, della concentrazione è come la strada che fai in ferrovia. La via di Jnana, della sapienza, è quella che fai in aereo. Tutte le strade conducono al Dio vivente, a Puttaparti. Q.- Qual'è la porta della "Sapienza"? La ricerca della Conoscenza è la porta della sapienza; la ricerca del proprio vero Sè è l'Atma Vudya, o Brahmavudya, per mezzo dela quale conosci la Verità. R.- Ricorda! Finchè hai in te dei Samskalpa, dei desideri, non puoi fuggire alla rinascita. Vita+ desiderio = Umano Vita- desiderio = Divino S.- Solo la soddisfazione che viene dalla fiducia in sè stessi è sicura. Quando avrai la soddisfazione di te stesso, saprai praticare la grande virtù del sacrificio di te stesso, che solo ti permetterà di raggiungere la Realizzazione di te stesso. E' molto è possibile comprendere lo Spirito Divino mentre sei giovane e la tua mente ed il corpo sono forti e sani. Qundi incomincia subito queste buone pratiche e sii costante mentre sei ancora giovane: parti di buon ora vai piano e arriva sicuro. T. - Tacere invece di dire cose cattive. La lingua è due volte sacra e si dovrebbe impiegare solo per pronunciare il nome di Dio al fine di trasformare il Manava ( uomo) in Madhava ( Dio). Se invece abusate della lingua e parlate male degli altri divenatte un animale. Se vi sciola un piede e cadete vi potete curare, ma se la lingua sbaglia la ferita che prodcete nel cuore di un altro non guarirà più. Essa può compiere quattro torti: dire il falso, seminare scandalo, cercare gli errori degli altri, ed eccedere nel parlare. Parlate sempre con dolcezza. U.- Ultimo passo della tua carriera spirituale sarà l'unione con Dio; intanto pronuncia sempre il nome di Dio, medita continuamente su di Lui, passa il tuo tempo in compagnia di giusti. Dona i tuoi averi ai deboli e ai bisognosi. Finirai così a raggiungere l'unione con l'Onnipotente e così l'immortalità. V.- La virtù non può essere praticata nel vuoto. Non occorre ritirarsi nella foresta per liberarsi dell'ira dell'odio e delle altre cattive qualità. Resta l'ambiente del monodo dove c'è la possibiilità che insorgano emozioni e molte occasioni di imparare a controllarle. Questo sarà un risultato meritorio. W.- I tre W cui devi aspirare per avere la Grazia di Dio sono: "work" (lavoro), "Workship" (preghiera), "wisdom" ( saggezza ).Il lavoro deve essere quello che giova alla prosperità e alla felicità di tutti, e così è il lavoro sacro. Devi pregare con la mente pura e aspirare alla saggezza. I tre W da evitare sono: "whealth" ( ricchezza), "women" (donne), "wine" ( alcolici e droghe ) X.- X-mas ( il Natale) e tutte le altre festività religiose del calendario non sono veramente giorni santi. E' veramente santo il giorno nel quale cominceremo a vedere Dio in tutto ciò che ci circonda. Y.- Yearn ( abbi brama del - ) la grazia è di Dio e procuratela con Prema, Bhakti e un Seva ( servizio sincero ). Chiunque venga a chiederci un servizio è la migliore delle persone in quel momento. Qualnque aiuto tu le possa dare lo devi fare come il maggiore dei tuoi doveri, e sarà la miglior opera che tu possa fare per guadagnare la grazia di Dio. Z. Lo zoo è il luogo dove gli animali stanno in gabbia e vengono allevati. Non permettete che il vostro cuore diventi uno zoo in cui degli animali come l'ira, la gelosia, e l'odio possano moltiplicarsi. Sopprimete queste tendenze per mezzo del Namasmarana e cercate di farvi delle qualità sattviche per mezzo del Sadhana. Se ti metti in cuore delle qualità divine Dio stesso vi verrà ad abitare e con la Sua Grazia farà divino anche te. * * * --------------------------------------------------------- RAPPRESENTAZIONI NUMERICHE Anche i numeri ci ricordano gli insegnamenti del Bhagavan: 0. - Lo Zero rappresenta il mondo, e la cifra significativa che lo può accompagnare indica Dio: senza di questa lo Zero non ha valore. Senza Dio cioè, che è l'Uno, il mondo, zero, non significa nulla. 1. - L'Uno è l'unica Realtà è Dio. C'è solo una religione, la religione dell'amore. Una sola casta: l'umanità; un solo linguaggio; il linguaggio del cuore; un solo Dio,che è Onnipotente. 2. - Due cose devi ricordare sempre: l'esistenza di Dio e l'inevitabilità della morte. Due cose devi dimenticare: ogni aiuto che hai dato agli altri, e ogni offesa che da altri hai ricevuto. Due sono i doveri che hai: seguire la Dharma Marga ( la via della giustizia ) nei confronti del mondo, e seguire la Brahma Marga ( la via di Dio ) per la tua liberazione. 3. - Tre persone tu sei, e non una; quella che credi di essere, quella che gli altri credono che tu sia, e quella che veramente sei. Se saprai condurre la tua vita tenendo in mente questo ti sarà possibile giungere all'Atmatattva mentre sei ancora in vita. Tre cose devi tener sempre in mente e fare, e sono: Non pensare ad altro che a Dio, non far nulla senza il permesso di Dio; Tener sempre l'attenzione fissa in Dio. 4. - Quattro sono le Purusartha, le mete della vita: Atma, Dharma, Kama, Moksa. Guadagna Artha (beni, soldi) nel rispetto del Dharma e per servire il Dharma; fa' che il tuo Kama, il tuo desiderio sia solo per Moksa, per la Liberazione. Quattro debiti dobbiamo pagare in questo mondo: debito verso i genitori, verso i maestri, verso la Natura e verso Dio. Quattro soli sono i giorni da tenere per santi: il giorno in cui i Bhakta si adunano per cantare e glorie dl Signore; quello in cui diamo da mangiare agli affamati; quello in cui ci incontriamo con un grande saggio, e quello in cui albeggia in noi la Viveka, il Discernimento. 5. - Cinque sono gli involucri che racchiudonon l'Atman e impediscono che si riveli il suo splendore. Fa' che ognuno di essi sia puro e luminoso. I° L'Annamayakosa dev'essre purificato per mezzo di cibo puro e sano; II° Il Pranamayakosa si fa puro con un respiro sano e con un animo tranquillo; III° Il Manomayakosa si fa purocon pensieri santi ed emozioni immuni da attaccamenti ai sensi e dall'effetto del piacere e del dolore; III° Il Vijnamayakosa si fa puro con pensieri santi ed emozioni immuni da attaccamenti ai sensi e dall'effetto del piacere e del dolore; IV° Il Vijnanamayakosa si fa puro con la contemplazione della Realtà; e V° L'Ananadamayakosa si fa puro immergendosi nell'estasi della Realizzazione di Dio. 6. - Sei sono le brutte qualità che degradano l'essere umano a un livello peggiore di quello animalesco. Sono Kama ( bramosia ), Krodha ( ira ), Lobha ( ingordigia), Moha ( attaccamento, errore ), Mada ( superbia ), Matsarya ( invidia ). Sei caratteristiche Divine possiede il Bhagavan, e sono Aisvarya, Kirti, Jnana, Vairagya, Srsti-sthiti e Laya ( Divino Splendore, Gloria, Sapienza, Distacco, Potere di creare e conservare, Potere di distruggere. Puoi ritenere Divino chiunque possieda questi sei requisiti, propri degli Avatara della Mahasakti, i quali per mezzo di Mayasakti ( potere di illudere della Maya ) si vestono di forma umana. ( "Mahasakti"= potenza di Dio ). 7. - Sette cose devono essere alimentate e protette per il bene del mondo; la vacca, Colui che aspira al Brahman ( il Brahmino), i Veda, la Castità, la Verità, il Distacco e il Dharma. Quando questo declina Dio viene come Avatar e lo rimetta al pristino splendore. 8. - Otto stadi ha lo Yoga, e perciò si chiama Asthanga Yoga : Yama, Niyama, Asana, Pranayama, Prathyahara, Dharana, Dhyana, Samadhi: la culminazione è l'Unione ( Yoga ) con l'Assoluto. 9. - Nove diverse forme ha la Bhakti: Sravana, Kirtana, Smarana, Vandana, Pade Seva, Arcana, Dasya, Sakhya e Atmaniveda ( ascoltare le parole del Maestro, Cantare le lodi di Dio, amare la Natura, servizio ai Piedi del Signore, culto rituale, elemosina, amicizia e coscienza continua dell'Atman ). In tutte questa forma la componente principale è il Prema, l'Amore sacro, ed è proprio questo Prema che riempie di gioia e di speranza. 10. - I dieci sensi ( 5 jnanandriya e 5 karmendrriya, cinque sensi di cognizione e cinque d'azione ) devono esser sotto controllo. Chi ci riesce è veramente un 'Dasaratha' ( nome storico del re Mitila, padre adottivo di Sita e suocero di Rama, letteralmente il nome significa 'quello dai dieci carri', e simboleggia ogni 'carro' rappresenta un senso, che ci può trasportare effettivamente verso gli oggetti del mondo sensibile ). Fate un mazzo dei dieci Indriya, e fondete il Jivatman con il Paramatman. Questo è il significato del saluto tradizionale Indiano, fatto giungendo le mani e portandole all'altezza del cuore. * * * --------------------------------------------------------- 108 MASSIME MORALI ( ASTHOTRA ) Sono questi 108 precetti che dà Sri Bhagavan Swami Sathya Sai Baba, affinchè siano da noi messi in pratica nella nostra vita d'ogni giorno. 1. - svegliati, sorgi e aiuta a stabilire il Sai Samrajya ( Il Regno Universale dei Sai ), basato sui pilastri di Sathya, Dharma, Santi, Prema. 2. - Tutti e tutto siamo Uno; ritieniti uguale agli altri. Il mondo è uno: sii buono con tutti. 3. Sii buono, vedi solo il bene e fa' solo il bene. Questa è la via del Signore. 4. La nostra vita è perfetta se viviamo nella moralità. 5. I soldi vanno e vengono, ma la moralità viene e cresce! 6. - Kala, il Tempo consuma tutto e tutti, non sprecate il tempo ! Sciupare tempo è sciupare vita. 7. - Il passato è irricuperabile, e il futuro non è certo. Il tempo giusto è adesso; non indugiare, e fa ciò che è giusto. 8. - Il silenzio è il solo linguaggio del realizzato. Solo nella profondità del silenzio si può udire la voce di Dio. Il silenzio calma le onde del cuore. 9. - La vita si perde sognando e l'essere si perde nel divenire. 10. " Brahmavid Brahmiva Bhavanti": chi conosce l'Essere Supremo, il Brahman Dio, diviene Dio. 11. Non farti traviare da questo mondo illusorio. Realizza l'eterno Atman, la Realtà ultima e Assoluta, immutabile ed eterna, senza principio nè fine. 12. - L'uomo non è nato per andare in cerca di Anna ( cibo, beni materiali ), ma per andare in cerca dell'Atman. 13. - Renditi conto che il Divino è presente in ogni essere vivente come l'Atman che in esso risiede. 14. Dà gioia e felicità realizzare l'Unità che sta dietro la diversità. 15. - Tutte le religioni sono strade che conducono all'una e unica meta, Dio. Le divei considerare tutte con lo stesso rispetto: tutte insegnano che dobbiamo purificare la mente, conoscere qual'è il nostro Sè e sentire Prema. 16. - La verità sei solo tu stesso; ciò che vedi da sveglio è solo un sogno diurno, e ciò che sogni dormendo è sogno notturno. 17. - Il Brahman eè sempre nel tuo cuore, e funziona sempre come Testimone consapevole. Quindi non possiamo nasconder nulla, come se Dio fosse altrove. 18. - L'uomo senza Dio non è un uomo. Dio senza l'uomo è sempre Dio. 19. - Poichè Dio è l'Atman che risiede in ogni essere, rende servizio o far del bene ad una persona è in realtà un atto di adorazione a Dio, mentre lo sparlare e far del male ad un altro essere è sparlare di Dio e volerGli far del male. 20. - Il bene e il male, il piacere e il dolore, che sembrano differenti e contrari, si originano tutti entro l'uomo e non fuori di lui. 21. - Rivolgi la tua mente all'interno, verso l'Atman, e godrai pace e gioia. Rimani immerso in quella Gioia. 22. - Ogni opposto non è altro che l'altra faccia della medaglia rispetto l suo contrario: il bene e il male, gioia e dolore sono due faccie della stessa moneta. 23. - La sola causa della felicità come del dispiacere, della schiavitù e della libertà non è altro che la mente. 24. - Se non ci fossero duri periodi di dolore, non sapresti che cos'è il piacere. La gioia il solo intervallo tra due dolori. 25. - Dobbiamo far del bene agli altri e tenere per noi soli i nostri dolori; solo così potremo affermare che Dio è dentro di noi. 26. - La vera vita spirituale è quella che ci insegna l'unità e ci rende privi di egoismi e pieni d'amore. 27. - La filosofia è il burro estratto dal latte della Conoscenza. La Brahma Vidya è quella Vidya conosciuta la quale conosciamo tutto, e la Verità Ultima. 28. - Ogni nostra azione, ogni nostro pensiero produce una reazione, un riflesso, un'eco. 29. - Tutto ciò che facciamo, di bene e di male, coscientemente o meno, genera sempre un risultato e perciò occorre fare solo il bene, affinchè buone siano le conseguenze. 30. - La vita non è una strada a senso unico: dobbiamo esser pronti a dare, e non solo a prendere. 31. - L'amore vive dando e perdonando; l'ego vive prendendo e dimenticando. 32. - Il pensiero che viene dalla tua mente deve essere puro; le paorle che dici devon esser veraci e dolci, e il lavoro che fai dev'esser sacro. 3. - Una vita buona dev'esser un viaggio dalla posizione di "io" a quella di "noi". 34. - Se porit gli occhiali di Prema vedi Prema dappertutto e vedrai la Prema-sva rupa del Bhagavan. 35. - Qualunque cosa tu faccia, se la fai sicuro che la faresti anche a te stesso non farai mai nulla di male. 36. - Se noncominci con l'aver fatto il servo, non potrai mai diventare un capo. 37. - Il riconoscere il proprio errore è il principio della saggezza. 38. - Nel momento che tu punti il dito contro qualcuno, le altre dita puntano contro di te. Ciò vuol dire che, quando tu segnali un errore altrui, devi aver esaminato per tre volte i tuoi errori. 39. - Prima di predicare, metti in pratica quello che vuoi insegnare; non far tu l'errore che critichi negli altri. 40. - Ringrazia chi ti fa notare un tuo errore, perchè non l'hai saputo vedere tu stesso, dato che tu guardi al di fuori, e i tuoi occhi vedno solo gli errori degli altri. 41. - Il Satsang, la buona compagnia è molto importante, perchè giova coltivare le buone qualità. 42. - Iddio ti dà una ghirlanda fatta di tuto quello che hai fatto di bene e di male nelle tue vite anteriori. Ce l'hai al collo fin dalla nascita. 43. - Una cattiva azione non dà buoni risultati; una buona azione non ne dà cattivi. Sei tu che scegli e pianti il seme; la pianta verrà come è il seme. 44. - Noi siamo nati per non rinascere; dobbiamo ritornare laddove siamo venuti, al Brahman: raggiungere questa fonte è il vero scopo della nostra vita. 45. - Il Brahman, Dio non è qualcosa di estero a te: è presente in te, è il tuo Sé. Renditene conto. 46. - Poco importa che tu viva nel mondo; fa' solo che il mondo non viva in te. 47. - Colloca Dio nel tuo cuore e offriGli le frutta dei tuoi buoni sentimenti, le lacrime di gioia sulla foglia del corpo che Gli sacrifichi. 48. - Prega il Signore Dio tuo nella tua mente e offrigli qualcosa di tuo, di pulito e profumato di virtù e d'innocenza, e lavato nelle lacrime del pentimento. 49. - La via al successo spirituale è la fede assoluta in Dio. 50. - Ricorda che il Signore non ama il Baktha, ma la sua Bhakti. 51. - La più alta forma di Bhakti è Saranagati, l'abbandono totale al Signore. Accetta tutto ciò che ti accade come Suo dono, siia gioia o dolore, successo o sconfitta: la tua fede sia incrollabile,; abbandona tutto al Volere del Signore. 52. - Dio è un oceano di misericordia, e la Bhakti è il modo più facile per ottenere la sua Grazia, che è come la luce del sole: sol lucet omnibus, per tutti. 53. - Sraddha e Bhakti sono i due remi che ti aiutano a spingere la barca della vita attraverso il fiume del Samsara. 54. - Non ci è possibile entrare nella Casa di Dio se non abbiamo Sama ( controllo dei sensi ) e Dama ( controllo della mente ). 55. - Se la nostra mente è sempre immersa nel Divino possiamo raggiungere Moksa anchhe facendo la vita del mondo. Offriamo a Dio ogni lavoro che facciamo. 56. - Se ci comportimo come bestie, pur avendo avuto questa sacra occasione di avere un'esistenza umana - sì difficile da avere - sciupiamo la nostra vita e non giustifichiamo questo dono di Dio. 57. - La mente che si volge all'interno vede solo l'ìAtman e ne gode l'Ananada. A questo momento non notate più alcuna differenza tra piacere e dolore, bene e male,. Vedrete solo l'Unità in ogni cosa, e diverrete Uno con Dio. Questo è il vero Samadhi, che vuol dire " sama " (uguaglianza) di " buddhi " (d'animo). 58. - Noi dobbimao condurre la vita in modo disciplinato con " Papa Bhiti" e "Daiva Prithi", timor del peccato e amor di Dio: avremo così la vera felicità. 59. - Per quanta forza abbiamo, essa è inutile se non c'è la forza del Dharma, che è " Daivabala" (forza Divina ), e la forza che viene dal Dharma è "Dharmabala". 60. - " Sathya Vada": di' il vero; " Dharmam cara": procedi secondo il Dharma; questo sia il nostro motto per il bene e la prosperità di tutta l'umanità. 61. - Dove c'è il Dharma c'è Dio, e dove c'è Dio c'è la vittoria. Senza la Grazia di Dio non può esservi il successo. 62. - Se c'è l'Anugraha, la grazia di Dio, non può agire nessuna "graha" ( influenza astrologica). Cerca di guadagnarti questa Anugraha con la preghiera e col Prema. 63. - Come la madre accorre all'udire il pianto del suo piccino ( senza stare ad analizzare il 'tala' -ritmo- o la '0raga' - melodia - del suo pianto), Iddio accorre se ode l'uomo piangere dal profondo del cuore, e lo aiuta ovunque sia. 64. - L'Avatar non fa nulla senza una profonda ragione. Dio non dice mai parole prive di significato. Tutto ciò che egli fa e dice o vede ha un suo significato spirituale occulto. 65. - Puoi adorare un ritratto come Dio, m non Dio come un ritratto. Puoi elevare una cosa a livello di Dio, ma non abbassare Dio a livello di una cosa. 66. Solo il Nome di Dio Lo può commuovere, e solo la Bhakti e con Prema sinceri li puoi far venire a te: non con doni di denaro o d'altro. 67. - Grosso errore è cercare pace e felicità fuori di te. Le dobbiamo cercare entro di noi, e sarà vera gioia se le cerchiamo con la mente pura. 68. - Attenti alle vostre parole, alle azioni, ai pensieri, al carattere e al cuore. La mente è come una scimmia pazzerella, e non ci dobbiamo abbandonare ad essa. La dobbiamo sorvegliare con attenzione e dobbiamo controllarla. 69. - E' ingnoranza identificare il corpo con noi stessi. Nessuno è isolato dalla grande corrente della vita; ognuno è una cellula della società. 70. - L'amicizia non dev'essere basata su considerazioni di timore o di favore. L'unico amico che sarà sempre con te è l'Amico Divino: il Signore. 71. - " Upavasa " vuol dire essere vicini a Dio, e " Upasana " star seduti vicino a Lui. Il beneficio delle due cose è che il Satcitananada di Dio scorre in noi. 72. - Tu sei vicino a Dio esattamente quanto Egli è vicino a te. Chi si dà conto che Dio è Onnipresente si accorge che Egli è vicinissimo, e che egli stesso non è altri che Dio Stesso. 73. - Perchè il risultato venga occorre che ci siano inseimen la Grazia di Dio e lo sforzo umano; cerchiamo di vincere la Grazia di Dio con le nostre Sraddha e Bhakti. 74. - Vuota il vaso del tuo cuore da tutta l'acqua dei desideri, e rimepilo con l'olio del Namasmarana di Dio ( la ripetizione del Nome di Dio). Prendi il lucignolo di Jivi e asciugalo al sole di Vairagya, e l'Amarjyoti; la fiamma immortale della Sapienza arderà diritta e ferma. 75. - La pigrizia è come la polevre e la ruggine, mentre il lavoro alacre e altruistico è come pulitura e la crematura. 76. - La fretta porta allo sciupio; lo sciupio fa' dispoiacere. Non vi affrettate, dunque. chi va piano va sano a va lontano .... e voince la corsa. 77. - Il peggior nemico è l'ira, mentre la calma è la miglior corrazza. La nostra Gioia è il più bello dei paradisi, e il nostro dolore il peggiore degli inferni. 78. - Perfino l'Avatar rispetta disciplinato gli anziani; i capi devono innanzitutto praticare la loro disciplina prima di predicarla agli altri. Neanche Dio viola le norme e le leggi che Egli stesso ha posto. 79. - Vivi nella fratellanza con gli uomini, e nella paterntià di Dio. Servi tutti con Prema e con il tuo lavoro disinteressato, e cerca di vedere l'Unità di tutto. 80. - Può darsi che sbagliamo, ma non dobbiamo ripetere l'errore, quando lo abbiamo riconosciuto. Errare humanum est, in errore perseverare autam diabolicum. 81. - Siano coerenti i tuoi pensieri, le tue parole e le tue azioni. 82. - Il vero punteggio cui dobbiamo aspirare nella scuola e nella vita dev'essere di " non avere " alcun pnteggio. 83. La tua patria devi vederla come tua madre; e dobbiamo servire questa madre divina. Segui la nostra sacra cultura, che la madre ci ha conservato. Imitare lo straniero è prova di debolzza. 84. - Chi vuol correggere il monodo e rimetterlo sulla giusta strada deve cominciare a correggere se stesso, e la propria condotta col controllo dei suoi sensi e dei suoi desideri. 85. - La Verità è Dio; per raggiungerla, ci dobbiamo attenere ad Essa. 86. - " Nadigam Sagaro Gatih "; tutti i fuimi vanno al mare, così come il creato tutto e ogni corrente di vita tornerà a confluire nella sua fonte, nel Brahman. Aspira a questa felice conclusione. 87. - Veniamo al mondo piangenti; non dobbiamo morire nel pianto ma col sorriso. 88. - Dio ci concede la vita affinchè Lo cerchiamo e Lo raggiungiamo. 89. - Gli occhi ci sono dati affinchè ci servano a vedere ed a raggiungere Dio Supremo e Onnipotente. 90. - Le gambe ci sono state date affinchè possiamo viitare i templi di Dio. 91. - Le mani ci sono state date affinchè facciamo buone azioni e porgiamo Pujia ( doni rituali ) al Signore. 92. - L'intelligenza ci è stata data affinchè possiamo comprendere che tutto ciò che vediamo nel mondo è effimero e che DIO SOLO è la Realtà eterna. 93. - La lingua ci è stata data affinchè possiamo cantare le Glorie del Signore e fare Namasarana. 94. Le orecchie ci sono state date affinchè possiamo udire i canti di lode del Signore. 95. - Questo corpo ci è stato dato affinchè ci serva ad aiutare il prossimo. 96. - La base di tutto il mondo è il Prema del Signore. Per quanto uno sia intelligente e istruito, è una persona inutile se non ha amore nel suo cuore. 97. - Dio è Amore; Comincia il giorno con l'amore, riempi il giorno d'amore, finiscilo nell'amore: questa è la strada che conduce a Dio. 98. - Ama e rispetta i tuoi genitori, come devi amare e rispettare Dio; così la Grazia di Dio verrà a te anche se non la chiedi. 99. - E' imutile riempirvi la testa con la pura informazione e scienza; riempite invece di Prema il vostro cuore. A nulla serve imparare a memoria i Veda e le Sastra, se lo studio non vi serve a raggiungere i Pedi del Signore. 100. - L'essenza di tutti i Purana e dei Veda è questa: fa' del bene agli altri, ed astieniti da far del male agli altri. Far del male agli altri è il più grande " papa " ( peccato ) . 101. - Se non sei in grado di far del bene agli altri, cerca almeno di non fare loro del male e di non dar loro sofferenza morale. 102. Non dimenticate Dio e non temere la morte. Stai in attesa del gioioso momento della tua riunione a Dio: questa è l'immortalità. 103. - La Vidya viene arricchita da Vinaya, dall'umiltà. Sii umile e nobile. 104. - Se non raccogliamo informazione non ci è possibile avere la trasformazione. 105. - Quei segnali indicatori che sono i libri non fanno altro che dirci la strada, o la direzione per arrivare a destino; ma il viaggio bisogna farlo e sperimentare la gioia della vittoria. 106. La sapienza si acquista con l'esperienza. Se hai sperimentato la Gioia Divina cerca di trasmetterla ad altri per farli felici. 107. - Solo se fai quello che ti dice il Guru ne potrai sentire la presenza vitale nel cuore; allora egli sarà in te una presenza vivificante. 108. - Colloca " SAI " sull'altare del tuo cuore ( sul tuo Hrdhayastay ) e sarai " hai ", ossia felice e tranquillo sempre. OM SRI BHAGAVAN BABAJI SAY JAY ! OM OM OM >>>>>>>>>>>>>>><<<<<<<<<<<<<<< Induismo L'Induismo (o, secondo alcuni orientalisti italiani, più correttamente Hindūismo) tradizionalmente denominato Sanatana dharma (sanscrito सनातन धर्म, IAST Sanātana dharma, «Insegnamento eterno»), è una tra le più antiche delle principali religioni del mondo e, con circa 1 miliardo di fedeli, di cui 900 milioni in Indiani[2], è attualmente la terza più praticata, dopo il Cristianesimo e l'Islam. Dare una definizione unitaria dell'Induismo è difficile, poiché esso – più che una singola religione in senso stretto – si può considerare una serie di correnti religiose, devozionali e/o metafisiche e/o filosofico-speculative eterogenee, aventi sì un comune nucleo di valori e credenze, ma differenti tra loro a seconda del modo in cui interpretano la tradizione, e a seconda di quale aspetto diviene oggetto di focalizzazione per le singole correnti. Origine del termine e definizione dell'Induismo Il termine italiano «induismo», così come tutti i termini correlati al subcontinente indiano con cui condivide la radice, si fa derivare dall'antica parola utilizzata, fin dall'epoca Achemenide, per indicare il fiume Indo. Inizialmente il termine Hindū, prettamente geografico, non faceva quindi alcun riferimento a un sistema di credenze religiose: l'allargamento del suo significato ebbe origine all'epoca della diffusione del cristianesimo per designare gli indiani non convertiti, ovvero coloro che abitavano al di là del fiume Indo, nei territori ancora non sottomessi all'Islam. Dopo la colonizzazione britannica, il termine inglese Hinduism fu impiegato per indicare un insieme variabile di fatti religiosi e tradotto nelle principali lingue europee.
L'induismo, tradizionalmente denominato "Insegnamento eterno" in quanto non proveniente dall'esperienza umana, è peraltro più un modo di vivere, di pensare e di organizzare la stessa società in modo religioso, che una religione organizzata. Il riferimento tana Dharma indica che un "induista" è colui che crede alle credenze religiose riportate nei Veda (devanāgarī वेद, "sapere", "conoscere" riferito al sacro)[3]. I Veda sono tra le scritture religiose più antiche del mondo e il loro insegnamento complessivo indica nella natura dell'uomo una realtà sacra. Il divino è presente in ogni essere vivente. La religione induista è dunque una ricerca e una conoscenza di sé, una ricerca del sacro presente in ogni individualità. Tuttavia va riconosciuto il carattere profondamente etnico di questa fede religiosa. Tale base etnica è inequivocabilmente dimostrata dal fatto che presso i principali santuari dell'induismo [4], appartenenti a differenti darśana, possono avere ingresso solo gli indiani appartenenti ad un varṇa, a prescindere dalla loro fede religiosa, e non i non-indiani, anche se professanti una fede induista. Il più tardo Vedānta riconosce che ci sono molti approcci diversi a Dio, e tutti sono validi. Non importa quale genere di pratica spirituale si conduca, poiché ognuna conduce al medesimo stato di realizzazione del Sé. Così i Vedānta insegnano il rispetto di tutte le credenze e si distinguono dalla maggior parte delle altre fedi maggiori per il loro forte incoraggiamento alla tolleranza verso questi diversi sistemi di fede. In sanscrito, il termine Sindhu indica in senso generale una distesa d'acqua (un mare, o un lago), ed in particolare il fiume Indo. Gli Arya chiamavano il proprio territorio Sapta Sindhu, la terra dei sette fiumi (tra i quali appunto l'Indo), con un'espressione attestata numerose volte nel Rig-veda. Il suono /s/ (iniziale e intervocalico) in persiano antico diventa /h/, e così nell'Avesta Sapta Sindhu diventa Hapta Hindhu. La regione a est del fiume Indo diventa così l'Hindustan, e i suoi abitanti sono chiamati "hindu" (indù) dai Persiani e, più tardi, da Greci e Romani. L'utilizzo del termine hindu nell'accezione di "abitanti dell'India", probabilmente per influenza iranica, è attestato in alcuni testi medioevali in sanscrito, quali Bhavishya Purâna, Kâlikâ Purâna, Merutantra, Râmakosha, Hemantakavikosha ed Adbhutarûpakosha. L'induismo è definito anche "arya dharma", la religione degli Arya (e quindi nobile) e "Vaidika Dharma", la religione dei Veda. La tradizione induista Dare una definizione veritiera di induismo sembra un'impresa azzardata, tanto il concetto è complesso e multiforme. È dunque preferibile passare in rassegna l'induismo attraverso le sue idee e le sue pratiche. L'induismo esiste attualmente su due piani differenti, il primo basato puramente sulla fede e il secondo basato sulla filosofia, anche se spesso i due piani si incrociano.
Si contano tradizionalmente sei antiche astika o scuole di filosofia ortodosse (ortodosse perché accettano l'autorità dei Veda), dette Darshana o Shad Dharshana (le Sei Darshana): Nyaya, Vaisheshika, Samkhya, Yoga, Purva Mimamsa (o semplicemente Mimamsa) e Uttara Mimamsa (o Vedānta). Le nastika, o scuole non ortodosse, che non sono qui trattate, sono il giainismo, il buddhismo, il chārvāka, e l'ateismo antico classico dell'India che confuta l'esistenza dell'anima o Ātman.
Contrariamente all'opinione popolare, il vero induismo non è né politeista né monoteista, ma è propriamente una religione enoteista. Le diverse divinità e avatara adorati dagli indù sono considerati come diverse forme dell'Uno, il Dio Supremo, o Brahman, che egli adotta per rendersi accessibile all'uomo ( attenzione a non confondere Brahman, l'Essere Supremo e fonte ultima di ogni energia divina, con Brahma, il creatore del nostro universo particolare).
[senza fonte] Il Brahmanesimo, che è la forma moderna della religione vedica si divide in rami, essi stessi divisi in varie correnti:
Ciascuno di questi culti si pratica con i medesimi mezzi filosofici o di yoga, sono solo i loro metodi che differiscono. Questi culti non devono essere considerati come delle "chiese", perché non esiste alcun dogma, e perché le credenze individuali sono sempre rispettate. La maggior parte degli indù si considera non appartenente a nessuna "setta" in particolare. Ci sono altresì numerose organizzazioni riformatrici, come l'Arya Samaj ("Società degli Arya") che adottano il monoteismo e la fede nei Veda, ma respingono l'idolatria. I Vaishnava, che costituiscono approssimativamente l'80% degli indù di oggi, adorano uno dei tre più recenti avatar - o incarnazioni terrestri - di Vishnu come divinità principale. Il settimo avatar di Vishnu è Rama, l'ottavo è Krishna, e il nono cambia secondo le fonti: è identificato con Buddha nella grande maggioranza delle scuole, ma anche, più raramente e meno seriamente, con Gesù Cristo. L'integrazione di Buddha nel pantheon indù è comparsa tardi, probabilmente nell'VIII secolo; questo procedimento - in fin dei conti abbastanza ardito - è l'espressione della controriforma brahmanica al Buddhismo, iniziata nel II secolo a.C. Alcuni riconoscono tutti i personaggi menzionati come veri avatar, aumentando così il numero tradizionale di dieci avatar (incluso Kalki, che apparirà alla fine dell'era presente, il Kali Yuga) fino a 27. La maggior parte degli indù restanti (il 20% del totale) sono Shivaiti; il resto si consacra a Shakti, o Ishvari, una delle cui forme è la dea Kali, una divinità benefica e terrifica al tempo stesso. Tuttavia, solitamente, il credente induista possiede nella propria dimora le rappresentazioni (murti) di molte di queste (ed altre) forme di Dio (Īśvara). Credenze e pratiche comuni all'induismo Benché l'induismo sia il nome comune di un insieme di culti diversi, ogni indù condivide un nucleo di valori comuni. La somma di questi valori identifica il credente indù. Credenze di base e culto Nella estrema varietà dell'induismo si trovano dei valori comuni a tutti i credenti, ovvero:
La trasmigrazione dell'anima è regolata dal Karma: la filosofia del Karma è basata sulle azioni compiute dal soggetto, che resteranno impresse sulla sua anima (Ātman) dell'essere individuale (jīva), attraverso un ciclo di nascita e morte fino alla liberazione definitiva (mokṣa) La teoria secondo la quale ci si possa convertire all'Induismo è contestabile. Infatti l'Induismo non è una fede evangelica come il Cristianesimo o l'Islam essendo totalmente assente dagli scritti induisti il momento della conversione religiosa, per uno straniero l'essere o meno indù dipende dalla sua accettazione come parte della comunità induista. L'Induismo, infatti, riconosce come egualmente validi numerosi cammini spirituali. Peculiare è anche il fatto che, benché la mitologia indiana riconosca l'esistenza di esseri demoniaci (asura o rakshasa), opposti ai deva, la filosofia indiana non crede all'esistenza di un Diavolo, causa di tutto il male. Aum, solitamente translitterato in Om (ॐ), è il simbolo più sacro dell'Induismo, il suono primordiale, sintesi di ogni preghiera, rituale o formula sacra. È un segno carico di un messaggio simbolico profondo: è considerato come la vibrazione divina primitiva (Pranava) da cui ha avuto origine l'universo manifesto; rappresenta quindi la base metafisica di tutte le esistenze, l'abbraccio e fusione di tutta la natura nella Verità Ultima. Viene utilizzato come prefisso (e talvolta come suffisso) nei mantra, e in quasi tutte le preghiere della tradizione induista. Il Dio multi-forme ed il Dio "senza forme" Secondo alcuni non è corretto parlare di "Dio" in un contesto induista. Questo può essere vero solo in seguito ad un'analisi superficiale, poiché tale termine, nella cultura indù, può riferirsi tanto alla totalità del Divino quanto ai Suoi singoli aspetti: ad esempio, l'aspetto personale o quello impersonale, l'aspetto creativo o quello distruttivo, l'aspetto femminile o quello maschile, l'aspetto dolce o quello austero, l'aspetto trascendente o quello immanente, e così via. Questa tendenza a racchiudere in simbologie aspetti tra loro opposti e complementari spiega l'apparente contraddizione tra le varie forme di Dio venerate nell'Induismo. Ciò si riflette nel sistema delle murti (raffigurazioni di Dio o dei Suoi aspetti): per fare alcuni esempi, Devi (ossia l'aspetto materno/femminile di Dio), a seconda dell'aspetto che si vuole considerare, viene chiamata Kali (aspetto terrifico della Madre Divina che, per amore del devoto, distrugge i demoni) oppure Bhavani (aspetto creativo della Madre Divina, lett. "Colei che dà la vita"); e, allo stesso modo, Shiva (l'aspetto paterno/maschile di Dio) viene chiamato a seconda dei casi Hara (lett. Distruttore) o Shankara (lett. Benefico). I Veda descrivono il Brahman (/brəh mən/) come la Realtà Ultima, l'Anima Assoluta ed Universale. Il Brahman, un panteistico Spirito Cosmico, è indescrivibile, incorporeo, originale, infinito, assoluto, trascendente ed immanente, eterno. È il principio ultimo che non ha avuto inizio, non ha una fine, è nascosto in tutte le cose ed è la causa, la fonte, la materia e l'effetto di tutta la creazione conosciuta e sconosciuta. Esso è l'origine di tutti i Deva (esseri celesti), e rappresenta la base del manifesto e dell'immanifesto, uno stato indifferenziato di puro essere, eternità e beatitudine, situato al di là di qualsiasi speculazione filosofica o moto devozionale. Solitamente, con "Dio" in un contesto induista ci si riferisce al Dio-persona (generalmente chiamato Īśvara, che significa "il Signore Supremo"), o il Dio con una Sua individualità, con degli attributi, con Nomi e Forme (in sanscrito, nama-rupa), il Dio dotato di tutti i poteri, al tempo stesso immanente e trascendente, il Dio che per amore dell'uomo si incarna ed impartisce gli insegnamenti necessari per ottenere la realizzazione spirituale. Ishvara (nelle sue innumerevoli forme e nomi) costituisce l'aspetto supremo di Dio presso i principali culti devozionali (Bhakti o Bhakti Yoga) monoteisti, ovvero Shivaismo (monoteismo di Shiva), Vaishnavismo (monoteismo di Vishnu / Krishna) e Shaktismo (monoteismo di Devi, la Madre Divina, chiamata anche Shakti). È importante sottolineare, tuttavia, che nessuno di questi culti nega l'esistenza o la validità delle altre forme/nomi divini; ciò che varia in ognuno di essi è soltanto l'aspetto peculiare (di Dio) su cui ci si vuole focalizzare, per farne oggetto di devozione. Secondo la scuola di pensiero del Vedānta, in particolare secondo la filosofia Advaita (filosofia della non dualità), esiste un substrato metafisico di tutto ciò che esiste - su tutti i piani, grossolano, sottile e causale - un vero e proprio supporto situato al di là di ogni individualità, sia che essa riguardi l'anima individuale (detta Jīva) o quella universale (Ishvara, o Dio-persona). Questo substrato si trova oltre il mondo dei nomi e delle forme, ed è appunto il Brahman. Come ogni religione, l'induismo ha fondato la sua fede su un rituale funebre particolare e su una originale concezione della morte. L'induista crede nella reincarnazione e nella vita dopo la morte, dal momento che il corpo è considerato un mero involucro materiale temporaneo (samsara). Quando giunge il momento di lasciare la vita, l'anima o Ātman abbandona il corpo. Se ha accumulato karma attraverso troppe azioni negative, l'anima si incarna in un nuovo corpo su un pianeta come la terra o inferiore, come l'inferno (Naraka), per subire il peso delle sue malvagie azioni. Se il suo karma è positivo, vivrà come un essere divino, o deva, su uno dei mondi celesti (superiori alla terra, come il paradiso o Svarga) nei quali sperimenterà grandi piaceri spirituali, fino al momento in cui il suo karma positivo non sarà esaurito; allora l'anima ritornerà in un altro corpo sulla terra, facendo parte di una casta (o classe sociale) spiritualmente elevata. Questo ciclo è chiamato Saṃsāra. Quando il karma viene completamente assolto, l'anima abbandona definitivamente il mondo fisico (fatto di sofferenza, poiché soggetto a malattia, vecchiaia e morte) e può infine raggiungere la liberazione, Moksha, ovvero l'unione con Dio. Ma per realizzare questo obiettivo e spezzare il ciclo perpetuo di morte e rinascita, l'indù deve vivere in maniera che il suo karma non sia né negativo né positivo, ovvero agendo solo per dovere (Dharma), senza scopi egoistici, ed offrendo a Dio il frutto delle proprie azioni, così come prescrive la Bhagavad Gita; quest'ultima insegna vari metodi, detti Yoga, tramite cui giungere a questo risultato, lasciando all'individuo la scelta del metodo che gli si addice di più, secondo le diverse scuole di filosofia indiana. Oggi, il credente indù, dal momento che vive in un'epoca estremamente materialista, chiamata Kali Yuga (lett. era delle tenebre, l'era attuale, caratterizzata da una diffusa ignoranza spirituale), preferisce scegliere sentieri spirituali semplici ed efficaci, come ad esempio quello del Bhakti Yoga (la via della devozione) o del Karma Yoga. I quattro stadi della vita Secondo la tradizione vedica, l'uomo deve attraversare quattro stadi della vita o ashram (l'altro significato di questa parola designa un eremo di sannyasi). Questi quattro periodi della vita sono:
I quattro scopi della vita In parallelo ai quattro periodi della vita indù, l'induismo ritiene che esistano quattro scopi all'esistenza o purushārtha. Poiché i desideri umani sono naturali, ciascuno di questi scopi serve a perfezionare la conoscenza dell'uomo dal momento che, tramite il risveglio dei sensi e la sua partecipazione al mondo, ne scopre i princìpi. Ciò nonostante, l'indù deve guardarsi dall'essere affascinato da questi scopi, sotto la pena di errare senza fine nel ciclo del Saṃsāra. Gli scopi sono:
La svastikā, più conosciuta con il nome di croce uncinata, è il simbolo stesso dei quattro periodi e scopi della vita. Questo segno, di origine molto antica, si ritrova in molte civiltà e simboleggia la rivoluzione del sole e le forze cosmiche. I quattro bracci simboleggiano gli oggetti e le stagioni della vita che convergono verso il medesimo centro, chiamato bindu. Questo punto centrale, che rappresenta l'etere, il quinto elemento, si irradia sugli altri quattro, così come sui punti cardinali, sugli scopi e sulle stagioni della vita umana. Comprendere questo simbolo e meditarvi permette di realizzare l'unità dell'universo e di Dio. La vita sociale-Le quattro classi della società La società indù è tradizionalmente divisa in quattro grandi classi o caste, basati sulle professioni e sul guna da cui sono influenzati:
Queste classi sono chiamate varna, ed il sistema sociale è il Varna Vyavastha In India si ritiene che la società sia organizzata secondo l'equilibrio del dharma. Questa organizzazione permette l'armonizzazione dei rapporti tra gli uomini e la definizione dei doveri che spettano loro. Questa preoccupazione per l'equilibrio ha un'origine dottrinale, perché essa corrisponde, di fatto, al simbolismo dei Guna, o qualità/sapori. Ai tre Guna corrispondono i tre colori che sono ciascuno associato ad una casta. All'origine, l'indù non nasce in una casta: acquisterà la sua casta in funzione del ruolo e delle responsabilità che sarà condotto a ricoprire. Molti testi mitologici denunciano l'usurpazione del titolo di brahmino da parte di certi personaggi che, sotto la copertura della nascita, approfittano di uno status importante senza compiere i propri doveri. Non è chiaro se il sistema delle caste sia o meno parte integrante dell'induismo: i testi Shruti ne fanno raramente menzione, il sistema è invece regolato dai testi Smriti. In precedenza, il sistema era basato esclusivamente sulla professione, e vi sono decine di esempi di matrimoni tra differenti varna e di cambi di professione. Più tardi (sembra intorno al 900 a.C., ma gli storici avanzano differenti ipotesi), invece, il sistema diventò rigido e basato sullo status acquisito per nascita. Successivamente, con lo sviluppo di numerose sotto-caste e di una casta di intoccabili (Dalit) al di fuori del Varna Vyavastha, è nato il sistema delle caste così come lo conosciamo oggi. In seguito alle invasioni e alla colonizzazione britannica, la regola si è fatta ancora più stretta a vantaggio delle caste superiori, relegando i shudra alla posizione di dominati. Dopo l'indipendenza del 1947, anche grazie all'opera di Gandhi, vengono emanate molte leggi per sradicare il sistema delle caste, ma ancora oggi esistono diversi pregiudizi, soprattutto nei confronti degli "intoccabili". I Templi I templi indiani (i Mandir) hanno ereditato dei riti e delle tradizioni antiche e molto elaborate, ed occupano uno spazio speciale all'interno della società indiana. Normalmente sono dedicati ad una divinità principale e a delle divinità subalterne, associate alla divinità principale. Alcuni templi sono tuttavia dedicati a divinità multiple. Quasi tutti i templi maggiori sono costruiti in accordo con gli agama shastra, e sono meta di pellegrinaggio. Per molti induisti, i quattro Shankaracharya (i responsabili dei monasteri di Badrinath, Puri, Sringeri e Dwarka - quattro tra i monasteri più sacri- e per alcuni anche un quinto, quello di Kanchi) sono considerati come i principali "patriarchi" dell'induismo. Il tempio è un luogo per ricevere il darshan (la visione della divinità), per la puja, per la meditazione e per altre attività religiose. La puja, o adorazione, è generalmente rivolta ad una murti (statua o icona nella quale si invoca la presenza divina), congiuntamente a canti e preghiere sotto forma di mantra. L'adorazione delle murti è fatta quotidianamente all'interno dei templi, e fa parte integrante della bhakti. La maggior parte delle case indù ha una stanza o uno spazio consacrato per l'adorazione quotidiana e la meditazione religiosa. La non-violenza e la dieta vegetariana Ahimsâ è un concetto che raccomanda la non-violenza e il rispetto per tutte le forme di vita. Il termine ahimsâ compare per la prima volta nelle Upaniṣad e nel Raja Yoga, è la prima delle cinque yama, o voti eterni, le restrizioni dello Yoga. Molti induisti praticano il vegetarismo come una forma di rispetto per ogni forma di vita senziente. Esso inoltre è raccomandato per le sue virtù purificatrici (sattva) come un modus vivendi sano e igienico. Il 40% della popolazione indiana (ed il 55% dei brahmana) adotta una dieta vegetariana, soprattutto nel Rajasthan (63%), Haryana (62%), Punjab (48%)[6]. Questa dieta è basata principalmente su latte e vegetali; qualcuno evita anche l'aglio e la cipolla poiché si crede abbiano proprietà rajasiche, vale a dire passionali.[7] Gli induisti che mangiano la carne per lo più si astengono dal consumo di carne bovina e dall'utilizzo di prodotti come il cuoio. La maggior parte degli indù considera infatti la mucca come il miglior esempio della benevolenza degli animali e, poiché è l'animale più apprezzato per il latte, è riverito e rispettato come una madre. Di conseguenza nella maggior parte delle città sante indiane è vietata la vendita di carne di mucca (spesso di qualsiasi tipo di carne) ed esistono divieti sull'abbattimento delle mucche in quasi tutti gli Stati dell'India. La pratica di sacrificare delle capre o altri animali nei templi della Dea madre è scomparsa a causa delle critiche. La religione vedica: le origini dell'Induismo Restano pochissime informazioni sull'Induismo primitivo. I documenti più antichi conosciuti sono i Veda, che si ritiene siano stati codificati nella loro forma attuale secoli prima delle prime versioni scritte note e trasmessi con esattezza per tradizione orale. I testi più antichi sono scritti in una variante arcaica di sanscrito, e presentano delle somiglianze con i testi dello Zoroastrismo. Di fatto, il sanscrito e l'avestico, la lingua dello Zoroastrismo, sono lingue molto vicine. L'età dei Veda e l'origine dei loro autori sono dei soggetti controversi, sebbene appaia chiaro che la religione vedica avesse tratti molto arcaici, strettamente connessi con l'arcaica società indoeuropea. Le scritture sacre Le scritture sacre dell'India antica si classificano in tre categorie: i Veda, le scritture della religione vedica, da cui deriva l'induismo moderno, le scritture induiste post-vediche, e le scritture dei movimenti dissidenti come il jainismo ed il buddhismo. Questi ultimi testi costituiscono una reazione ai Veda, ma vi restano fortemente legati in termini di insegnamenti e di concezione generale della vita. Qui verranno esaminate solo le prime due categorie. La Shruti: I Veda I Veda sono considerati i testi religiosi più antichi del mondo, e vengono definiti in sascrito "Śruti" o "Shruti" (ciò che è stato ascoltato/rivelato). Si dice infatti che siano stati rivelati dallo Spirito Supremo (Brahman) o da Dio ai rishi, durante uno stato di meditazione profonda. I Veda sono stati tradizionalmente trasmessi oralmente da padre in figlio, da maestro (guru) a discepolo. Successivamente vennero trascritti da un saggio chiamato Vyāsa o Vyāsadeva, il compilatore. Sulla base di vari indizi e riferimenti interni ed esterni ai testi, i ricercatori hanno avanzato ipotesi molto diverse sulla datazione dei Veda, dal 5000 al 1500 a.C. Secondo la visione induista tradizionale, i Veda sono senza inizio né fine, e le verità in essi contenute sono eterne, e non sono creazioni umane, a differenza degli insegnamenti di Buddhismo e Giainismo. La tradizione vuole che i Veda siano stati suddivisi in quattro parti dal grande rishi di nome Vyasa, ovvero Rig Veda, Yajur Veda, Sama Veda e Atharva Veda. Il Rig-Veda contiene dei mantra per invocare i deva per il rito del sacrificio del fuoco (Yajña); il Sama-Veda contiene dei canti per lo stesso sacrificio; lo Yajur-Veda contiene delle istruzioni per la celebrazione di riti; l'Atharva-Veda comprende dei carmi filosofici e semi-magici (contro i nemici, le malattie, e gli errori commessi durante i riti). Ciascuno è diviso in quattro sezioni:
I Veda sono testi pieni di misticismo e di allegorie. Molte scuole filosofiche come l'Advaitismo incoraggiano ad interpretarli filosoficamente e metaforicamente, ma a non prenderli troppo alla lettera. Il suono dei mantra è considerato purificante, e per tale motivo c'è un'attenzione rigorosa per l'erudizione e la pronuncia corretta. La religione vedica, in particolare durante il suo periodo arcaico, era differente dall'induismo attuale per numerosi aspetti, tra i quali, ad esempio, il riferirsi alle donne come autorità religiose (con l'esistenza di donne rishi), l'apparente mancanza della credenza nella reincarnazione, ed un pantheon differente (con Indra a capo degli Dei). La Smriti: Le scritture post-vediche I testi sacri più recenti dell'induismo sono denominati "Smṛiti" o "Smriti" (ciò che è ricordato, memoria, tradizione). Mentre la letteratura "Shruti" è scritta in sanscrito vedico, la Smriti è scritta in sanscrito classico, più semplice e comprensibile, o in prâkrit, la "lingua comune". Maggiormente accessibile a tutti, la letteratura Smriti ha conosciuto una grande popolarità all'interno di tutta la società indiana sin dalle origini. Anche oggi la maggior parte del mondo induista ha più familiarità con la Smriti, divulgata anche attraverso telefilm, film, rappresentazioni, balletti, dipinti, sculture, racconti, ed altre forme artistiche, a differenza di una Shruti divenuta di esclusiva pertinenza dei brahmana. La Smriti, con le sue storie di re, eroi e Dei, corrisponde dunque alla letteratura popolare, ed assolve ad una funzione didattica e divulgativa, malgrado, in caso di apparente contraddizione, la Shruti venga riconosciuta come prioritaria. La letteratura Smriti comprende:
La filosofia dell'induismo [Per approfondire, vedi Vedanta, Advaita Vedanta, YOGA e Darshana] Peculiare dell'induismo è il suo intimo legame con la filosofia e con la scienza in generale (sia scienze sociali che fisiche). Contrariamente all'Occidente, in cui infatti numerosi furono i conflitti ed i punti di attrito tra Scienza e Religione, l'induismo accetta e digerisce ogni nuova scoperta, inglobandola nel proprio sistema filosofico. In un testo di mitologia sono così presenti informazioni di teologia, astronomia, filosofia e molto altro ancora: leggere un Purāṇa (ad es. il Bhāgavata Purāṇa) è prima di tutto leggere un'enciclopedia. Gli studiosi distinguono due filoni filosofici principali: le filosofie astika, che riconoscono l'autorità dei Veda (ossia le sei darshana: Samkhya, Nyaya, Vaisheshika, Purva Mimamsa, Yoga e Vedānta), e le filosofie nastika, che invece li respingono (Giainismo, Buddhismo, Chārvāka ed Ateismo). Purva-Mimamsa L'obiettivo principale della scuola del Purva Mimamsa è quello di stabilire con forza l'autorità dei Veda. Il contributo più rilevante della scuola, di conseguenza, è quello di avere formulato delle regole d'interpretazione dei Veda. I suoi aderenti hanno creduto fermamente che la vera conoscenza fosse provata con evidenza, ed hanno cercato di scoprire la base del ritualismo vedico attraverso la ragione. La Mimansa forma la base del ritualismo nell'induismo contemporaneo, che appare spesso affatto politeista. Yoga Nell'induismo lo Yoga è una disciplina sia fisica che psicologica che spirituale. La parola yoga significa unione, ed è generalmente interpretata come l'unione con Dio,con l'assoluto, l'integrazione tra corpo, spirito e anima, ma il significato letterale è "unione tramite soggiogamento", in quanto la radice sanscrita yug indica il "soggiogare", per cui viene anche interpretato come l'unione dovuta allo spirito che soggioga la materia, ovvero il corpo, la manifestazione materiale. Scopo dello yoga è il Mokṣa, la liberazione dal (samsara), la ruota eterna delle rinascite, e quindi dalla reincarnazione stessa, come conseguenza dell'annullamento del (karma) accumulato in vita. La liberazione, a sua volta, è conseguenza diretta del raggiungimento del samadhi assoluto (senza seme, senza oggetto), ovvero l'ultimo passo di tutto il cammino dello yoga. Lo yoga cerca di raggiungere la liberazione attraverso il distacco dello spirito (purusa) dalla natura materiale (prakŗti), ovvero attraverso la liberazione dello spirito dall'inganno di identificarsi con la manifestazione materiale, considerata la causa prima di tutte le sofferenze umane è infatti proprio l'ignoranza, da leggersi come ignoranza ontologica, chiamata (avidya). Gli strumenti messi a disposizione, secondo la codifica di (Patanjali) contenuta nello (Yoga Sutra), il più antico trattato scritto di yoga, sono la meditazione, gli esercizi fisici e respiratòri e spirituali. In tutto vengono elencati otto passi della disciplina, che pende il nome di (astanga yoga) (yoga in otto parti): (yama) e (niyama), le pratiche etiche(asana), le posture fisiche (pranayama), la scienza del respiro e dell'energia (prana), (pratyahara) ovvero il ritiro dei sensi, che compongono lo yoga cosiddetto esterno, e poi le tre membra dello yoga interno (antar yoga), ovvero (dharana) il mantenimento della concentrazione, (dhyana) la meditazione, e il (samadhi), la beatitudine (ananda) che può differenziarsi in 'con seme', ovvero in cui c'e' ancora una traccia di manifestazione materiale nella coscienza, o 'senza seme', dove lo stato di beatitudine è assoluto, perché il tutto è oggetto stesso e insieme soggetto del momento meditativo. Uttara-Mimamsa o Vedānta La scuola dell'Uttara-Mimamsa (sanscrito "Uttara", posteriore), chiamata anche Vedānta, è probabilmente il pilastro centrale dll'induismo, ed è stata certamente responsabile di un nuovo insegnamento filosofico e meditativo, del rinnovamento e della rinascita dell'induismo e della filosofia indiana. Esistono sei sotto-scuole del vedānta, la più celebre delle quali è l'Advaita vedānta fondata da Adi Shankara. I Vaishnava, adoratori di Krishna, seguono un'altra scuola del vedānta, l'"Acintya Bhedabheda", fondata da Caitanya Mahaprabhu, in forte disaccordo con l'Advaita Vedānta. L'induismo nel mondo L'India, Mauritius ed il Nepal sono nazioni a maggioranza induista. Il Nepal fino all'avvento della repubblica è stata l'unica nazione in cui l'induismo era la religione ufficiale. L'Asia del Sud Est è diventata in larga parte induista dopo il III secolo, e fece parte dell'Impero Chola intorno all'XI secolo. Quest'influenza ha lasciato numerose tracce architettoniche, come la famosa città-tempio di Angkor Vat o tracce culturali come le danze del Bharata Natyam e del Kathakali. L'isola di Bali è a maggioranza induista, nel mezzo dell'arcipelago indonesiano, a maggioranza islamica. La stessa Indonesia ha conservato come proprio simbolo nazionale Garuda, il gigantesco uccello che trasporta Vishnu. Si trovano altresì minoranze induiste in molti paesi: Bangladesh (11 milioni), Myanmar (2,1 milioni), Sri Lanka (2,5 milioni), Stati Uniti (1,7 milioni), Pakistan (1,3 milioni), Sud Africa (1,2 milioni), Gran Bretagna (1,2 milioni), Malesia (1,1 milioni), Canada (0,7 milioni), Fiji (0,5 milioni), Trinidad e Tobago (0,5 milioni), Italia (0,5 milioni) - cfr. Induismo in Italia -, Guyana (0,4 milioni), Paesi Bassi (0,4 milioni) e Suriname (0,2 milioni). Personalità legate all'Induismo: (in ordine alfabetico)
Note
Bibliografia
Voci correlate
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