giovedì 23 agosto 2012

VOCI DAL MONDO - VIDEO - PROSA


 


http://www.riflessioni.it/video.htm =
 
> (Video diretto - Cliccare qui) 11 Settembre. Quattro anni dopo
E' il primo filmato italiano sull'11 Settembre. Anche se non è ancora nella sua versione definitiva (che sarà approntata per fine anno), è già un documento completo (32 min.), in grado di fornire un valido appoggio a chi critica la versione ufficiale dei fatti di quel giorno...
28/09/2005 - fonte:
www.luogocomune.net - filmato reso disponibile da Arcoiris Tv
 
 >Sento un tremendo bisogno di amore... Prima e seconda parte  (solo audio)
La voce di J. Krishnamurti da: "Domande e Risposte" - Saanen (CH) 1983 traduzione e over voice: Giovanni Turchi Ed. AEQUILIBRIUM

 
 >Il Cardinale Ersilio Tonini risponde alla domanda:
Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere? (solo audio)
      Trascrizione intervista completa su: Riflessioni sul Senso della Vita

 
 >Cosa c'è dopo la morte?  Video intervista a Luciano De Crescenzo
 
 >Filosofia o Teologia?  Video intervista a Luciano De Crescenzo
 
 >Il significato della Filosofia  Video intervista a Luciano De Crescenzo
 
 >L'Anima    Intervista a Gabriele La Porta.
 
 >Padre Davide Maria Turoldo
Grande insegnamento del frate servita.
          L'intervista è tratta da: "Io... se fossi giovane" - Regia Russo Mimma
          Prod. Fondazione IN GIOCO - 1990


> Guerra del Vietnam
Video testimonianza di un fotografo che partecipò alla guerra nel Vietnam.

 
> Nativi Americani
Interessante testimonianza di un capo indiano che ci racconta la sua infanzia e di come oggi vivono i nativi americani.

 
> Pellerossa Russi di Ivo Nardi
      Questo video mette in evidenza la straordinaria somiglianza nei tratti somatici tra le popolazioni dell'Asia centrale e quelle dei nativi americani.
      Immagini girate in Tagikistan e Kirghizistan.

 
> Racconto di Luis Sepulveda
Luis Sepùlveda racconta una sua esperienza tra gli indigeni dell'Amazzonia.

 
> La Sindrome di Gerusalemme di Paolo Brunatto
 
 > La processione

 
Dino

  di Drazan Gunjaca

Drazan Gunjaca (1958, Sinj, Croazia) è autore di molte opere anti - belliche premiate, come il romanzo CONGEDI BALCANICI (premio internazionale Premio Satygraha 2002, Italia, tenuto sul tema della pace) e il dramma ROULETTE BALCANICA (patente del Parlamento europeo al concorso internazionale ANGUILLARA SABAZIA CITTÀ D'ARTE 2003, Italia), il premio per il teatro al concorso IL VIAGGIO INFINITO 2003 (Italia), e i premi ai concorsi CESARE PAVESE - MARIO GORI 2003 (Italia), PREMIO CARVER 2003 (Italia).
 
Non ho scritto nulla da mesi. A dire la verità, non ricordo l’ultima volta che mi sono messo a scrivere. Dapprima scrivevo per riflettere sulla realtà in cui vivo, più tardi, è stata la stessa realtà a riflettersi su quello che scrivevo, il che raramente può finire bene. Purtroppo, non sono stato un’eccezione a questa regola mai scritta, anche se ho cercato di esserlo… Come ho detto in uno dei miei libri, le eccezioni confermano la regola, ma per quando agguanto lo status di eccezione, mi avranno già distrutto.
      Comunque, questa non è la mia storia. Non è neanche un racconto. È… non ho la più pallida idea di cosa sia. So soltanto che stamattina non ho bevuto il solito caffè, senza il quale non connetto, non funziono. Non funziono nemmeno ora. Dunque, mentre ero seduto a un tavolo sulla terrazza del solito bar, aspettando con ansia il mio primo caffè, ho assistito a una scena di fronte al bar superata soltanto dal destino stesso.
      Conosco Dino da parecchio tempo. Dino è parte dell’inventario di questo bar e dei negozietti circostanti. Tanto che nessuno lo nota più. Gira sempre intorno a noi, qualche volta gli paghiamo da bere, scambiamo qualche frase senza senso… Nessuno sa precisamente quanti anni ha. Probabilmente venticinque o ventisei. Dino è cerebroleso. Dalla nascita. Una forma “leggera”. Di quelle che non ti costringono su una sedia a rotelle. Dino sorride sempre, anche se nessuno sa perché. Ma poi, già che abbiamo perso l’ottimismo, è bello vedere una faccia sorridente, anche se non sappiamo cos’è che lo mette di quest’umore poco comune. Dino è… Dino.
      Come ogni mattina, Dino era qui anche questa volta. Accanto a noi. Quasi. Stava seduto una decina di metri più in là, accanto all’edicola, sullo sporco ripiano di cemento, e piangeva. Piano, sotto voce, con un’espressione strana… un dolore che nessuno capisce. Nessuno sapeva perché stesse piangendo. Ho aspettato che smettesse, che mi sorrida, per poter finalmente bere quel caffè che era sul tavolo da un bel po’… Inutile. Dino continuava a piangere. Poi ad un tratto, unì le mani come se stesse pregando… Il primo sorso del caffè ormai freddo mi andò di traverso.
      Mi alzai. Tra una decina di minuti avevo un’udienza in tribunale. Fratello e sorella, ambedue anzianotti, querelano per 4 metri quadrati di cortile… gran cortile. Una di quelle cause assurde che ti fanno arrivare alla pensione. Appena finita l’udienza, tornai allo stesso bar. Non lo so perché. Dino non c’era più. Nessuno sapeva dove fosse andato. Alla mia domanda tutti scuotevano la testa disinteressati.
      Senza prendere niente al bar mi incamminai verso l’associazione cittadina dei cerebrolesi gestita da un mio amico. Dovevo raccontare tutto questo a qualcuno. Mi squadrò con compassione, e il sorriso mi ricordò qualcuno…
Dino ha soltanto vent’anni e nessun amico. Dino vuole bene a tutto intorno a lui, ma… Dino vuole bene persino a una ragazza accanto alla cui bancarella passa ogni giorno, ma lei non nota nemmeno la sua esistenza. Dino non vivrà mai i primi baci, quella passione sconosciuta che sale dal profondo dello stomaco e colpisce dritto in testa… Non avrà mai la patente di guida per guidare una di quelle automobili veloci che guarda sfrecciare accanto a quel ripiano di cemento… Non avrà mai… Dino ha tentato di suicidarsi già un paio di volte.
      Giro in macchina per le strade della città, senza meta, ascoltando il notiziario alla radio. Lo speaker parla con voce da automa della volontaria italiana rapita in Afghanistan… L’hanno rapita per far liberare gli amici dalle prigioni locali, amici criminali. Già, i criminali non hanno problemi con gli amici. Lo speaker parla della possibilità che la volontaria sia stata uccisa… Perché faceva del bene. Spero tanto che sia ancora viva. Almeno questo. Se no, dovremmo togliere tutte le targhe con i nomi delle vie che onorano i vari capi militari conosciuti o meno, e rimpiazzarli col nome della volontaria rapita. E di altri come lei. Per far sì che queste targhette insignificanti che in genere ignoriamo, ci ricordino almeno qualche volta che siamo solamente esseri umani e che un giorno potremmo aver bisogno di quelle persone che sanno quanti anni ha Dino e…
Mio Dio, in che razza di mondo viviamo. E quanto è colpa nostra se è ridotto così.

 
Drazan Gunjaca
www.drazangunjaca.net

In Affitto
di Susanna Garavaglia

E' Fiammetta che si prende cura di noi, dal mattino alla sera. Poi, la notte, ci dorme accanto e veglia sul nostro sonno. Se non ci fosse lei noi saremmo perdute, abbandonate. Per questo e per il suo sorriso noi tutte le vogliamo un gran bene.
  Qualche volta d'inverno quando lei già dorme e noi abbiamo gli occhi aperti parliamo a lungo del nostro futuro: prima o poi Fiammetta se ne andrà e ci lascerà sole. Vuoto. Se non ci pensiamo, però, non lo facciamo esistere , questo senso di vuoto. Quello che siamo è anche come pensiamo e se la luce entra in noi, noi ci facciamo luce. Meglio non pensare al buio.
  Fiammetta non dimentica mai nulla e ci tratta come regine: ogni mattina, quando alza la saracinesca, siamo già tutte pronte, disposte con arte l'una vicina all'altra. Come per uno spettacolo. I nostri abiti allineati, sistemati per fogge e colori: tutti appesi ben stirati fanno invidia alle boutiques di moda, anzi alle grandi sartorie. Tessuti damascati vellutati stampati a righe spigati morbidi . Abiti da cerimonia da passeggio da sera lunghi corti attillati abbondanti. Biancheria da far girar la testa, ben stirata e inamidata. Facciamo a gara per delle coulottes di pizzo o per una camicia damascata. Amiamo farci vedere così sensuali. Anche noi. E poi le scarpe, da ballo da camera da passeggio da sport di vitello di cuoio di capretto di raso. E i guanti.. imbottiti traforati scamosciati di seta.
  Ma il pezzo forte il pezzo forte sono i cappelli. Pensate che c'è gente che viene apposta qua da noi solo per quelli. All'inizio, quando me ne accorsi, ci rimasi un po' male: credevo di essere più attraente io, magari con un abito provocante.. e invece sembra che i cappelli abbiano ...abbiano qualcosa di speciale. Di paglia di feltro di panno. Ce n'è per tutti i gusti, con balze velette nastri merletti fiori. E le parrucche.. brune castane bionde corvine a riccioli con trecce frangette lisce corte lunghe.
  Non bastano parole . Non bastano per il nostro mondo in vetrina.
  E' dolce Fiammetta perché ci mette in mostra, ci pettina e ci trucca bene, ci aiuta ad indossare abiti adatti ad ogni occasione: i clienti non mancano, ma noi sappiamo che , terminato il servizio, torniamo da lei. Non ci vende a nessuno, ci affitta soltanto. E a noi va bene così, perché sappiamo di essere delle privilegiate. Le altre vengono vendute al primo cliente, basta che paghi. Finiscono chissà dove, magari per poche lire. Qualche volta per sempre. Dio mio, che ne sarà di questo loro sempre eternamente venduto? Fiammetta , attenta, seleziona i clienti e non ci perde d'occhio. Al massimo tre giorni, al massimo tre giorni e ritorniamo qua.
  Ci sono clienti che vengono fin qui da ogni parte del mondo, anche solo per guardarci in vetrina o, più da vicino, nella sala di culto. Le transenne ci dividono da quegli occhi che hanno pagato solo per posarsi sulle nostre forme. ma non ci possono toccare, no questo no, non possono farlo. C'è Fiammetta che veglia su di noi così piena di amore. Ieri un uomo cisposo truce volgare mi ha adocchiato torvo. Io dicevo ti prego ti prego Fiammetta non mi mandare da lui non mi mandare e il suo sguardo affondava nel mio seno. Non mi mandare, Dio mio, fa che non voglia me che non mi porti in una camera grigia e sporca come lui magari tra lenzuola sporche , Dio mio, ti prego, Fiammetta, aiutami, ti prego. Quando quell'uomo schifoso allungò la sua mano per tastarmi lei frappose il suo corpo tra noi. E lo mandò via. Io amo Fiammetta. E un giorno lei non ci sarà più.
  Qualche volta vengono da noi anche dei minorenni. E allora dobbiamo darci un tono, fingere di essere più serie, più dolci, oppure più gioiose. E ci facciamo bimbe anche noi intrecciando i nostri sguardi con i loro e raccontandoci lunghe storie. Ecco, quando vengono persone così giovani entriamo in crisi perché ci mettiamo a pensare alla loro sorte e non possiamo che piangere, anche se le nostre sono lacrime nascoste. Cresceranno e in un soffio non saranno più. La vita dell'uomo si consuma nell'attimo di pura illusione. Tutto muta ad ogni svolta.
  Noi conosciamo la nostra immortalità. La nostra vita è qualcosa d'altro, qualcosa di più. Al centro del creato, siamo regine.
  Una signora mi addita a Fiammetta, vuole me, proprio me. Anche la sua auto è elegante come lei. Dal finestrino vedo tutta la città: Fiammetta non ci impacchetta mai, ci manda via come siamo per ricordare alla gente che non siamo in vendita. Ha l'aria triste ma avrò tempo per studiarla meglio. Preferisco andarmene via con una donna. Ed immagino le sfumature del nostro incontro, i mille perché di più che ci potremo domandare , le emozioni moltiplicate. Con un uomo tutto è più piatto. Prima di scendere dalla macchina mi prende tra le braccia. sento il suo corpo, caldo , il suo seno morbido. Mi piace. Mi piace. Entriamo in casa. Mi piace. Staremo bene insieme. Mi accomoda su una sedia. Mi lascia qui? Mi ha lasciato sola. Staremo bene insieme. Ora torna. Mi piace. Mi riprende tra le braccia. Mi piace. Ecco,mi piace ma capisco. Non mi ha affittato per lei. Peccato, stavo provandoci gusto. Non sono per lei. Speriamo che non si tratti di un uomo come quello cisposo di ieri. Non sono per lei, ancora un momento tra le sue braccia a sentire il suo profumo che mi penetra. Sono per Dada, sua figlia. Ho capito, siamo alle solite. Una bimba. Eppure Fiammetta lo sa che preferisco gli adulti. Si chiama Dada, la figlia. E' malata. Le domestiche parlavano tra di loro, hanno detto che le rimangono pochi giorni di vita. Di vita. Sono stata scelta per accompagnarla sulla soglia. Mi stringe a sé. Sento calore, ma non è febbre. Credo si tratti di amore.
  Dada non sa di essere entrata nel mio campo energetico: ora ogni sorriso sbadiglio parola dipenderanno unicamente da me. Sarò io a farla vivere o a lasciarla morire. Voglio conoscerla meglio poi deciderò.
  E' da ieri che sono con lei. Mi piace, è più simile a me che a sua madre. Anche se la mamma mi piace,ma io mi piaccio ancora di più. Vedo in lei la forza di esistere ad ogni costo. Non vuole morire. Ha già compiuto la sua scelta. Vivrà, credo proprio che vivrà. ha deciso così ed io mi impegno a farla vivere.
  Dada ha superato la crisi e i medici parlano di miracolo. Non sanno che si tratta di desiderio. Intenso desiderio. Le ho insegnato a spostarsi da una vita apparente nella dimensione della vita reale. Ora si vuole bene. per questo vivrà.
  Mi hanno riportato da Fiammetta. Sono stanca, devo caricarmi di energia. Già qualcuno mi vuole. Non si può, è contro le regole, quando torniamo da una trasferta abbiamo diritto ad un giorno di riposo. Eppure, ma non si può, perché lo fa? eppure Fiammetta mi allunga ad un uomo. Sono stanca, vorrei rimanere qui a riposare, a parlare con le altre.
  Mi ha portato tra le braccia di sua moglie. Mi ha buttato in un angolo del letto, non mi vuole. Preferisce morire, lo leggo negli occhi. Cosa posso fare io per lei? Cerco di attirare il suo sguardo dal mio angolo abbandonato ma lei non si accorge nemmeno più di me. Gli uomini, le donne sono presuntuosi, credono di essere al centro dell'universo. Si sbagliano: il mondo è stato creato per noi. Loro sono soltanto un nostro sogno E intanto ho catturato per un momento il suo sguardo. Messaggi mentali. E lei li scambia certamente per pensieri dal profondo del suo animo. Il suo mondo sotterraneo non esiste. E' il mio che la penetra. ma lasciamo che lei creda di pensare.
  Rassegnazione. E' inutile che continui a rimanere attaccata a questa esistenza. Può cambiare vita, voglio lasciarla andare. Qui la sua vita è solo apparente, oramai. E' solo un poco della mia energia che io le ho donato e che lei sta tramutando in pensieri.
  Presto mi risveglierò dal mio sogno e lei morirà, puntuale, al mio risveglio: perché la vita degli uomini non esiste, è solo uno dei sogni di noi bambole.

Susanna Garavaglia

E se uscissi da sola?

di Susanna Garavaglia

 
E se uscissi da sola? Si chiese mentre stava iniziando a piovere e ogni goccia le rammentava un sorriso.
 
Questo è per Angelo, questo per Lucia e questo è per nonna Bice. Già, chissà che fine aveva fatto la vecchia nonna Bice.
 
Ma non era questo il momento di ricordare, si trattava ora di creare.
 
Da sola avrebbe solcato più in fretta i valichi dei monti e , attraversando l’oceano sarebbe arrivata là prima di sera. Se avesse portato con sé tutti gli altri avrebbe rischiato di tardare di qualche ora. Erano tutti così lenti. Va bene, andrò e si affrettò lungo Rue Mouffetard respirando l’odore agrodolce di Parigi, poi dopo pochi passi si ritrovò in piazza di Spagna. Com’è bella Roma,’ pensò tra sé ed intanto già era nel Magreb a giocare con le nuvole. Ha smesso di piovere, gridò eccitata mentre la gente del New Mexico la guardava stupita. Già, era uscita di casa con i baffi finti. Non sto a riportarli a casa, farei tardi e mentre pensava così un poliziotto di un quartiere londinese le offrì il te. Già le cinque! mormorò tra sé mentre attraversava il lago di Garda - Farò tardi anche da sola, aggiunse mentre camminava per la Piazza del Comune in Assisi. Ma che importa.
 
E si accorse che il tempo non esiste e che lo spazio è un’idea, soltanto una semplice piccola arguta idea. Tempo e Spazio che sono se non le trame che ci obbligano a fermarci?
 
E fu così che prese la sua pistola e sparò.
 
Il tempo cadde a terra ma si mise a ridere e rise così tanto da scoppiare. E scoppiando portò via con sé anche lo Spazio. E lei? Lei ora è lì che vaga dentro di sé dove né tempo né spazio possono farla arrivare in ritardo perché non c’è luogo né ora ma lì è la festa dell’immenso e dell’eterno.

Susanna Garavaglia


Donna, non sei soltanto l'opera di Dio
di Tagore

 
Donna, non sei soltanto l' opera di Dio,
    ma anche degli uomini, che sempre
    ti fanno bella con i loro cuori.

    I poeti ti tessono una rete
    con fili di dorate fantasie;
    i pittori danno alla tua forma
    sempre nuova immortalità.

    Il mare dona le sue perle,
    le miniere il loro oro,
    i giardini d' estate i loro fiori
    per adornarti, per coprirti,
    per renderti sempre più preziosa.

    Il desiderio del cuore degli uomini
    ha steso la sua gloria
    sulla tua giovinezza.
    Per metà sei donna, e per metà sei sogno


§


*L A  D I V I N A   M A D R E*
 
 
 

 

Cari Amici,
 
trattandosi del Grande Tagore, ho pubblicato questi suoi versi...non è il suo un'ottimismo fuori luogo...Tagore è un Padre della Tolleranza, ma questa visione è una semplice mancanza di "presenza nella realtà"...
Tutti ormai sanno che,se questo nostro pianeta Terra avrà un futuro, sarà per volontà e libero arbitrio delle D O N N E....questo Essere Così Prezioso, è TUTTORA bersagliato da ogni tipo di vessazione da parte dell'uomo...e quando l'uomo si è paludato di Paramenti Sacri, addirittura "rende nudo d'identità d'ESSERE UMANO", questo Essere Prezioso molto più sensibile ed intelligente dell'uomo...e "con IL PRIMATO ASSOLUTO DI POTER CREARE-DAR VITA AD UN NUOVO ESSERE UMANO"...l'imbecille invidia del maschio nei secoli, fa di questo primato "una COLPA da vessare in ogni modo"...Credo che siamo molto vicini a poter rendere alle DONNE, il Ruolo Storico, Umano, Sociale, Politico e Religioso che spetta LORO !!!...






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